Mobilità cittadina, non c’è risposta alla crisi generata dal nuovo codice della strada

lentepubblica.it Non si placano le polemiche sul nuovo codice della strada che, tra le altre cose, ha messo in crisi le abitudini degli italiani e non è affatto supportato da una mobilità alternativa cittadina a quella privata che spesso risulta carente o del tutto assente. Se ne è occupato anche il noto sito ‘scandalistico’ Dagospia oltre […] The post Mobilità cittadina, non c’è risposta alla crisi generata dal nuovo codice della strada appeared first on lentepubblica.it.

Feb 5, 2025 - 12:30
 0
Mobilità cittadina, non c’è risposta alla crisi generata dal nuovo codice della strada

lentepubblica.it

Non si placano le polemiche sul nuovo codice della strada che, tra le altre cose, ha messo in crisi le abitudini degli italiani e non è affatto supportato da una mobilità alternativa cittadina a quella privata che spesso risulta carente o del tutto assente.


Se ne è occupato anche il noto sito ‘scandalistico’ Dagospia oltre ad aver riempito le pagine di giornali diffusi in tutte le modalità, dal digitale al cartaceo. Comici ed influencer spopolano su tutti i social con critiche, prese in giro e molti ‘meme’ i contenuti digitali, principalmente umoristici, che si diffondono rapidamente attraverso internet, foto con didascalie destinate a suscitare sorrisi ma anche riflessioni che divengono spesso virali, cioè si diffondono fino a toccare numeri da capogiro, sopra il milione di visualizzazioni, anche in forma di video.

Non stiamo parlando dell’ultima vicenda in casa dei Reali d’Inghilterra, ma delle moltissime vicende legate all’entrata in vigore del nuovo codice della strada, lo scorso 14 dicembre. Un grosso impatto della nuova regolamentazione è stato sicuramente registrato sulle attività che somministrano bevande ai propri clienti, pub e vinerie hanno lanciato un segnale d’allarme già a partire dalle prime giornate dell’entrata in vigore, con la registrazione di un netto calo dei consumi al tavolo.

Le abitudini degli italiani stravolte

Se è vero che i limiti sono rimasti gli stessi, come più volte dal Ministero dei Trasporti, in realtà la paura di vedersi recapitata una multa molto pesante in termini economici e soprattutto il timore di avere gravi ripercussioni sulla patente, fino al ritiro, sta incidendo in modo importante sulle abitudini degli italiani.

Molti i ristoratori che si stanno facendo portatori di idee alternative per cercare di salvare almeno parte dei guadagni, come ha fatto Michele Lo Iacono, dei Ribelli di campagna alla Cascata delle Marmore che ha raccontato di disdette e calo di consumazioni «C’è un pochino di fobia che si è creata per queste sanzioni, anche i fornitori, che hanno il polso della situazione, ci confermano che le nuove norme hanno inciso sui consumi, soprattutto a cena. È una bolla che forse passerà, intanto noi cerchiamo di lavorare come possiamo» ed ha proposto la sua idea, «abbiamo deciso che il venerdì e il sabato sera, con le nostre due auto aziendali, forniremo il servizio navetta ai clienti che ce lo chiederanno, prendendoli e riportandoli direttamente nelle loro abitazioni. […]».

Un altro degli effetti, che sembra positivo, consiste nel fatto che il nuovo Codice della strada prevedendo pene molto più severe per chi guida in stato di ebbrezza e cagionando di conseguenza una perdita di clienti a ristoranti e locali, sta sollevando dibattiti meno superficiali e più strutturali mettendo a nudo un sistema di mobilità che non funziona come dovrebbe nella maggior parte delle nostre Città, soprattutto in quelle più grandi e popolose, mostrando senza appello come in Italia manchino quasi del tutto reali alternative all’uso dell’auto privata che invece ci sono in molti altri paesi.

Un Codice troppo severo che rischia di mettere in ginocchio l’economia

Nell’analisi di molti giuristi ed esperti di diritto, l’obiettivo del legislatore deve essere quello di garantire il benessere della collettività, tutelandola, ma anche quello di trovare un giusto equilibrio tra tutela della salute pubblica e diritto al divertimento e libertà di lavorare per l’imprenditore. Nell’analisi di molti, invece, il nuovo Codice della strada appare troppo severo e sembra poter mettere in pericolo un’economia già fragile.

