Intervista ad Amara: “Ogni canzone è come un dipinto che nasce da colori reali, vissuti sulla mia pelle”
Intervista ad Amara che nella quarta serata di Sanremo 2025 affiancherà Simone Cristicchi in una speciale rilettura de "La Cura" di Battiato L'articolo Intervista ad Amara: “Ogni canzone è come un dipinto che nasce da colori reali, vissuti sulla mia pelle” proviene da imusicfun.
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A dieci anni dalla partecipazione a Sanremo tra i Giovani, Amara tornerà al Festival affiancando Simone Cristicchi nella serata riservata a cover e duetti. I due artisti interpreteranno La Cura, il capolavoro immortale di Franco Battiato.
Intervista ad Amara
Amara, bentornata a Sanremo! Dal tuo esordio al Festival è passato del tempo, ma già allora eri un simbolo di resilienza. Quali sensazioni provi ora?
È un’emozione incredibile. In dieci anni sono cresciuta: da ragazza sono diventata donna, con una nuova consapevolezza, un rapporto diverso con la mia arte e una maggiore maturità personale. Oltre a ciò, è stupendo affiancare un artista che stimo tanto, un uomo incredibile e con un’anima gigantesca. Per me è un onore che Simone abbia scelto proprio me come compagna di viaggio in questa avventura.
Il brano Quando sarai piccola è davvero emozionante.
L’incontro con Simone è stato prettamente artistico, ma l’arte che condividiamo non è distante dalla nostra vita personale. Ci muoviamo da ciò che nasce dentro di noi, dalle esperienze vissute sulla nostra pelle. La canzone è nata in modo naturale: Simone voleva raccontare un tema molto personale e ha iniziato con un’idea, un titolo. Da lì, il pezzo è diventato un vero e proprio “vomito” creativo, nel senso più positivo del termine. L’arte ha questa capacità unica di trasformare il dolore in poesia, ed è questo che è accaduto. Io l’ho accompagnato, soprattutto nella parte compositiva e musicale.
Venerdì, nella serata delle cover e dei duetti, celebrerete anche un grande artista come Franco Battiato.
Da quasi quattro anni portiamo avanti il concerto Torneremo ancora, dedicato alla mistica di Franco Battiato. Non è un tributo costruito, ma qualcosa di profondamente vero e sincero, che cammina con noi da tempo. Anche in questa occasione vogliamo portare sul palco questa autenticità, sia con il brano in gara che con il nostro omaggio.
Sei stata a Sanremo con ruoli diversi: gara, ospite, autrice. Che emozioni provi in questa nuova veste?
Ogni volta è un’esperienza diversa, ma l’emozione rimane sempre la stessa perché entra in gioco il mio rapporto personale con l’arte. Crescendo come artista e come persona, vivo ogni partecipazione con una maturità nuova. Quest’anno mi sento in una pienezza diversa rispetto al passato.
Amara, nel 2024 hai pubblicato il libro “La certezza di essere viva“. Ce ne puoi parlare?
Non è un libro “pensato”. Per me è uno spazio personale, quasi terapeutico. Da sempre porto con me taccuini dove annoto pensieri e riflessioni, un rifugio intimo nel quale entro ogni volta che ne sento il bisogno. Elisabetta, che definisco l’architetto del surreale, ha scoperto questa mia attività e ha voluto leggere alcuni dei miei appunti. Da lì è nato un libro che raccoglie poesie e riflessioni di dieci anni, un percorso che mostra come una ragazza diventi donna.
Nei tuoi scritti e nella tua musica parli spesso di amore, fede, dolore e speranza. Quanto questi elementi influenzano il tuo processo creativo?
Sono il cuore del mio processo creativo. Per me ogni canzone è come un dipinto che nasce da colori reali, vissuti sulla mia pelle. L’inquietudine dell’artista è il terreno fertile per tutto questo. È un’esperienza che devi vivere e trasformare, perché ciò che racconti ha il potere di curare te stessa e chi ti ascolta.
Questo messaggio l’hai portato anche sul palco del Premio Tenco lo scorso ottobre. Quanto è importante per te l’attesa, il tempo?
Ho imparato a vivere l’attesa come una costruzione personale. Non è tempo perso, ma un momento in cui si costruisce l’intimità con se stessi. Lascio che la vita fluisca e mi regali ciò che è scritto per me. Quando arrivano occasioni come queste, mi sento estremamente grata perché rappresentano il miracolo dell’esistenza.
La musica è un miracolo quotidiano.
Assolutamente sì. Nella sua forma più primordiale, la musica era un atto sacro e curativo. Credo che gli artisti abbiano il compito di far fluire questo codice, senza interferire. Quando riesci a farlo, puoi creare cose incredibili.
Questo approccio mistico è anche il filo conduttore del vostro omaggio a Battiato.
Esatto. Non è un semplice tributo, ma una celebrazione dell’uomo e della sua visione del mondo. Franco Battiato ha trasformato la sua vita in un repertorio che tutti conosciamo, e per noi è un onore portare avanti il suo messaggio.
Ci vediamo a Sanremo!
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