Paragon, il software spia che imbarazza il governo. Come funziona, chi è coinvolto e tutte le domande ancora senza risposta

"Le aziende di spyware spesso hanno diversi modi per infettare i dispositivi. Se questi non includessero WhatsApp, Meta probabilmente non li avrebbe visti. Per me è solo l’inizio", ha spiegato al Fatto John Scott-Railton di Citizen Lab L'articolo Paragon, il software spia che imbarazza il governo. Come funziona, chi è coinvolto e tutte le domande ancora senza risposta proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 8, 2025 - 20:20
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Paragon, il software spia che imbarazza il governo. Come funziona, chi è coinvolto e tutte le domande ancora senza risposta

Il software spia israeliano Graphite, fornito all’Italia dalla società Paragon Solutions, è stato utilizzato per spiare illegalmente decine di civili, tra cui attivisti di Ong e giornalisti italiani. Oltre a violare la normativa interna, l’utilizzo avrebbe violato anche le norme etiche fissate nei termini del contratto, tanto che la società israeliana ha deciso di annullare quelli con l’Italia, dove i clienti sarebbero stati una agenzia di polizia e una organizzazione di intelligence. In una nota, il governo si è detto estraneo alla vicenda. Il sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano (foto) potrebbe essere chiamato a riferire al Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (Copasir), dove già è atteso il direttore dell’Aise, Giovanni Caravelli.

La vicenda e il software – E’ stata la chat di Meta, WhatsApp, allertata a sua volta da Citizen Lab, ad avvisare attivisti e giornalisti, 90 in tutto in 15 diversi Paesi dell’Unione europea. Meta ha rilevato questa particolare modalità con cui Paragon veniva inoculato sui dispositivi. Definito “no-click”, lo spyware si attiva senza che l’utente debba aprire link o scaricare file. Può infettare un dispositivo tramite la semplice inclusione in un gruppo WhatsApp o tramite email con pdf o immagini. Una volta installato, il software permette di estrarre dati, grazie al controllo del microfono, il monitoraggio della posizione, la registrazione delle chiamate e l’attivazione della fotocamera. Acquistato dal governo italiano per la lotta al terrorismo, il Graphite sarebbe stato in uso a un’agenzia di polizia e a una componente della nostra intelligence. A quanto riportato dalla stampa, le principali procure italiane hanno negato l’impiego del software, il che escluderebbe la polizia di Stato che segue le disposizioni della magistratura.

Chi spiava chi Tra i bersagli di Graphite in Italia ci sono Luca Casarini, capo missione e tra i fondatori della Ong Mediterranea Saving Humans, e Francesco Cancellato, direttore della testata Fanpage. Entrambi hanno intrapreso azioni legali e si sono recati a Bruxelles per denunciare pubblicamente il caso. Spiati anche Beppe Caccia di Mediterranea e altri tre attivisti che si occupano del salvataggio di profughi nel Mediterraneo. Quello dei migranti pare essere un filo che collega molti dei bersagli, almeno altri due italiani e altri fuori dal Paese avrebbero a che fare con reti di assistenza a rifugiati in Europa e Libia. Lo stesso Husam El Gomati, imprenditore libico residente in Svezia che ha denunciato l’allerta di Meta, si occupa di migranti, diritti umani e dei rapporti Italia-Libia. Secondo la nota di Palazzo Chigi, nessuno dei soggetti citati era sottoposto a controllo da parte degli apparati dello Stato italiano.

Le indagini in corso – Sul software e sui device spiati è al lavoro il Citizen Lab dell’Università di Toronto. Il team di ricerca sta analizzando i telefoni per capire le caratteristiche, l’ampiezza e la pervasività dell’attacco, nonché i tempi, l’efficacia e il profilo dell’aggressore. In un’intervista al Fatto, John Scott-Railton di Citizen Lab spiega che l’infezione può venire solo da un soggetto istituzionale, poiché Paragon vende il software solo ai governi. E a quello italiano domanda: “Chi ha preso di mira gli italiani spiati?”. Inoltre, avverte che i dispositivi spiati potrebbero essere molti di più, anche in Italia. “Le aziende di spyware spesso hanno diversi modi per infettare i dispositivi. Se questi non includessero WhatsApp, Meta probabilmente non li avrebbe visti. Per me è solo l’inizio. E gli italiani dovrebbero porsi delle domande: ci sono funzionari, politici o diplomatici presi di mira?”, ha spiegato.

La legge italiana sui Servizi – Le intercettazioni sono funzionali a tutelare i cittadini da minacce, attività eversive, aggressioni criminali o terroristiche. La legge 124/2007 prevede garanzie funzionali per gli operatori dei Servizi, consentendo loro di commettere reati per finalità istituzionali, purché non si tratti di reati contro “la vita, l’integrità fisica, lapersonalità individuale, la libertà personale, la libertà morale, la salute o l’incolumità di una o più persone” e non “nelle sedi di partiti politici rappresentati in Parlamento o in un’assemblea o consiglio regionale, nelle sedi di organizzazioni sindacali ovvero nei confronti di giornalisti professionisti iscritti all’albo”. Dal 2023, il potere di autorizzare le intercettazioni di Aisi e Aise spetta al procuratore generale presso la Corte d’appello di Roma.

In campo il Copasir – Il Copasir ha competenze precise ed esercita il controllo parlamentare, ma nel rispetto della segretezza dei lavori. Tanto che alcuni temono che sia la strada per chiudere tutto in un cassetto, compreso Casarini. L’opposizione accusa il governo di aver violato la privacy dei cittadini e la libertà di stampa, chiede indagini approfondite sulla legalità del software e lamenta la mancanza di misure preventive. Inoltre, pretende che il sottosegretario Mantovano, in quanto autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, riferisca immediatamente sull’utilizzo del software, ma chiede anche che Giorgia Meloni venga in Parlamento. Intanto, su questa ed altre vicende, il direttore dell’Aise Caravelli è atteso martedì al Copasir. Ecco alcune delle domande ancora senza risposta: Chi ha stipulato il contratto con Paragon e con quali fondi pubblici? Dove sono finite le informazioni raccolte? Chi ha potuto utilizzare il software in Italia, quando e perché? Chi ha dato l’ordine di spiare i telefoni?

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