I dazi di Trump puniscono Temu e Shein (e strizzano l’occhio ad Amazon)
Frenare l'arrivo del fentanyl ma anche di merci a prezzi stracciati provenienti da giganti cinesi come Temu e Shein. Ecco cosa comporta l'introduzione dei dazi di Trump e perché a guadagnarci potrebbe essere Amazon. Fatti, numeri e commenti
Frenare l’arrivo del fentanyl ma anche di merci a prezzi stracciati provenienti da giganti cinesi come Temu e Shein: ecco cosa comporta l’introduzione dei dazi di Trump e perché a guadagnarci potrebbe essere Amazon. Fatti, numeri e commenti
Mentre nell’Unione europea si studiano nuove regole per arginare l’inondazione di prodotti a basso costo provenienti principalmente da e-commerce cinesi come Temu e Shein, negli Stati Uniti i dazi aggiuntivi del 10% introdotti dal presidente Donald Trump potrebbero condurre allo stesso risultato. E Amazon potrebbe beneficiarne più di chiunque altro.
GLI EFFETTI DEI DAZI USA SU SHEIN, TEMU & CO.
Se con Canada e Messico i dazi del 25% sono stati sospesi per un mese prima ancora di entrare in vigore, nei confronti della Cina Trump tira dritto. E tra coloro che ne risentiranno ci sono anche i giganti dell’e-commerce Temu e Shein, che con i loro prodotti a prezzi stracciati da tempo sono l’incubo di competitor europei e statunitensi.
Anche un peso massimo come Amazon non è infatti immune. I dazi però potrebbero cambiare gli equilibri perché eliminano l’esenzione de minimis prevista per le importazioni inferiori agli 800 dollari, che rappresentava ovviamente un vantaggio significativo per rivenditori come Temu e Shein.
PICCOLE IMPORTAZIONI ALLE STELLE
Secondo le stime della US Customs and Border Protection, nei primi nove mesi dell’anno scorso gli acquirenti e le aziende americane hanno importato dal mondo spedizioni per un valore di circa 48 miliardi di dollari grazie all’esenzione de minimis.
Nonostante questo regime fosse in vigore da quasi 100 anni, The Verge, citando sempre la US Customs and Border Protection, aggiunge che “il numero di pacchi che eludono le tasse è salito alle stelle, passando da 139 milioni all’anno nel 2015 a oltre 1,36 miliardi nel 2024”.
Inoltre, il limite è salito a 800 dollari rispetto ai precedenti 200 dopo che nel 2016 gruppi come eBay, Etsy e le società di consegna dei pacchi hanno fatto pressione sul Congresso e la crescente popolarità di piattaforme come Shein e Temu negli ultimi anni ha normalizzato l’attesa di qualche settimana per l’arrivo degli ordini dalla Cina in cambio di merci a piccolissimi prezzi.
I SOGNI SFUMATI DI TEMU E SHEIN
Ma ora la musica potrebbe cambiare perché, con le nuove regole, gli acquirenti statunitensi potrebbero presto trovare meno offerte su queste piattaforme e andare incontro a tempi di attesa ancora più lunghi.
Temu, per esempio, osserva Quartz, era sulla buona strada per raggiungere i 30 miliardi di dollari in vendite con la sua strategia di offrire prodotti a basso costo in cambio di tempi di consegna più lunghi. Ma con l’introduzione dei dazi, la sua dipendenza dalle spedizioni individuali a basso costo dalla Cina probabilmente diventerà più costosa.
Per Shein, invece, questa novità aggiunge incertezza alla sua Ipo negli Stati Uniti, inizialmente prevista per il 2024, ma che ha dovuto affrontare diverse battute d’arresto, tra cui le preoccupazioni sulle sue pratiche di lavoro. Se l’azienda con sede a Singapore e una valutazione da 45 miliardi di dollari dovesse ridurre la sua capacità di offrire prezzi così bassi, “l’appeal del suo modello di fast fashion potrebbe indebolirsi, mettendo a rischio la sua posizione sul mercato”, scrive Quartz.
IL PARERE DEGLI ANALISTI
Ieri, le azioni di PDD, società madre dei Temu, sono scese di circa il 6% nelle contrattazioni premarket negli Stati Uniti e anche gli ADR di JD.com e Alibaba hanno subito un calo.
L’analista di Citigroup Alicia Yap ha scritto: “Gli sforzi compiuti da Temu nell’ultimo anno per potenziare il suo modello di magazzino locale/semigestito potrebbero essere d’aiuto”. Ma “i nuovi dazi avranno comunque un effetto negativo sulla crescita di Temu nel 2025 e oltre”.
LARGO AL VECCHIO AMAZON?
A guadagnarci però potrebbe essere Amazon che, con la sua infrastruttura già consolidata negli Stati Uniti, offre spedizioni più rapide e ha pochi ostacoli legati ai costi dei dazi. Inoltre, per competere direttamente con Temu e Shein, nel novembre 2024 ha lanciato la piattaforma Haul, in cui propone vestiti, prodotti elettronici e altro, spesso a 2-3 dollari ma comunque non più di 20 dollari. Offre la spedizione gratuita per ordini superiori a 25 dollari, mentre al di sotto applica un costo di 3,99 dollari.
A differenza dello standard di consegna in due giorni di Amazon Prime, gli ordini Haul impiegano fino a due settimane per arrivare perché gli articoli vengono spediti direttamente dai produttori.
IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA
Tuttavia, sebbene l’eliminazione del de minimis potrebbe frenare le spedizioni dalla Cina, i dazi, ricorda The Verge, sono una tassa sulla persona o sull’entità che importa le merci, non sull’esportatore e dunque gli effetti potrebbe anche essere altri. Alcune ricerche infatti hanno dimostrato che questa mossa costerebbe al governo miliardi di dollari in più per l’applicazione delle norme e aumenterebbe in modo sproporzionato i costi per gli americani più poveri.
Inoltre, a essere coinvolti non sono solo colossi come Temu e Shein ma anche le piccole imprese americane che importano componenti, parti o forniture in lotti inferiori a 800 dollari.
Infine, Trump ha motivato la sua decisione con l’intenzione di impedire l’ingresso di oppioidi sintetici, come il fentanyl, nel Paese ma non è chiaro quanto queste spedizioni incidano su tale piaga.