Green Deal, un check-up completo degli obiettivi europei
A cinque anni dal lancio del Green Deal europeo, oggi minacciato dagli assalti dell’ultradestra, alcuni degli ambiziosi obiettivi per raggiungere la neutralità climatica comunitaria entro il 2050 sono stati ben recepiti, ma su molti di questi c’è urgente bisogno di allungare il passo. Secondo l’ultimo studio del Joint research centre (Jrc) della Commissione Ue, “Delivering […] The post Green Deal, un check-up completo degli obiettivi europei first appeared on QualEnergia.it.
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A cinque anni dal lancio del Green Deal europeo, oggi minacciato dagli assalti dell’ultradestra, alcuni degli ambiziosi obiettivi per raggiungere la neutralità climatica comunitaria entro il 2050 sono stati ben recepiti, ma su molti di questi c’è urgente bisogno di allungare il passo.
Secondo l’ultimo studio del Joint research centre (Jrc) della Commissione Ue, “Delivering the Eu Green Deal, progress towards targets” (link in basso), su 154 obiettivi vincolanti e non che compongono il Green Deal, solo 32 risultano “sulla buona strada” per essere conseguiti, mentre per 64 “è necessaria un’accelerazione”. Su 15 obiettivi, invece, “non si registrano progressi” o si evidenzia addirittura un “regresso”; per altri 43 “non sono attualmente disponibili dati”.
L’analisi comprende obiettivi quantificabili estrapolati da 44 documenti politici pubblicati tra il 2019 e il 2024 in settori chiave come clima, energia, economia circolare, trasporti, agricoltura e alimentazione, ecosistemi e biodiversità, acqua, suolo e inquinamento atmosferico.
Gli obiettivi vincolanti, derivati ad esempio dalle direttive e dai regolamenti europei e non dalle raccomandazioni, sono 87 e costituiscono il 56% del totale dei target analizzati. L’Ue è sulla buona strada per soddisfarne 13. Lo studio rileva una tendenza positiva (ma con necessità di accelerare il ritmo) per altri 29 obiettivi (33%), mentre il 14% non mostra alcun progresso e per il 38% non si dispone di dati sufficienti.
Rinnovabili e Green Deal: dove serve accelerare
Soffermandoci sugli obiettivi che riguardano le rinnovabili, il dato principale che emerge è la valutazione sul target fissato dalla direttiva Red III: 42,5% di energia da Fer nel consumo finale lordo di energia a livello Ue nel 2030.
Secondo la bozza di valutazione dei piani nazionali dei Paesi membri, le proiezioni attuali mostrano che a livello comunitario si potrebbe raggiungere una quota tra il 38,6% e il 39,3% entro fine decennio, restando quindi sotto alla soglia fissata.
Altro ambito in cui urge aumentare il passo è la riduzione del consumo energetico di almeno l’11,7% nel 2030, rispetto alle proiezioni dello scenario di riferimento Ue 2020, in modo che il consumo finale di energia dell’Unione non superi 763 Mtep.
Secondo il Jrc, le attuali dichiarazioni di intenti degli Stati membri porterebbero a miglioramenti dell’efficienza energetica soltanto del 5,8% nel 2030, circa la metà dell’obiettivo fissato.
Uno dei target vincolanti per il momento totalmente fuori portata riguarda invece l’idrogeno. Gli Stati membri dovrebbero garantire, sempre secondo la Red III, che l’H2 contribuisca almeno per il 42% alla quota di combustibili rinnovabili di origine non biologica utilizzati per usi finali e per scopi non energetici nell’industria. Al momento, però, questo appare utopistico visto che “l’uso di idrogeno rinnovabile in Europa è stato trascurabile fino al 2023”, anche nei processi industriali.
Positivi invece i risultati che porteranno alla neutralità energetica nel settore del trattamento delle acque reflue urbane entro il 2045, come disposto dalla Direttiva 91/271/CEE.
La norma prevede che i gestori degli impianti di smaltimento di queste acque, che trattano un carico di almeno 10.000 abitanti, compensino l’energia consumata producendone altrettanta da fonti rinnovabili.
Secondo il Jrc esiste un “notevole potenziale” di riduzione dell’uso di energia da combustibili fossili e delle emissioni di gas serra in questo ambito e “gli incentivi di mercato sono sempre più interessanti per gli investimenti in questa direzione”.
Gli obiettivi non vincolanti
Venendo ad alcuni obiettivi non vincolanti, luce verde per quanto riguarda l’ambizione di raddoppiare l’installazione delle pompe di calore, per un totale di 10 milioni di unità entro il 2027 e 30 milioni di unità entro il 2030. Il tasso di diffusione è stato di 2,2 milioni nel 2021 e di 3 milioni nel 2022. Il ritmo attuale è giudicato “sufficiente” per raggiungere l’obiettivo.
Anche per quanto riguarda il fotovoltaico la strada è quella giusta. La potenza installata continua a crescere e ha raggiunto, secondo SolarPower Europe, una stima di 338 GW nel 2024. L’obiettivo al 2025 di arrivare a 320 GW è già stato superato e quello di toccare 600 GW al 2030, fissato dalla EU Solar Energy Strategy, “potrebbe essere raggiunto”.
Da migliorare invece la situazione per quanto riguarda l’eolico offshore. L’ambizione di arrivare a 60 GW entro il 2030 e 300 GW entro il 2050 si scontra con una realtà fatta di aumenti nei costi delle materie prime, tassi di interesse elevati, difficoltà nelle connessioni alla rete, lentezza nelle autorizzazioni e vincoli ambientali ostici da superare.
A settembre 2024, secondo dati di Wind Europe, la potenza installata era di “solo” 35 GW. Per gli analisti il tasso di crescita dovrebbe raddoppiare per centrare la quota desiderata nei tempi stabiliti.
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