Traumi e stress infantile lasciano tracce nel DNA paterno

La scoperta che i traumi dell'infanzia modificano il profilo epigenetico degli spermatozoi apre nuove prospettive sulla trasmissione transgenerazionale L'articolo Traumi e stress infantile lasciano tracce nel DNA paterno è tratto da Futuro Prossimo.

Gen 27, 2025 - 20:56
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Traumi e stress infantile lasciano tracce nel DNA paterno

La genetica non è più solo questione di codice DNA. Gli scienziati stanno scoprendo che i traumi vissuti nell’infanzia possono lasciare tracce tangibili nelle cellule riproduttive, alterando il modo in cui i geni vengono letti ed espressi. Una nuova ricerca pubblicata su Molecular Psychiatry (ve la linko qui) rivela come lo stress precoce possa imprimere la sua firma nei marcatori epigenetici degli spermatozoi, aprendo scenari inediti sulla trasmissione biologica delle esperienze traumatiche.

Cosa rivela lo studio sulla memoria cellulare

Un team di ricercatori guidato dal Dr. Jetro Tuulari (complimenti ai genitori per il nome “rock”: ho verificato 10 volte la notizia a causa vostra) dell’Università di Turku in Finlandia ha analizzato gli spermatozoi di 58 uomini tra i 30 e i 40 anni, concentrandosi su due tipi specifici di marcatori epigenetici: la metilazione del DNA e gli RNA non codificanti. Questi marcatori funzionano come interruttori molecolari, in grado di modificare l’attività dei geni senza alterare la sequenza del DNA sottostante.

Lo studio fa parte del più ampio progetto FinnBrain Birth Cohort, che coinvolge oltre 4.000 famiglie per studiare l’influenza di fattori ambientali e genetici sullo sviluppo infantile.

La misurazione dei traumi infantili

Per valutare l’impatto dello stress infantile, i ricercatori hanno utilizzato la Trauma and Distress Scale (TADS), un questionario standardizzato che indaga la presenza di abusi fisici, emotivi o sessuali e di episodi di negligenza durante l’infanzia. I punteggi sono stati poi categorizzati in due gruppi: basso stress (0-10 punti) e alto stress (oltre 39 punti).

L’analisi ha rivelato differenze significative nel profilo epigenetico degli spermatozoi tra i due gruppi, differenze che persistevano anche dopo aver controllato altri fattori come il fumo o il consumo di alcol.

Una piccola molecola dal grande significato

Particolarmente interessante è stata la scoperta di un piccolo RNA non codificante, denominato hsa-mir-34c-5p, la cui espressione risultava alterata negli uomini con un’infanzia più traumatica. Questa molecola aveva già attirato l’attenzione della comunità scientifica per il suo ruolo nello sviluppo cerebrale precoce nei topi.

Inoltre, i ricercatori hanno osservato modifiche nella metilazione del DNA in prossimità di due geni, CRTC1 e GBX2, anch’essi coinvolti nello sviluppo cerebrale.

Il professor Richard Jenner dell’University College London, non coinvolto nello studio, sottolinea come questi risultati “aggiungano peso all’evidenza” che le esperienze di vita possono modificare l’epigenetica degli spermatozoi umani. Tuttavia, gli scienziati mantengono un cauto ottimismo. Come evidenzia lo stesso Dr. Tuulari, la trasmissione di queste modifiche epigenetiche alla prole è dimostrata finora solo in modelli animali come vermi e topi, ma non negli esseri umani.

Traumi trasmessi attraverso il DNA: prospettive e cautele

Non è ancora chiaro se queste modifiche epigenetiche abbiano effetti positivi, negativi o neutri sulla salute della prole. Il campione relativamente piccolo dello studio e la presenza di variabili come l’età e la dieta dei partecipanti suggeriscono la necessità di ulteriori ricerche. Soprattutto, ricerche con gruppi più ampi.

Ciononostante, la scoperta apre nuove prospettive sulla comprensione di come le esperienze traumatiche possano influenzare non solo chi le vive direttamente, ma potenzialmente anche le generazioni future.

La comprensione dell’eredità attraverso i geni e il DNA è stata uno degli elementi più cruciali della nostra comprensione della biologia. Ora stiamo conducendo ricerche che mettono in discussione se abbiamo un quadro completo.

Le prospettive terapeutiche

Sebbene sia prematuro trarre conclusioni definitive, questa ricerca potrebbe aprire la strada a nuove strategie preventive e terapeutiche. La possibilità di identificare e potenzialmente intervenire su questi marcatori epigenetici potrebbe un giorno aiutare a mitigare l’impatto transgenerazionale dei traumi infantili.

Come conclude il professor Jenner, “solo il tempo potrà dirci” se queste informazioni potranno essere utilizzate per migliorare la salute dei figli di genitori esposti a stress infantile.

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