Questa dicotomia di sentimenti appare molto chiaramente anche se si osservano i commenti di molti utenti agli articoli e alle disquisizioni ed ai programmi in merito a questo tema, potendosi osservare commenti che oscillano tra l’idea del sig. Mirco secondo il quale “La modifca dell’art.187 del codice della strada è palesemente anticostituzionale, nulla di nuovo sotto il sole da questo governo” a quella del sig. Fabrizio che oltre a giustificare è anche d’accordo con il dettame della norma, affermando “Non vi è stato alcun incremento delle sanzioni per chi guida in stato di ebbrezza. L’art. 186, comma 2, del codice della strada non è stato modificato.  Sono stati solo inseriti il comma 9 ter (zero alcol per 2 o 3 anni a seconda dei casi, e obbligo di alcolock per chi ha riportato una condanna definitiva per guida in stato di ebbrezza, quindi oltre 0,8) e il comma 9 quater (le ovvie sanzioni per chi viola la norma di comportamento di cui al citato comma 9 ter).

Era necessario questo nuovo codice?

Erano dunque proprio necessarie queste misure e non ci sono possibilità che qualcosa cambi?

Secondo il professor Stefano Castriota, Professore di Economia all’Università di Pisa, come ha affermato in un suo recente articolo, “In economia del crimine i due strumenti cardine per scoraggiare i reati sono l’intensità della pena e l’effettiva applicazione delle leggi. Il primo strumento richiede una modifica delle normative e si attua con una riga d’inchiostro su un decreto legge, quindi è una riforma a costo zero e immediatamente operativa. Il secondo strumento consiste nel potenziamento del sistema dei controlli da parte delle forze dell’ordine e del sistema giudiziario[….]  richiede uno sforzo organizzativo ed economico importante, nonché molto tempo”. Le scelte più semplici e più economiche, dall’immediato ritorno sono state quelle privilegiate secondo l’analisi del professore “Negli ultimi decenni incrementare le pene è stata una pratica sempre più diffusa per governi di diverso colore. [….]  La letteratura, peraltro, ha ampiamente dimostrato l’efficacia dell’inasprimento delle normative”.

La crisi generata dal nuovo codice della strada si ripercuote anche sulla mobilità cittadina

Ma tornando all’analisi di sfondo più generale e alle criticità poste sotto i riflettori dalla situazione attuale, alla domanda se esistono altre soluzioni per ridurre gli incidenti stradali causati da guidatori in stato di ebbrezza senza limitare la libertà delle persone e danneggiare gli esercenti? La risposta del professore è positiva e riguarda, come accennavamo, ad una diversa struttura e pianificazione delle Città, delle sue connessioni stradali e soprattutto passa per un lavoro su una mobilità pubblica, che oltre ad essere ‘utile’ all’economia sarebbe senz’altro utile anche all’ambiente.

Trasporto pubblico di linea, ma anche trasporto pubblico e privato non di linea che potrebbe davvero rappresentare una soluzione soprattutto in orario serale e in centri urbani.

Quali gli ostacoli?

Si farebbe prima a dire ‘quanti’ gli ostacoli…. concedere l’autorizzazione a piattaforme come Uber o Lyft che mettono in contatto passeggeri e autisti privati, pur non comportando concretamente alcun aggravio per le finanze pubbliche ha incontrato resistenza da sindacati e portavoce di taxi e Ncc. Sempre sul fronte Taxi l’ampliamento delle licenze è di certo, in tantissime città, pesantemente osteggiato dai rappresentanti della categoria, difficoltà anche per l’ampliamento dei numeri di Ncc e allargamento dei confini delle licenze.

Proteste e scioperi sono all’ordine del giorno ogni volta si sollevi l’argomento. La verità, sembra essere che il taxi e l’auto privata restano, in Italia, un servizio solo per ricchi, dai costi elevati e in mano a poche lobby potenti ed influenti in termini politici.

Giovani e giovanissimi non possono permettersi questo tipo di mobilità, ma sfido una famiglia a concedersi un taxi per andare a cena fuori, a Roma  e in altre grandi Città, con un po’ di traffico, può costare 50€ a corsa anche solo per pochi km di percorrenza.

Molti giovani e adulti si muovevano col monopattino ad esempio in centro città, ma ora si sa, questo è divenuto un altro ‘bersaglio’ del nuovo codice della strada….forse non ci rimane che andare a piedi…o stare a casa, magari ordinando un delivery, così a rischiare non saremo noi, ma sarà un rider, uno dei nuovi ‘schiavi’ della nostra epoca che corre per le nostre strade sotto al pioggia, la neve ed il freddo a tutte le ore, per pochi euro.

The post Mobilità cittadina, non c’è risposta alla crisi generata dal nuovo codice della strada appeared first on lentepubblica.it.