Intervista ai Modà, in gara a Sanremo 2025 con il brano “Non ti dimentico”
Intervista ai Modà che tornano in gara a Sanremo e per l'edizione 2025 porteranno sul palco dell'Ariston il brano "Non ti dimentico" L'articolo Intervista ai Modà, in gara a Sanremo 2025 con il brano “Non ti dimentico” proviene da imusicfun.
Intervista ai Modà che tornano in gara al Festival di Sanremo per la quinta volta e per l’edizione 2025 porteranno sul palco dell’Ariston il brano Non ti dimentico.
Una nuova fase per la band capitanata da Kekko Silvestre, che il 14 febbraio pubblicherà l’album 8 canzoni, presentato nella Città dei Fiori in uno speciale appuntamento instore (ne abbiamo parlato Qui).
Intervista ai Modà, in gara a Sanremo 2025 con il brano “Non ti dimentico”
Modà, bentornati al Festival di Sanremo!
Grazie Simone, è un piacere trovarti e ritrovarvi.
“Non ti dimentico” è il vostro nuovo pezzo. Cosa rappresenta nel vostro percorso artistico?
Rappresenta sicuramente il nostro marchio di fabbrica: la continuità. Abbiamo sempre seguito la nostra strada senza adattarci alle mode del momento o fare collaborazioni solo per il mainstream. Alla fine, questa coerenza paga, e siamo felici di portare a Sanremo un brano che ci rappresenta a 360 gradi.
Negli anni avete mantenuto il vostro sound, pur evolvendovi.
A volte leggo commenti tipo: “I Modà fanno sempre i Modà”. E io dico: beh, che altro dovremmo fare? Certo, non ci mettiamo a fare J-Ax! Però parliamo d’amore in modo diverso rispetto al passato: a 47 anni lo vivi in maniera diversa rispetto ai 30. Non siamo sperimentalisti, ma abbiamo sempre aggiunto qualcosa di nuovo al nostro stile, senza snaturarci.
Questa volta avete voluto portare una canzone d’amore. Come è nata questa scelta?
Negli ultimi due Festival avevamo portato “Lasciami” e “Se si potesse morire”, che erano più riflessioni sulla vita. Stavolta volevo proprio cantare l’amore, perché oggi nel mondo c’è troppo odio. Ho scritto il pezzo e ho subito pensato: voglio portarlo a Sanremo, perché quel palco è perfetto per trasmettere questo messaggio.
Facciamo un passo indietro: il vostro primo Sanremo è stato vent’anni fa. Che ricordi avete di quell’esperienza?
Non fu un’esperienza felicissima. All’epoca i giovani non avevano la visibilità di oggi, ci esibimmo tardissimo e io ero talmente arrabbiato che presi la macchina e tornai a casa. Ricordo con simpatia alcuni aneddoti e con malinconia il senso di esclusione. Però è servito anche quello, perché ogni esperienza insegna qualcosa.
Nel 2011 il vostro successo con “Arriverà”.
Quell’anno abbiamo capito che il successo, se arriva dopo tanti sacrifici, lo vivi con più consapevolezza. Quando hai faticato per arrivare in alto, capisci che devi sempre tenere i piedi per terra.
C’è anche una connessione con il 2011 nella serata delle cover: Francesco Renga duettò con voi su “Arriverà”.
Sì, e c’è un’altra coincidenza divertente: nel 2005, quando partecipammo a Sanremo per la prima volta, Renga vinse con “Angelo” mentre noi venivamo eliminati! Quest’anno ci siamo detti: “Venti anni fa tu vincevi e noi venivamo eliminati, vediamo di ribaltare la situazione!”.
Parliamo proprio della serata delle cover. Due anni fa avete cantato “Vieni da me” con Le Vibrazioni.
Con Francesco e le Vibrazioni è stato facile. Abbiamo gusti simili sulle ballad e ci siamo divertiti tantissimo. È stata un’esibizione vera, quasi un mini-Woodstock su quel palco.
Avete sempre scelto cover particolari, come per esempio “Io che non vivo” nel 2013. Cosa vi guida nella scelta?
Dipende molto dalla vocalità. Adoro gli anni ‘60 e il “terzionato”, quindi “Io che non vivo” nel 2013 mi permetteva di esprimermi al meglio. A volte, però, i brani ci vengono assegnati, come successo con “Here’s to you” di Joan Baez nel 2011.
Se poteste cambiare qualcosa del Festival?
Eliminerei la serata delle cover e riporterei il duetto sulla canzone in gara. Era un momento speciale e sarebbe bello rivederlo.
L’album “8 canzoni” esce il 14 febbraio, una data doppiamente significativa. Cosa rappresenta per voi questa uscita?
Il 14 febbraio sarà una giornata speciale per noi, non solo perché è San Valentino, ma anche perché uscirà il nostro nuovo album, che ha un legame particolare con la città dei fiori. Questo è stato un anno incredibile, considerando quello che è successo negli ultimi 12 mesi. Possiamo dire che ci sta dando quello di cui avevamo bisogno.
Come descrivereste il sound del disco?
E’ un album 100% Modà. Dentro c’è tutto quello che siamo sempre stati. Non voglio svelare troppo, ma chi ama il nostro lato più rock sarà accontentato. Allo stesso tempo, ci sarà quel tocco più ricercato che cerchiamo sempre di inserire nei nostri dischi.
Otto canzoni: una scelta voluta o dettata da esigenze del mercato discografico?
Un po’ entrambe le cose. Personalmente, ho sempre amato i dischi brevi. Alcuni dei più grandi album della storia durano poco, pensa a The Dark Side of the Moon, che dura 45 minuti. A volte un disco troppo lungo rischia di disperdersi, mentre con un lavoro più compatto puoi godertelo al massimo in mezz’ora, trentacinque minuti. Inoltre, oggi pubblicare troppa musica può essere controproducente: si rischia di disperderla e di non darle il giusto valore. Per questo abbiamo scelto il meglio, otto canzoni che rappresentano perfettamente il nostro percorso.
Kekko, sei un fan di Vasco Rossi: c’è un legame tra il vostro album e il suo disco Canzoni per me?
Sì, perché quel disco di Vasco per me è un punto di riferimento. Ha otto canzoni ed è pieno di brani che mi hanno segnato, come Laura, Io no, Quanti anni hai e L’una per te. È sempre stato il mio sogno fare un disco con lo stesso numero di tracce, e questo è sembrato il momento perfetto per realizzarlo. Quindi sì, Vasco, ti ho plagiato! (ride)
C’è anche un brano ispirato al tuo romanzo: puoi raccontarcelo?
Sì, è una canzone dedicata a un mio caro amico, Cash. Avevo scritto un romanzo su di lui quando era ancora in vita, e ora gli ho dedicato anche questo brano. Mi sono persino tatuato il suo nome, perché per me è una leggenda. È una persona con cui sono cresciuto, che lavorava con noi, che ci accompagnava sempre… Purtroppo è mancato in un incidente. Ma in questa canzone non ho voluto raccontare il mio dolore, bensì la sua storia, chi era lui. E in qualche modo, lo porteremo con noi anche sul palco di Sanremo.
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