Ecco come Trump ha fatto felici (per ora) Meta, Google, OpenAi e non solo

Dopo essersi schierati con Donald Trump, gli oligarchi tech ringraziano il presidente per le iniziative intraprese fin dal primo giorno del suo mandato. A partire dall'abolizione dell'ordine esecutivo di Biden sulla sicurezza dell'IA. Ma c'è chi sostiene che la Silicon Valley sia in piena "guerra civile". Fatti, commenti e previsioni.

Gen 26, 2025 - 15:12
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Ecco come Trump ha fatto felici (per ora) Meta, Google, OpenAi e non solo

Dopo essersi schierati con Donald Trump, gli oligarchi tech ringraziano il presidente per le iniziative intraprese fin dal primo giorno del suo mandato. A partire dall’abolizione dell’ordine esecutivo di Biden sulla sicurezza dell’IA. Ma c’è chi sostiene che la Silicon Valley sia in piena “guerra civile”. Fatti, commenti e previsioni

 

Con la loro devozione, gli oligarchi della tecnologia – Mark Zuckerberg (Meta), Sundar Pichai (Google), Jeff Bezos (Amazon), Tim Cook (Apple) e Shou Zi Chew (TikTok) -, oltre a essersi guadagnati un posto in prima fila alla cerimonia di inaugurazione (Elon Musk ha addirittura vinto una carica su misura nel governo), sono stati prontamente ripagati anche con un regalo nel primo giorno da presidente degli Stati Uniti di Donald Trump.

Tra i 42 ordini esecutivi firmati dal tycoon per spazzare via i quattro anni di amministrazione Biden, uno infatti ha riguardato l’abolizione di un ordine esecutivo del 2023 sulla sicurezza dell’intelligenza artificiale (IA).

E NetChoice, un’organizzazione di categoria che rappresenta aziende tecnologiche come Amazon, Google e Meta, ha fatto sapere che “plaude all’ordine del presidente Trump di liberare ‘l’età dell’oro’ dell’innovazione americana e di fermare la censura federale”. Tuttavia, il futuro di ciascuna di queste aziende sotto la nuova amministrazione è tutto da scoprire.

L’ORDINE ESECUTIVO DI BIDEN SULL’IA CHE NON ESISTE PIÙ

Se si clicca sulla pagina della Casa Bianca dell’Executive Order on Safe, Secure, and Trustworthy Development and Use of Artificial Intelligence l’unica cosa che compare è la schermata 404 – Page not found. Il provvedimento, firmato da Biden il 30 ottobre 2023, definiva gli obiettivi politici dell’amministrazione in materia di intelligenza artificiale (IA) e ordinava alle agenzie esecutive di intraprendere azioni conformi a tali obiettivi. Era considerato l’atto di governo più completo degli Stati Uniti in materia di IA.

Gli obiettivi politici riguardavano la promozione della concorrenza nell’industria dell’IA, la prevenzione delle minacce alle libertà civili e alla sicurezza nazionale legate all’IA e la garanzia della competitività globale degli Stati Uniti nel campo dell’IA. Imponeva inoltre a una serie di importanti agenzie federali di creare posizioni dedicate, come “responsabile dell’IA” all’interno delle loro organizzazioni.

La necessità di avere delle indicazioni era stata la naturale conseguenza dal momento in cui il rilascio di ChatGpt, e a cascata di tutti gli altri, aveva allarmato molti tra gli esperti circa i rischi – dalla disinformazione all’estinzione dell’uomo – di una gestione sconsiderata dell’IA, il cui avanzamento si è mostrato molto più veloce del previsto.

LE PREOCCUPAZIONI DEI RICERCATORI

Con l’abolizione dell’ordine esecutivo a poche ora dall’insediamento di Trump, quello che alcuni ricercatori speravano non accadesse si è invece realizzato. Prima del 20 gennaio Nature scriveva infatti che tra di loro c’era chi si diceva preoccupato per ciò che accadrà se le aziende saranno lasciate libere di auto-controllarsi in materia di IA.

