Ampliata la storica falesia di Capo d’Uomo, all’Argentario

Lorenzo Masala ha chiodato 10 nuove vie in questa zona di climbing anche invernale, aumentando del 40% gli itinerari disponibili L'articolo Ampliata la storica falesia di Capo d’Uomo, all’Argentario proviene da Montagna.TV.

Gen 26, 2025 - 17:32
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Ampliata la storica falesia di Capo d’Uomo, all’Argentario

La storica falesia di Capo d’Uomo, all’Argentario, è stata recentemente ampliata: alle 18 linee originarie il chiodatore toscano Lorenzo Masala ne ha aggiunte altre 10, di cui 3 saranno completate per la fine di gennaio. “Le nuove vie si sviluppano a sinistra di quelle storiche, con una lunghezza tra 19 e 38 metri”, spiega Carmela Malomo, scalatrice e amministratrice della piattaforma Climbing Spot Factory, che è già stata a visitare il nuovo settore.

Capo d’Uomo ha ora il 40% di nuove vie

“Lorenzo ha portato avanti negli ultimi anni un grosso lavoro su due fronti: aprire questi nuovi itinerari, e richiodare quelli già esistenti. Questo ha reso la falesia più interessante anche per arrampicatori di livello medio-alto, dato che mentre i tiri storici erano quasi tutti di difficoltà tra il 5c e il 6c+, quelli nuovi raggiungono il grado di 8a. Queste linee corrono su pareti verticali o leggermente aggettanti, e sono chiodate generosamente in ottica di arrampicata sportiva. Anche per la loro valutazione il chiodatore si è attenuto ai criteri seguiti per le linee preesistenti, sicché gli habitués del posto non dovrebbero trovare incongruenze tra i gradi dei vecchi tiri e quelli dei nuovi”, spiega Malomo.

Lo stile di arrampicata delle vie di recente chiodatura ricalca quello originario della falesia, con sezioni tecniche e talvolta atletiche. La parete è costituita da un calcare marino di buona qualità che offre ottima aderenza anche sulle vie più vecchie. “Mi pare quasi un miracolo che nella parte storica non si sia consumato quasi per niente dopo tanti anni”, dice ancora Malomo“. È evidentemente un tipo di calcare che non perde facilmente la sua ruvidità. La roccia presenta buchetti, buconi, cannette, fessure piccole e grandi, e piccoli parallelepipedi da “lavorare” come meglio si crede, o si riesce: spalmandoli come verticali, oppure prendendoli sulla cima, a mano piatta. Le pareti non sono affatto avare di prese e danno soddisfazione allo scalatore con le forme variegate che richiedono tecnica ed esperienza di arrampicata”.

Grazie all’esposizione a Est/Sud Est, questa falesia d’inverno è esposta al sole per tutta la mattina, ed è dunque adatta alla scalata nella stagione fredda, almeno fino al primo pomeriggio. Questo, anche grazie alla vicinanza del mare che fa da volano termico, impedendo alla temperatura di crollare appena il sole scende dietro la montagna. Nelle mezze stagioni si scala piacevolmente per tutto il giorno, mentre d’estate solo nel tardo pomeriggio. Diverso il discorso per le vie lunghe, che hanno un’esposizione mista, e sono adatte alla frequentazione invernale solo in giornate poco ventose, soprattutto per i passaggi in spigolo.

Una falesia storica

Le pareti di Capo d’Uomo sono state scalate fin dagli anni ‘60/’70, da alpinisti toscani e romani. La falesia vera e propria è però nata tra il 1985 e il 1986, ad opera dei locali Giancarlo Rustici e Paolo Pozzi. Nel 2012, con il contributo della sezione CAI di Grosseto, la guida alpina Eraldo Meraldi ha richiodato in maniera sicura gli itinerari storici e ne ha aperti di nuovi. In seguito, lo stesso Meraldi ha aggiunto alcune vie multipitch, sia sportive e plaisir sia da integrare, per gli amanti dell’alpinismo. Quelle sportive sono state recentemente rimesse in sicurezza con fix in acciaio 316L da 12 mm, acquistati anche con il contributo di Climbing Spot Factory. Nel 2021, Francesco Profico ha aperto la via lunga ‘Gechi di Maremma’, con tre tiri tra il 5c e il 6a.

Tutto questo rende l’area di Capo d’Uomo in grado di soddisfare le esigenze di gran parte degli scalatori. Ce n’è per tutti i gusti e per tutti i gradi, dall’arrampicata sportiva in falesia alle vie lunghe da integrare, e dai gradi più facili fino all’8a. “Inoltre, l’Argentario è una specie di pontile proteso verso la Sardegna: spesso quando in tutto il Centro Italia c’è cattivo tempo, qui splende il sole. E se questo accade in un fine settimana, la falesia si affolla tantissimo, e si sente parlare romano, perché gli scalatori del Lazio si fiondano tutti nell’unico posto dove si riesce a scalare”, commenta Carmela.

Da sottolineare il valore di questa falesia anche dal punto di vista paesaggistico. “La base delle pareti gode di un favoloso affaccio sul mare dell’Argentario. La vista è meravigliosa: una parete triangolare lunga, alta e suggestiva, che si erge dal mare, e che in cima al triangolo è dominata da una antica Torre di avvistamento saracena, il punto di arrivo di tutte le vie lunghe. I profumi della macchia mediterranea (rosmarino, menta, timo, e perfino l’elicriso) ti accompagnano per tutto l’avvicinamento, e anche durante la scalata” ricorda Malomo.

Il lavoro di aggiornamento e messa in sicurezza della chiodatura è stato effettuato da Lorenzo Masala con fix certificati in acciaio 316L, a spese sue e con il contribuito volontario dei frequentatori della falesia. Per chi volesse contribuire, la raccolta di fondi si trova a questo link.

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