I mercati del 2025 manterranno le promesse fatte?

Con la chiusura del primo mese del 2025 gli analisti hanno qualche elemento in più per intravedere un possibile trend per i prossimi 12 mesi. Un trend che già dai primi giorni è stato interessato da elementi a volte contrastanti, non ultimo un rally di Natale che non ha rispettato il solito ottimismo che l’accompagna. Ma, come detto, non è il solo fattore che sta lasciando perplessi gli analisti. A fare una fotografia della situazione è Gabriel Debach, market analyst di eToro. Quale potrebbe essere una definizione del January Trifecta? «Il January Trifecta è un concetto utilizzato nei mercati finanziari per indicare una combinazione di tre indicatori positivi all’inizio dell’anno che, secondo l’analisi storica, potrebbero suggerire un andamento rialzista per l’intero anno borsistico. Questa “trifecta” si verifica quando si verificano tre condizioni nel mese di gennaio: Santa Claus Rally – Un rialzo dell’S&P 500 negli ultimi cinque giorni di dicembre e nei primi due giorni di gennaio. First Five Days Indicator – Una performance positiva nei primi cinque giorni di contrattazione di gennaio. January Barometer – Una performance positiva nell’intero mese di gennaio, cosa che, secondo il detto “As January goes, so goes the year”, suggerirebbe il proseguimento di un trend rialzista. Economia 4 Febbraio 2025 I dazi di Trump scuotono i mercati e le economie globali Fino a dove è disposto a spingersi per "proteggere" gli Usa? Analisi con Gabriel Debach, market analyst di eToro 4 Febbraio 2025 trump wto dazi etoro dazi trump Guarda ora Storicamente, quando tutte e tre queste condizioni sono soddisfatte, si è osservata una probabilità maggiore che l’indice S&P 500 chiuda l’anno in territorio positivo. Tuttavia, come ogni modello basato su correlazioni storiche, non è una garanzia di performance future. Questo 2025 ci presenta un quadro misto che merita attenzione. I numeri del 2025, infatti, mostrano segnali contrastanti. Il Santa Claus Rally, ovvero il tradizionale rally natalizio, ha registrato una perdita dell’1,58% per l’S&P 500, che riflette un sentiment debole alla chiusura dell’anno. Nel corso di gennaio, tuttavia, i mercati hanno dato segnali incoraggianti: abbiamo una performance modesta ma positiva dell’S&P 500 (+0,63%) nei primi cinque giorni di contrattazione e una chiusura del mese con un solido +2,70%». Si è chiuso il primo mese del 2025. È possibile fare un bilancio considerando i primi 30 giorni dell’anno come un potenziale indicatore dei mercati? Quali sono gli elementi che sintetizzano l’essenza del January Barometer? «Il January Barometer o “barometro di gennaio” si basa sulla frase coniata da Yale Hirsch nel 1972: “Come va gennaio, così va l’anno”. Questa narrativa trova fondamento su due punti fondamentali: gennaio è il mese in cui gli investitori riposizionano i loro portafogli in vista dei mesi a venire, cosa che riflette il loro livello di fiducia sull’andamento dei mercati. Secondo i dati, l’accuratezza di questo indicatore è notevole: l’83,8% dal 1950, con soli 12 errori significativi. Anche considerando gli anni “piatti” (variazioni inferiori a ±5%), l’accuratezza resta al 73%, dimostrando che il Barometro di Gennaio è più di una semplice curiosità statistica: è un valido punto di riferimento per interpretare le dinamiche di mercato. Inoltre, negli ultimi 18 anni post-elettorali, ha previsto correttamente l’andamento annuale in 14 casi, rendendolo uno strumento prezioso per investitori e analisti. L’affidabilità statistica di questo indicator

Feb 6, 2025 - 17:03
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I mercati del 2025 manterranno le promesse fatte?

Con la chiusura del primo mese del 2025 gli analisti hanno qualche elemento in più per intravedere un possibile trend per i prossimi 12 mesi. Un trend che già dai primi giorni è stato interessato da elementi a volte contrastanti, non ultimo un rally di Natale che non ha rispettato il solito ottimismo che l’accompagna. Ma, come detto, non è il solo fattore che sta lasciando perplessi gli analisti. A fare una fotografia della situazione è Gabriel Debach, market analyst di eToro.

Quale potrebbe essere una definizione del January Trifecta?

«Il January Trifecta è un concetto utilizzato nei mercati finanziari per indicare una combinazione di tre indicatori positivi all’inizio dell’anno che, secondo l’analisi storica, potrebbero suggerire un andamento rialzista per l’intero anno borsistico.

