Sri Lanka, un tè nella giungla: avventure di charme nella natura del Sud

A definirla “la più bella isola delle sue dimensioni” fu Marco Polo. Le sue dimensioni, di poco minori dell’Irlanda, sono quelle di una goccia, o meglio di una lacrima, come viene definita per via della sua forma accanto alla gigantesca India. E lo Sri Lanka di lacrime ne ha versate tante durante i 25 anni L'articolo Sri Lanka, un tè nella giungla: avventure di charme nella natura del Sud sembra essere il primo su Dove Viaggi.

Feb 6, 2025 - 16:02
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Sri Lanka, un tè nella giungla: avventure di charme nella natura del Sud

A definirla “la più bella isola delle sue dimensioni” fu Marco Polo. Le sue dimensioni, di poco minori dell’Irlanda, sono quelle di una goccia, o meglio di una lacrima, come viene definita per via della sua forma accanto alla gigantesca India. E lo Sri Lanka di lacrime ne ha versate tante durante i 25 anni di guerra civile fra singalesi (buddhisti), e la minoranza tamil (induista), fin poi aprirsi alla pace e gradualmente anche al turismo in seguito agli accordi del 2009.

Lo Sri Lanka nei migliori itinerari Route du Bonheur

Oggi è una delle destinazioni più amate del Sud-est asiatico e, nonostante la crisi economica seguita alla pandemia, sta tornando ad essere l’”isola risplendente”, come recita in sanscrito il suo nome. Non a caso il paese è stato inserito da Relais&Châteaux tra i migliori itinerari Route du Bonheur (strada per la felicità) in occasione dei 70 anni dell’associazione che riunisce oltre 500 tra i più prestigiosi hotel e ristoranti del mondo.

Percorrendo questa via per il Sud, più autentica e distante dalla folla della costa occidentale (quella a favore di Maldive, a solo un’ora di volo), ci s’immerge nella natura soggiornando tra le dimore di charme della famiglia Fernando, produttori di tè e mecenati della loro amata isola con tre formule di ospitalità uniche nel loro genere.

Le piantagioni di tè cesellano gli altopiani delle Highlands centrali (A. Sessa)

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Afternoon tea in sarong tra le Highlands 

Ai tempi degli Inglesi era nota come Ceylon. Il nome venne poi abbandonato nel 1972 dopo l’indipendenza piena dalla corona britannica, restando però a definire il suo pregiato tè. Del resto, il Ceylon black tea è uno dei più rinomati al mondo e trova le condizioni ideali per crescere tra gli altipiani del distretto di Nuwara Elia, nelle Highlands centrali Patrimonio Unesco, dove le foreste si alternano ad alture ricamate dalle piantagioni.

Qui, nella Bogawantalawa Valley che circonda il lago della Riserva Castlereagh si trovano terrazze verdi dai 1250 metri fino ai 1800 e oltre. Vi ha sede la tea factory sostenibile di Dilmah, il primo brand srilankese fondato dalla famiglia di produttori Fernando, che segue tutti i passaggi della filiera: dalle foglie raccolte a mano fino alla bustina, con attenzione all’impatto generato sulla comunità e sull’ambiente.

Una delle ville Relais&Châteaux di Ceylon Tea Trails, immerse nei giardini all’inglese tra le piantagioni di tè (A. Sessa)

Proprio le piantagioni che cesellano gli altipiani del Sud, punteggiate da foreste e raccoglitrici in sarong multicolor, sono uno dei motivi per visitare il paese con quel tocco di charme d’altri tempi.

Ceylon Tea Trails

Lo sanno bene gli ospiti dei cinque bungalow eretti tra fine ottocento e primo Novecento per ospitare i coltivatori di tè. Oggi sono le ville di Ceylon Tea Trails, aperte a un’ospitalità dal fascino british che alterna il rito del tè pomeridiano agli arredi in mogano, e i giardini all’inglese alle foto color seppia delle genti locali.

Un sogno a occhi aperti che il fondatore Malik Fernando ha descritto come un “Downton Abbey dei Tropici”. Per chi ama queste atmosfere ci sono le eleganti camere dove sentirsi accolti col sorriso senza bisogno di chiavi alle porte, solo una campanella per chiamare il personale dalla pacata gentilezza.

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Dal trekking al kayak: le esperienze da fare

Tra le esperienze da fare ci sono i sentieri di hiking tra la vegetazione accompagnati dalle guide. I tracciati lambiscono il Peak Ridge Forest Corridor, una fascia boschiva di 18 km che preserva il passaggio dei leopardi di montagna verso le aree forestali del loro santuario, il Peak Wilderness Sanctuary.

Gli amanti dello sport possono cimentarsi con il kayak tra le acque del lago o con il cricket tra i campi della tenuta. Mentre chi è affascinato dalla storia c’è la Tea experience insieme all’esperto Bernard che conosce ogni passaggio di questa filiera e lo sa raccontare con passione insegnando a degustare al meglio ogni tazza.

E pensare che fino al 1867 l’isola produceva solo spezie e caffè, momento in cui una malattia fungina ne fece morire le piante. Fu solo grazie all’intuizione dello scozzese James Taylor, seguito poi da un certo Thomas Lipton, che le colture vennero convertite dando avvio alla gloriosa storia del tè srilankese.

