Fact-checking e moderazione sui social, la risoluzione del Consiglio d’Europa che li rende obbligatori. Avvertiti Zuckerberg e Musk
Per i suoi social in Europa Mark Zuckerberg non potrà dire addio alla moderazione dei contenuti e al fact-checking come farà, invece, per gli utenti degli Stati Uniti. L’intervista di Key4biz alla prima firmataria del Rapporto votato dal Consiglio Ue Key4biz pubblica la risoluzione 2590 votata, venerdì 31 gennaio scorso, dal Consiglio d’Europa che chiede agli […] The post Fact-checking e moderazione sui social, la risoluzione del Consiglio d’Europa che li rende obbligatori. Avvertiti Zuckerberg e Musk appeared first on Key4biz.
Per i suoi social in Europa Mark Zuckerberg non potrà dire addio alla moderazione dei contenuti e al fact-checking come farà, invece, per gli utenti degli Stati Uniti.
L’intervista di Key4biz alla prima firmataria del Rapporto votato dal Consiglio Ue
Key4biz pubblica la risoluzione 2590 votata, venerdì 31 gennaio scorso, dal Consiglio d’Europa che chiede agli Stati membri regole chiare per la moderazione dei contenuti online e pone fine all’arbitrio delle piattaforme digitali.
“Tutti i social dovranno avere la moderazione e il fack-checking gestiti da soggetti terzi”, ci spiega Valentina Grippo, deputata di Azione, vicepresidente della commissione Cultura alla Camera e prima firmataria del rapporto ‘Regulating Content Moderation in the Digital Age’ votato dal Consiglio europeo, di cui è rapporteur media.
“Prima di questo rapporto”, ha continuato, “la moderazione sui social era facoltativa, ora questa risoluzione la prevede come obbligo e non è vero che è stata approvata dopo l’annuncio di Meta di ritornare a premiare la libertà di espressione. Questo rapporto è frutto di un lavoro iniziato 1 anno e mezzo fa, a luglio 2024 siamo stati”, ha raccontato a Key4biz, “negli headquarter europei a Dublino di Meta, Google e TikTok per ispezionare i loro tool e criteri per la moderazione dei contenuti”.
“Adesso questa risoluzione” ha concluso Grippo, “deve essere recepita dagli Stati membri, se non dovessero farlo, sarebbe una grave scelta politica a discapito di un ecosistema digitale che tuteli i diritti fondamentali di tutti”.
Cosa prevede il rapporto ‘Regulating Content Moderation in the Digital Age’ votato dal Consiglio europeo
Secondo il rapporto approvato le piattaforme dovranno garantire:
- trasparenza, equità e diritto di contestazione per gli utenti.
- Non potranno più decidere in modo opaco cosa può restare online e cosa no, senza un sistema di garanzie democratiche.
Il rapporto prevede, quindi, soluzioni concrete: a partire da:
- meccanismi indipendenti di supervisione, per garantire che le decisioni sulla moderazione dei contenuti siano giuste e proporzionate.
- Una maggiore trasparenza degli algoritmi, affinché gli utenti comprendano le logiche che determinano la visibilità dei contenuti.
- Strumenti di ricorso equi ed efficaci, per chi ritiene di essere stato ingiustamente penalizzato da una decisione di moderazione.
Per approfondire:
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