Questa “trifecta” si verifica quando si verificano tre condizioni nel mese di gennaio:

  • Santa Claus Rally – Un rialzo dell’S&P 500 negli ultimi cinque giorni di dicembre e nei primi due giorni di gennaio.
  • First Five Days Indicator – Una performance positiva nei primi cinque giorni di contrattazione di gennaio.
  • January Barometer – Una performance positiva nell’intero mese di gennaio, cosa che, secondo il detto “As January goes, so goes the year”, suggerirebbe il proseguimento di un trend rialzista.
Economia
4 Febbraio 2025
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Storicamente, quando tutte e tre queste condizioni sono soddisfatte, si è osservata una probabilità maggiore che l’indice S&P 500 chiuda l’anno in territorio positivo. Tuttavia, come ogni modello basato su correlazioni storiche, non è una garanzia di performance future. Questo 2025 ci presenta un quadro misto che merita attenzione. I numeri del 2025, infatti, mostrano segnali contrastanti. Il Santa Claus Rally, ovvero il tradizionale rally natalizio, ha registrato una perdita dell’1,58% per l’S&P 500, che riflette un sentiment debole alla chiusura dell’anno. Nel corso di gennaio, tuttavia, i mercati hanno dato segnali incoraggianti: abbiamo una performance modesta ma positiva dell’S&P 500 (+0,63%) nei primi cinque giorni di contrattazione e una chiusura del mese con un solido +2,70%».

Si è chiuso il primo mese del 2025. È possibile fare un bilancio considerando i primi 30 giorni dell’anno come un potenziale indicatore dei mercati? Quali sono gli elementi che sintetizzano l’essenza del January Barometer?

«Il January Barometer o “barometro di gennaio” si basa sulla frase coniata da Yale Hirsch nel 1972: “Come va gennaio, così va l’anno”. Questa narrativa trova fondamento su due punti fondamentali: gennaio è il mese in cui gli investitori riposizionano i loro portafogli in vista dei mesi a venire, cosa che riflette il loro livello di fiducia sull’andamento dei mercati. Secondo i dati, l’accuratezza di questo indicatore è notevole: l’83,8% dal 1950, con soli 12 errori significativi. Anche considerando gli anni “piatti” (variazioni inferiori a ±5%), l’accuratezza resta al 73%, dimostrando che il Barometro di Gennaio è più di una semplice curiosità statistica: è un valido punto di riferimento per interpretare le dinamiche di mercato. Inoltre, negli ultimi 18 anni post-elettorali, ha previsto correttamente l’andamento annuale in 14 casi, rendendolo uno strumento prezioso per investitori e analisti. L’affidabilità statistica di questo indicatore è comunque influenzata da eventi esterni, come dinamiche geopolitiche o crisi economiche. Negli ultimi anni, infatti, sembra esserci stato un parziale declino nella precisione di questo barometro, complice l’aumento della volatilità e delle operazioni speculative. Pertanto, sebbene il January Barometer possa offrire alcune indicazioni, è essenziale utilizzarlo con cautela e considerarlo insieme ad altri fattori e analisi di mercato prima di prendere decisioni di investimento».

Attualita'
3 Febbraio 2025
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La fine del 2024 ha visto smentito uno dei miti più noti sul mercato, quello del Santa Claus Rally. Cosa  è successo? Quali sono i motivi che hanno dato vita a questo risultato?

«Alla fine del 2024, uno dei miti più radicati nel mondo dei mercati finanziari, quello del Santa Claus Rally, è stato smentito. Questo fenomeno, che tradizionalmente porta i mercati azionari a registrare guadagni tra il giorno di Natale e l’inizio del nuovo anno, non si è materializzato come ci si sarebbe aspettato. Tuttavia, è fondamentale ricordare che le statistiche di mercato non equivalgono a certezze future: anche nel 2024 (periodo tra la fine del 2023 e inizio del 2024) il rally natalizio era stato negativo, eppure lo S&P 500 aveva poi chiuso l’anno successivo in rialzo. Basare decisioni d’investimento su stagionalità o modelli ricorrenti può essere pericoloso, perché il mercato non sempre segue schemi prestabiliti. In generale, tuttavia, i dati del nostro Retail Investor Beat hanno evidenziato come un investitore retail italiano su due (53%) si sia approcciato al nuovo anno con fiducia, ritenendo che il mercato toro visto nel 2024 sarebbe proseguito anche nel 2025. Questo ottimismo sull’andamento dei mercati si manifesta nonostante una visione non rosea sul futuro dell’economia, dato che  il 60% degli intervistati si dice poco fiducioso sull’andamento sia dell’economia italiana che di quella globale. All’alba del nuovo anno, erano molte le incognite che gravavano sul sentiment. Le uniche  certezze erano che le banche centrali aveva intrapreso un percorso di taglio dei tassi e che ci sarebbe stato l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, con la sua lunga lista di promesse elettorali composte da politiche interne e commerciali che potrebbero riaccendere le pressioni inflazionistiche, condizionando inevitabilmente anche le scelte della Federal Reserve. Di fronte alle incertezze legate alla crescita e alle sfide geopolitiche, è probabile che il mercato abbia mostrato una certa cautela». 

Criptovalute
11 Novembre 2024
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Tra gli indicatori a cui gli analisti prestano molta attenzione ci sono i primi 5 giorni di gennaio i First Five Days. Cosa sono e perché sono importanti?

