Quali sono 4 criteri per misurare le performance negli investimenti?

Misurare le performance degli investimenti è essenziale per assicurarsi che i propri obiettivi finanziari siano raggiunti e che le decisioni prese siano efficaci. Monitorare regolarmente i risultati è necessario per fare aggiustamenti tempestivi e mantenere la rotta giusta. Ma come si misurano queste performance finanziarie? «Ci sono vari criteri e parametri per valutare i risultati […] L'articolo Quali sono 4 criteri per misurare le performance negli investimenti? proviene da ilBollettino.

Gen 26, 2025 - 12:58
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Quali sono 4 criteri per misurare le performance negli investimenti?

Misurare le performance degli investimenti è essenziale per assicurarsi che i propri obiettivi finanziari siano raggiunti e che le decisioni prese siano efficaci. Monitorare regolarmente i risultati è necessario per fare aggiustamenti tempestivi e mantenere la rotta giusta.

Ma come si misurano queste performance finanziarie? «Ci sono vari criteri e parametri per valutare i risultati ottenuti», dice Gabriel Conti, consulente finanziario indipendente e associato NAFOP, l’Associazione dei consulenti finanziari autonomi.

Innanzitutto, «quando si parla di performance si fa riferimento alla differenza tra il valore finale e quello iniziale di un investimento». Se si acquista ad esempio un’azione di una società a 5 euro e poi la si vende a 6 euro, il rendimento sarà dato da un euro di differenza tra i due valori. Lo stesso calcolo si può fare nella compravendita e nel rendimento di altri titoli finanziari.

BATTERE O (ALMENO) PAREGGIARE L’INFLAZIONE. Un primo parametro per valutare l’efficacia di un investimento è, ad esempio, «quello di battere o almeno pareggiare l’inflazione nel medio periodo, nell’arco di qualche anno».

L’inflazione erode il potere d’acquisto nel tempo, quindi è importante che gli investimenti generino rendimenti superiori o quantomeno in linea al tasso d’inflazione: se l’inflazione annua è del 3%, un investimento dovrebbe rendere almeno il 3% per mantenere il potere d’acquisto.

VALUTARE BENE I COSTI. «Bisogna poi considerare e calcolare bene i costi collegati all’investimento: possono includere commissioni di gestione, spese di transazione e altre tariffe. È importante tenerli sotto controllo per massimizzare i rendimenti netti, a volte titoli finanziari con caratteristiche simili hanno costi molto diversi tra loro». Per esempio, se un fondo comune ha una commissione di gestione dell’1,5% e rende il 6% annuale, il rendimento netto sarà del 4,5%.

CONSIDERARE IL PROPRIO PROFILO DI RISCHIO. La valutazione dei risultati va anche fatta in riferimento al proprio profilo di rischio: ogni investitore ha una diversa tolleranza al rischio. «Valutare le performance degli investimenti in base al proprio profilo di rischio è essenziale per mantenere un equilibrio tra rischio e rendimento».

Un investitore conservatore può preferire investimenti a basso rischio con rendimenti moderati, mentre un investitore aggressivo può accettare una maggiore volatilità per ottenere rendimenti più alti. Quando poi si vanno a vedere i risultati, non si può prescindere dal rapporto tra rischio e rendimento iniziale.

FARE UN CONFRONTO CON I BENCHMARK DI MERCATO. C’è poi il confronto con i Benchmark di riferimento, gli Indici finanziari utilizzati per valutare la performance di un Portafoglio di investimenti rispetto a un paniere di titoli e all’andamento del Mercato. Confrontarsi con i Benchmark aiuta a capire se gli investimenti stanno sovraperformando o sottoperformando rispetto alle medie di Mercato.

Se il proprio Portafoglio di azioni ha reso il 7% annuale e l’Indice di riferimento (come l’S&P 500) ha reso il 10%, significa che il Portafoglio ha sottoperformato rispetto al Mercato e si poteva fare meglio.

«Misurare le performance degli investimenti richiede quindi una valutazione attenta su diversi fronti. Utilizzando questi criteri e parametri, gli investitori possono prendere decisioni più informate e migliorare la propria strategia finanziaria». ©

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