Concessioni elettriche, si teme per l’effetto in bolletta
Se non ci trovassimo in una fase storica di caro energia il dibattito politico sui rinnovi delle concessioni per le reti di distribuzione avrebbe probabilmente assunto toni meno “elettrici”. L’espressione è quanto mai appropriata ascoltando gli strali lanciati al Governo dall’opposizione e da alcuni esponenti della stessa maggioranza, preoccupati dall’effetto in bolletta che avranno i […] The post Concessioni elettriche, si teme per l’effetto in bolletta first appeared on QualEnergia.it.
Se non ci trovassimo in una fase storica di caro energia il dibattito politico sui rinnovi delle concessioni per le reti di distribuzione avrebbe probabilmente assunto toni meno “elettrici”.
L’espressione è quanto mai appropriata ascoltando gli strali lanciati al Governo dall’opposizione e da alcuni esponenti della stessa maggioranza, preoccupati dall’effetto in bolletta che avranno i nuovi piani straordinari di investimento dei concessionari.
I Dso uscenti, infatti, hanno ottenuto il rinnovo ventennale delle concessioni in scadenza nel 2030 grazie all’ultima legge di Bilancio (commi 50-53), ma sono statti vincolati a definire investimenti straordinari per migliorare le prestazioni del sistema e favorire la connessione delle rinnovabili.
Fin qui nulla da eccepire, sembrerebbe, se non per la decisione di escludere il mercato negando nuove gare per la distribuzione; scelta che sarebbe stata preferita, ad esempio, dalle Regioni Veneto (in quota Lega) ed Emilia-Romagna (in quota PD).
Il problema nasce nel momento in cui i costi legati ai piani straordinari di investimento dei gestori saranno remunerati al 5,6% in bolletta, secondo l’attuale framework regolatorio.
A sottolineare questo aspetto è Luigi Marattin, ex esponente di Italia Viva ora al Gruppo Misto di Montecitorio, che ha presentato una specifica interpellanza al titolare del Mase.
In realtà non si tratta di una novità, come suggerisce dalle pagine del Corriere della Sera l’ex presidente Arera, Guido Bortoni, ricordando che da sempre gli utenti fanno fronte all’adeguatezza del sistema e che le voci a bilancio per gli investimenti sulle reti, secondo la Regolazione, non possono dare luogo a maggior profitto delle utility.
Il problema fondamentale, come accennato, è la coincidenza storica tra la deadline dettata dal decreto Bersani per intervenire sulle concessioni in scadenza e l’acuirsi delle difficoltà sociali nel far fronte ai costi energetici.
Intanto, però, sarebbe stato utile un intervento esplicativo da parte del Governo e l’occasione poteva essere la risposta arrivata oggi (24 gennaio) in aula della Camera all’interpellanza Marattin.
La sottosegretaria al Mimit Fausta Bergamotto, riportando le indicazioni date dal Mase sull’atto ispettivo, si è limitata a ricostruire la vicenda, ricordando come la stessa legge di Bilancio preveda che “eventuali maggiori entrate derivanti” da oneri in bolletta per investimenti sulle reti “saranno destinate prioritariamente alla riduzione dei costi energetici degli utenti finali del servizio elettrico”.
Passaggio fortemente criticato in replica da Marattin: “Prendete dei soldi dalle bollette per abbassare le bollette. Gli oneri concessori lasciateli pagare ai concessionari”.
La sottosegretaria ha comunque segnalato che Arera “sta svolgendo i necessari approfondimenti” per presentare al Mase la proposta di decreto, da adottare entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge di Bilancio, che definirà termini e modalità per la valutazione e l’approvazione dei piani straordinari di investimento dei distributori (leggi anche A marzo i piani di sviluppo quinquennale delle reti elettriche).
Solo dopo questo step in capo al Regolatore, spiega Bergamotto, si potranno comprendere meglio le cifre in gioco.
Intanto, però, il fronte delle critiche si allarga al Pd. Secondo il responsabile economico del partito, il senatore Antonio Misiani, la proroga ventennale delle concessioni per la distribuzione elettrica è “un affare per le società che le detengono. Assai meno per i consumatori, che avranno bollette più care. La priorità è riformare il mercato elettrico”.
Sulla stessa linea Giulia Pastorella, esponente di Azione alla Camera: “Credo che la messa a gara (delle concessioni, ndr) avrebbe permesso di valorizzare gli operatori disposti a investire di più, con benefici per tutto il sistema”.
Ipotesi, però, che avrebbe aperto la partita della remunerazione degli investimenti già fatti dai concessionari uscenti; questione che, ad esempio, ha creato un lunghissimo stallo nel caso delle gare per le concessioni della distribuzione gas.The post Concessioni elettriche, si teme per l’effetto in bolletta first appeared on QualEnergia.it.
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