«I First Five Days di gennaio sono un indicatore di mercato che analisti e investitori osservano con attenzione per cercare di prevedere l’andamento dell’intero anno borsistico. Si tratta della performance dell’indice S&P 500 nei primi cinque giorni di contrattazione del nuovo anno: se il mercato chiude in rialzo in questo breve periodo, storicamente c’è una maggiore probabilità che l’anno si concluda con un bilancio positivo. Al contrario, una partenza negativa viene spesso interpretata come un segnale di debolezza o incertezza. L’importanza di questo indicatore deriva dalla sua correlazione storica con la performance annuale del mercato. Secondo gli studi basati su decenni di dati, quando i First Five Days registrano un guadagno, l’S&P 500 tende a chiudere l’anno in territorio positivo con una frequenza superiore alla media. Questo perché l’inizio dell’anno è spesso influenzato da diversi fattori chiave, tra cui il sentiment degli investitori, i flussi di liquidità in ingresso, le aspettative sui tassi di interesse e le prospettive macroeconomiche».

Report & analisi
4 Gennaio 2025
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Quali sono gli eventi straordinari che hanno influenzato i mercati nel recente passato e quali potrebbero essere quelli che lo faranno nell’immediato futuro?

«Negli ultimi anni, i mercati finanziari hanno dovuto cavalcare una serie di onde, ognuna con il potenziale di sorreggerne il rally o di affondarlo. Uno dei più impattanti è stato senza dubbio la pandemia nel 2020, un ricordo che sembra ormai lontano ma che ha indubbiamente innescato una delle peggiori crisi finanziarie della storia recente. Uno degli strascichi più significativi della pandemia è stata l’inflazione record del 2022,  causata proprio dalla ripresa post-pandemica, dalle interruzioni nelle catene di approvvigionamento e dall’impennata dei prezzi dell’energia. A complicare ulteriormente il quadro è stato lo scoppio della guerra in Ucraina, che ha contribuito a una crisi energetica in Europa, ha aumentato i costi delle materie prime e reso ancora più incerto il contesto economico globale. Questo scenario ha costretto la Federal Reserve e la Banca Centrale Europea ad adottare politiche monetarie restrittive, con aumenti dei tassi d’interesse che hanno messo sotto pressione i mercati azionari e obbligazionari, portando a una significativa volatilità. Nel 2023, un evento che ha scosso i mercati è stato il crollo di banche regionali negli Stati Uniti, come la Silicon Valley Bank, che ha riacceso il timore di una crisi finanziaria più ampia. Anche se l’intervento tempestivo delle autorità ha evitato conseguenze sistemiche, la fiducia nel settore bancario è stata messa alla prova. Sul fronte tecnologico, invece, abbiamo visto l’emergere travolgente dell’intelligenza artificiale, con una corsa agli investimenti in aziende del settore, con titoli come NVIDIA che hanno registrato performance straordinarie, guidando il rally del comparto tecnologico. Oggi gli elementi in campo sono ancora molti. Come evidenziato dal Retail Investor Beat, sono tre le variabili con il potenziale di spostare l’equilibrio dei mercati: Trump, Tech e Tassi. L’attenzione è rivolta ai percorsi di allentamento delle politiche monetarie da parte della Bce e, soprattutto, della Federal Reserve, che devono fare i conti con le politiche inflazionistiche che l’amministrazione Trump sembra determinata a perseguire. Inoltre, c’è trepida attesa per comprendere se i grandi investimenti fatti nel campo dell’intelligenza artificiale porteranno a dei casi d’uso remunerativi per le aziende del comparto. Ad arricchire il quadro è entrata in campo anche la Cina, con DeepSeek, che ha messo in dubbio l’esigenza di ingenti spese in conto capitale per lo sviluppo dell’AI. A livello geopolitico, restano numerosi rischi. Le tensioni tra Stati Uniti e Cina, soprattutto nel settore tecnologico e delle catene di approvvigionamento, potrebbero inasprirsi ulteriormente. Inoltre, l’evoluzione della guerra in Ucraina e la crisi in Medio Oriente rappresentano fattori di instabilità che potrebbero avere impatti sui mercati delle materie prime e sulla fiducia degli investitori». 

Finanza
31 Gennaio 2025
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In quale misura i mercati saranno condizionati dalle politiche protezionistiche di Trump?

«I mercati stanno già reagendo alla sequela di notizie intorno alle campagne protezionistiche di Donald Trump, fatte di annunci, trattative, minacce e, da quanto abbiamo potuto vedere nell’ultima settimana, di ritorsioni da parte dei Paesi colpiti. Il cambio di passo si nota anche nei consigli di amministrazione delle società: là dove fino a poche settimane fa l’intelligenza artificiale dominava le discussioni, ora la scena è occupata da temi ben più concreti: tariffe, ritorsioni e protezionismo. Lo scenario non è una novità per i mercati, che sembrano aver imparato la lezione».

Il rumore di fondo, conclude Debach, rischia tuttavia di avere il suo peso, aumentando le incertezze e innescando una certa volatilità. 

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