“Sono favorevole a un’azione molto più incisiva da parte del governo in materia di regolamentazione dell’IA”, ha detto Nate Sharadin, filosofo dell’Università di Hong Kong e ricercatore affiliato al centro no-profit Center for AI Safety di San Francisco, il quale ha aggiunto: “Era incredibilmente improbabile se avesse vinto la candidata democratica Kamala Harris e sotto Trump è uno scherzo”.

Per il think thank Carnegie Endowment for International Peace, sebbene l’IA possa apportare enormi benefici sociali potenziali, tra cui il progresso delle scoperte scientifiche, l’alleviamento della povertà, la rivoluzione dell’istruzione, il miglioramento dell’assistenza sanitaria, lo snellimento dei servizi governativi, la lotta al cambiamento climatico e l’aumento della produttività dei lavoratori, “in assenza di misure di salvaguardia, l’espansione delle capacità dell’IA potrebbe generare una massiccia disoccupazione, facilitare la disinformazione, consentire la sorveglianza di massa, violare i diritti alla privacy, esacerbare le disuguaglianze, minare il controllo degli armamenti, accentuare la rivalità tra grandi potenze e persino minacciare l’estinzione umana”.

I ricercatori prevedono, tra l’altro, che i futuri ordini esecutivi di Trump rafforzeranno l’uso federale dell’IA per la sicurezza nazionale e gli usi militari. Inoltre, all’inizio di dicembre, preannunciando l’arrivo di un’IA sempre più potente, avevano lanciato l’ennesimo appello per una collaborazione tra industria e mondo accademico per supervisionarla insieme: “Governi, aziende, finanziatori della ricerca e ricercatori devono riconoscere i loro punti di forza complementari – si legge su Nature -. In caso contrario, si perderanno le intuizioni che potrebbero contribuire a migliorare l’IA e i sistemi risultanti rischiano di essere imprevedibili e quindi non sicuri”.

L’IA NELLE MANI DELLE AZIENDE PRIVATE

Al contrario, i tech bro hanno brindato all’iniziativa. NetChoice ha infatti dichiarato che l’abolizione da parte di Trump della “burocrazia dell’IA” è “fondamentale” per consentire agli Stati Uniti di essere leader nello sviluppo tecnologico.

“Abrogando le norme restrittive di Biden sulla produzione di energia e sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale, il presidente sta guidando l’America a rimanere dominante nella creazione della migliore tecnologia al mondo”, ha detto Steve DelBianco, amministratore delegato di NetChoice.

Secondo il think thank Carnegie Endowment for International Peace, si prevede che nel 2025 Microsoft, Meta, Alphabet e Amazon – quattro delle maggiori aziende tecnologiche – spenderanno un quarto di trilione di dollari per l’IA e che il mercato globale di questa tecnologia crescerà di sei volte entro il 2030. E OpenAi, SoftBank e Oracle hanno appena annunciato una joint venture da 100 miliardi dedicata alle infrastrutture per questa tecnologia.

Niente a che vedere con quanto poco si stanno invece impegnando i governi. “Per dare un’idea della portata dell’attività – scrive Nature -, nel 2021 le agenzie governative statunitensi (escluso il Dipartimento della Difesa) hanno stanziato 1,5 miliardi di dollari per la ricerca e lo sviluppo dell’IA, mentre la Commissione europea spende circa 1 miliardo di euro all’anno. Le aziende di tutto il mondo, invece, spenderanno oltre 340 miliardi di dollari per la ricerca sull’IA nel 2021″.

GUERRA IN CORSO NELLA SILICON VALLEY?

Ma stando all’imprenditore Peter W. Kruger, i tech bro non se la stanno passando così bene, anzi, la Silicon Valley sarebbe “in piena ‘guerra civile'” perché la “rivalità tra le varie cordate è stratosferica” e “il tutto per la gioia di Trump che, da negoziatore e mediatore spregiudicato, più che realmente esperto, sa di essere in una posizione fenomenale per poter usare gli uni contro gli altri per consolidare il proprio potere”.

E, per rimanere nel triste, ma stavolta realmente attribuibile, mondo dei gesti romani, vedremo chi sarà vittima del pollice verso del neopresidente degli Stati Uniti.