Il delicato compito di Teresa Ribera Rodriguez, commissaria Ue alla Concorrenza | Lo scenario di Luciano Di Via, Clifford Chance

Le prime dichiarazioni pubbliche a poche settimane dall’insediamento della Commissione Europea evidenziano alcune importanti sfide che la nuova commissaria alla Concorrenza, Teresa Ribera Rodriguez, dovrà affrontare. Sebbene l’Antitrust non figuri esplicitamente tra le sue attribuzioni – il suo portafoglio è infatti alla Transizione pulita, giusta e competitiva – non si può certo considerare ridimensionata la […] L'articolo Il delicato compito di Teresa Ribera Rodriguez, commissaria Ue alla Concorrenza | Lo scenario di Luciano Di Via, Clifford Chance proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Jan 24, 2025 - 08:37
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Il delicato compito di Teresa Ribera Rodriguez, commissaria Ue alla Concorrenza | Lo scenario di Luciano Di Via, Clifford Chance

Le prime dichiarazioni pubbliche a poche settimane dall’insediamento della Commissione Europea evidenziano alcune importanti sfide che la nuova commissaria alla Concorrenza, Teresa Ribera Rodriguez, dovrà affrontare.

Sebbene l’Antitrust non figuri esplicitamente tra le sue attribuzioni – il suo portafoglio è infatti alla Transizione pulita, giusta e competitiva – non si può certo considerare ridimensionata la funzione della concorrenza quale motore dell’integrazione europea. Questa funzione ha finora abbattuto le barriere nazionali attraverso l’applicazione delle norme su intese restrittive, abusi di posizione dominante, concentrazioni e aiuti di Stato, e più recentemente del Digital Markets Act (Dma) e del regolamento sulle sovvenzioni straniere (Fsr).

Tuttavia, come si evince anche dalla delega affidatale, la commissaria ha l’obbligo di conciliare il perseguimento degli obiettivi concorrenziali con altri interessi, principalmente quelli legati alla sostenibilità ambientale. Questi interessi dovranno concorrere all’attuazione della politica industriale dell’Unione Europea.

In tale prospettiva, è stata formalmente invitata dal Parlamento a rivedere l’applicazione delle regole sul controllo delle concentrazioni, in linea con l’obiettivo del Rapporto Draghi di rilanciare la competitività del sistema produttivo europeo. Ciò include agevolare la costituzione di entità in grado di competere sui mercati globali, specialmente nei settori essenziali per l’Unione e i suoi cittadini, come le infrastrutture di telecomunicazione ed energetiche, o la difesa.

Tutto questo avrà effetti positivi, ma creerà inizialmente incertezza, generando un doppio binario nell’applicazione del diritto antitrust. Da una parte, la Commissione, con un ruolo politico, potrà sacrificare la concorrenza in nome di altri interessi meritevoli. Dall’altra, autorità e giudici nazionali dovranno attenersi esclusivamente al perseguimento dell’interesse concorrenziale, a meno che non sia diversamente previsto dalle leggi nazionali.

Nell’attuale contesto geopolitico, merita condivisione l’intenzione di applicare massicciamente il regolamento Fsr. Tuttavia, superata la prima fase di collaudo della disciplina, sarà fondamentale individuare strumenti concreti ed efficaci di waiver per evitare gravosi e ingiustificati oneri amministrativi per l’industria europea e gli uffici della stessa Commissione. Le risorse dovrebbero concentrarsi sul controllo dei soggetti genuinamente extra-europei, vero obiettivo del regolamento.

Inoltre, sarà necessario ridefinire modalità di intervento e obiettivi della disciplina sugli aiuti di Stato. Questo in una stagione in cui gli Stati membri sono sempre più tentati di perseguire il proprio interesse nazionale sussidiando in modo indebito tante iniziative produttive incompatibili con le dinamiche di mercato globali.

Infine, ma non per importanza, c’è l’applicazione della concorrenza alle big tech, su cui si misura l’intervento antitrust in termini di vantaggi effettivi per i consumatori e, in ultima analisi, la sua legittimazione sociale.

Non bisognerà farsi tentare dall’illusione che il controllo ex ante offerto dal Dma possa sostituire integralmente le investigazioni ad hoc. Questi procedimenti garantiscono piena trasparenza sulla theory of harm applicata dalla Commissione.

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