Safari tra elefanti, scimmie e leopardi

Puntando a sud est, verso lo Yala national park, patrimonio Unesco, si scopre un altro gioiello naturalistico dell’isola. Qui, dove la giungla incontra la costa più selvaggia dell’Oceano Indiano, si estendono i 130.000 ettari del parco più visitato del paese.
Il motivo non tarda a svelarsi quando si scopre il concentrato di biodiversità che spazia dalle praterie umide alle distese di terra rossa, passando per foreste e lagune. Un ecosistema così vario da essere casa per leopardi, elefanti, coccodrilli, bufali d’acqua, scimmie e persino la rara specie di orso bradipo.
Oltre a ciò, Yala è un paradiso per il birdwatching in forza delle 215 specie presenti, di cui 6 endemiche. Una tale ricchezza faunistica rende la regione una destinazione molto popolare per i safari.
Un elefante si muove tra le pozze dello Yala national park (A. Sessa)

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Il Wild Coast Tented Lodge

Subito accanto, nascosto tra la vegetazione, si trova il Wild Coast Tented Lodge, un eco-glamping di lusso con 28 tende cocoon in legno e tela in stile esploratore vintage. L’attenzione verso l’ambiente passa attraverso sistemi di riuso dell’acqua desalinizzata, produzione di gas e fertilizzante dagli scarti e l’uso di energia solare.

Ogni stanza tendata ha un patio privato con piscina, e affascina con i suoi dettagli d’antan in pelle, tra bauli, letti a baldacchino, arredi in legno e una vasca in rame con i piedi a zampa di leopardo. E perfino la disposizione del lodge, con le tende attorno alle pozze, è ispirata alle orme del felino: il grande protagonista dei safari quotidiani.

Insieme alle guide naturalistiche i visitatori vanno alla scoperta della fauna e flora locale sia in 4×4, che a piedi tra le dune della costa selvaggia. Anche qui si possono facilmente avvistare gli animali, elefanti in primis, che si avventurano a ridosso del lodge.

Dopotutto il camping non ha recinzioni e gli animali sono liberi di spostarsi in tutta l’area circostante. Per la sicurezza degli ospiti è dunque necessario rispettare alcune regole come evitare di portarsi cibo in stanza e farsi accompagnare dallo staff al calar del sole.

Una precauzione a prova di incontri ravvicinati, da tenere soprattutto mentre ci si reca verso il maestoso padiglione in bambù e tek riciclato del ristorante per la cena. O quando si rientra dall’aperitivo attorno al braciere, allestito ogni sera tra gli scogli della baia. Un punto d’incontro dove scambiarsi le emozioni della giornata, sorseggiando un cocktail ai profumi locali di tamarindo, zenzero o arrack (distillato di linfa fiori di cocco fermentati).

Una delle tende di charme del Wild Coast Tented lodge (A. Sessa)

Le baie popolate da surfisti e pescatori

Spostandosi lungo le coste rocciose orlate di palme del sud-ovest, si alternano invece semplici villaggi di pescatori a chioschi per surfisti. Qui il surf è uno stile di vita, da vivere a piedi nudi sulla sabbia. Sono infatti decine le compagnie da cui prenotare lezioni per cavalcare le onde delle ampie baie di Cape Weligama.

E Mirissa, che non a caso significa “villaggio sulla sabbia”, è una vera e propria ‘Surf town’ dove tutto ruota intorno alla spiaggia e al porto affollato di barche tradizionali dai colori sgargianti. Il pesce eviscerato ed essiccato al sole su teli posti a terra viene lavorato direttamente dai pescatori, curiosamente adagiati su sedili recuperati da vecchi bus.

Da qui si parte anche per le Sunset cruises, le crociere per ammirare il tramonto sull’oceano che con un po’ di fortuna diventano l’occasione per il whale watching. Le balenottere azzurre, infatti, passano da queste acque tra gennaio e aprile, sebbene se ne trovino diversi esemplari stanziali.

Il porto di Mirissa, dove il pesce viene lasciato essiccare sui teli posti a terra dai pescatori appena rientrati (A. Sessa)

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Il resort Cape Weligama

E lo spettacolo del tramonto è ancora più piacevole dalle ville del resort Cape Weligama, posto in cima alle falesie rivestite da giardini tropicali traboccanti di uccelli, scimmie e varani. La sua piscina a forma di mezza luna, la Moon Pool, vanta la terrazza panoramica più bella della baia, scelta non a caso come luogo per le lezioni di yoga mattutine.
Tra le attività del resort c’è anche il workshop di decoro delle maschere in legno, tradizione tipica del sud. Del resto, il terzo resort della famiglia Fernando sostiene le comunità artigianali e il loro ecosistema mediante la MJF Foundation e la Dilmah Conservation, dalla pesca sostenibile alla produzione di terracotta, fino alla protezione delle specie animali.
Il fondatore Merrill J Fernando, scomparso nel 2023: fu un imprenditore illuminato e un filantropo convinto dell’importanza del capitale umano e ambientale. Proprio per le azioni in favore dell’ambiente, della biodiversità e della comunità locale, supportata da progetti educativi, sanitari e sociali, venne insignito nel 2015 dell’Oslo business for Peace (riconoscimento conferito dai Nobel di economia e pace). Il testimone è portato avanti dai figli che convogliano il 15% dei proventi aziendali nell’impegno sociale.
La Moon Pool con vista sulla baia del resort Cape Weligama, una delle tre strutture del gruppo Resplendent Ceylon della tea company Dilmah (A. Sessa)

Qui si conclude la Route du Bonheur dello Sri Lanka: la via della felicità dell’isola risplendente vira a sud e propone un turismo di charme, ma rigenerativo e sostenibile.

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