Simone Cristicchi: l’arte come antidoto alla rabbia e alla fragilità della vita
Durante un incontro con la stampa Simone Cristicchi ha raccontato la sua Quando Sarai Piccola, il brano con il quale prenderà parte al Festival di Sanremo 2025 in gara tra i Big, ma ha anche ringraziato Carlo Conti per aver riportato il cantautorato nella città dei fiori. “Il mio è un colore all’interno di questo […] L'articolo Simone Cristicchi: l’arte come antidoto alla rabbia e alla fragilità della vita proviene da All Music Italia.
Durante un incontro con la stampa Simone Cristicchi ha raccontato la sua Quando Sarai Piccola, il brano con il quale prenderà parte al Festival di Sanremo 2025 in gara tra i Big, ma ha anche ringraziato Carlo Conti per aver riportato il cantautorato nella città dei fiori.
“Il mio è un colore all’interno di questo mosaico che Carlo Conti ha voluto creare. Sono contento e lo ringrazio per aver riportato i cantautori a Sanremo. Ci sono artisti meravigliosi. Con Lucio Corsi, la vera novità, e Brunori Sas ci sentiamo in una sorta di riserva indiana ed è una novità al Festival. Di fatto, negli ultimi anni il cantautorato è stato considerato di meno e noi, oggi, su quel palco sventoliamo la bandiera di chi ci ha insegnato a scrivere canzoni”.
Proprio a questo proposito, secondo alcuni rumors, pare che Quando Sarai Piccola sia stata presentata, per poi essere scartata, anche ad Amadeus.
Ma ciò che conta realmente è che, dopo essere stata chiusa in un cassetto per cinque anni, adesso potrà essere ascoltata da milioni di persone, che potranno rispecchiarsi nel suo testo.
“Quando Sarai Piccola è vita vera, vissuta ogni giorno. Ed è per questo che mi sento nudo su quel palco: perché racconto di qualcosa che mi succede quotidianamente“.
Di fatto, il brano racconta la fragilità di una madre malata, nello specifico quella di mamma Luciana, tornata bambina dopo essere stata colpita nel 2012 da una grave emorragia cerebrale. I medici non avevano dato alcuna speranza: la signora Luciana era clinicamente morta, ma poi si è risvegliata.
“Non era però la stessa Luciana di prima“, racconta il cantautore. “La sua anima è intrappolata in una corazza che non le permette di fare granché o di esprimersi correttamente“.
“QUANDO SARAI PICCOLA”: LA DEDICA DI SIMONE CRISTICCHI A MAMMA LUCIANA
Durante l’incontro con la stampa Simone Cristicchi ha ammesso che non è stato affatto semplice trovare le parole giuste per raccontare un tema così complesso e delicato senza risultare eccessivamente retorico o, ancora peggio, scadere nel patetico.
“Questo è un argomento che bisogna trattare con i guanti di velluto. Ci è voluto tanto tempo per cesellare questi versi. Non è stato facile scriverli per me. Con Amara ci eravamo concentrati sulla tenerezza, sul prendersi cura di una madre anziana che torna bambina. Mi è poi sembrato importante inserire quel senso di impotenza che si prova di fronte a questa trasformazione e, di conseguenza, anche la rabbia“.
E, a questo proposito, nel brano “c’è un verso che dice ‘c’è quella rabbia di vederti cambiare’. Ecco, a me capita spesso di arrabbiarmi per quello che è successo. Faccio ancora fatica ad accettarlo”.
Questa rabbia, però, Simone Cristicchi è riuscito ad incanalarla, dandole un senso e sublimandola attraverso l’arte, la stessa che gli ha salvato la vita:
“Se non avessi trovato lo sfogo dell’arte sarei stato un uomo molto violento e chiuso in me stesso. Ho passato due anni della mia vita in camera, chiuso a disegnare. Rifiutavo qualsiasi forma di aiuto e gli unici amici erano questi personaggi colorati e divertenti che inventavo per farmi compagnia. Se non avessi trovato questa valvola di sfogo, sarei ancora chiuso in una stanza. La mia cura sono state la musica e l’arte, che hanno curato questa mia ferita profonda“.
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