Amazon web service entra nel Polo strategico nazionale, cresce la sicurezza del cloud
Amazon web service entra nel Polo strategico nazionale garantendo 1,2 miliardi di investimenti per il cloud nei prossimi 5 anni: il piano.
Il Polo strategico nazionale (PSN) ha siglato un accordo con la piattaforma Amazon web services (AWS) che prevede l’ingresso di questo importante realtà di cloud computing nell’hub strategico italiano di tali servizi. Si tratta di un passaggio molto importante nella trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione italiana, sia da un punto di vista infrastrutturale che e computazionale, che rientra nelle operazioni di Secure public cloud PSN previste dalla convenzione del dipartimento per la Trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Al dato pratico l’accordo siglato permetterà alla Pa italiana di accedere agli oltre 80 servizi di Amazon web services localizzati in Italia, con i dati e le implicazioni che saranno custoditi in Data Center unicamente nazionali. Inoltre, la sicurezza dei dati verrà garantita dall’utilizzo delle chiavi di crittografia del Polo strategico nazionale, nel rispetto degli standard di sicurezza e protezione dei dati critici. L’investimento di Amazon sarà di 1,2 miliardi in cinque anni.
Il piano del Polo strategico nazionale
Così come definito nel Pnrr, l’Italia con il suo Polo Strategico Nazionale (società partecipata da TIM, Leonardo, Cassa Depositi e Prestiti e Sogei) deve garantire la realizzazione della strategia cloud Italia che ha il principale obiettivo di aumentare l’autonomia tecnologica al Bel Paese per rafforzare la sovranità, la sicurezza e l’innovazione dei servizi digitali che vengono erogati dagli enti pubblici.
Grazie all’accordo raggiunto con AWS, l’Italia rafforza la propria offerta multicloud potendo contare anche già sulle intese ottenute con altri grandi player globali come Google, Microsoft e Oracle.
Il ruolo di Amazon web services
Il supporto di Amazon web services al Polo strategico nazionale, si ricorda istituito dal governo di Mario Draghi su spinta dell’allora ministro della Transizione digitale Vittorio Colao, si materializza in un impegno a lungo termine nei confronti dei clienti e delle comunità locali in Italia. La società sussidiaria di Amazon ha previsto, infatti, un investimento nel Bel Paese di 1,2 miliardi di euro nei prossimi cinque anni volto a espandere la propria infrastruttura cloud e i servizi nella regione.
L’intero processo porterà anche alla creazione di nuovi posti di lavoro (la stima è di 5.500 nuove richieste entro il 2029), oltre a stimolare l’innovazione italiana e a rafforzare l’intero sistema tecnologico di un Paese che, almeno negli intenti della Presidenza del Consiglio, dovrebbe diventare il principale hub digitale nel Mediterraneo. Il progetto permetterà di supportare il Piano Mattei e la G7 Partnership for Global Infrastructure and Investment (PGII).
A quanto detto si aggiunge che l’investimento di Amazon web services contribuirà, sempre entro il 2029, per 880 milioni al Pil italiano, andandosi ad aggiungere a quello iniziale di 2 miliardi di euro per il lancio della regione AWS Europa (Milano) nel 2022.
I prossimi obiettivi del Psn
La crescita significativa registrata dal Psn fin dalla sua istituzione pone oggi l’ambizioso obiettivo di raggiungere 280 amministrazione migrante con almeno il 40% dei servizi entro giugno 2026 (termine fissato dal Pnrr).
L’Ad del l Polo strategico nazionale, Emanuele Iannetti, ha così esposto la situazione attuale: “Oltre 470 Pubbliche Amministrazioni hanno scelto di migrare sul cloud di Polo strategico nazionale. Di queste oltre 450 hanno già avviato il processo di migrazione dei servizi su infrastrutture cloud, circa 320 hanno migrato almeno un servizio e più della metà risultano full migrated. Oltre 130 amministrazioni sono relative a ospedali e ASL: anche questo è un dato molto rilevante”.
E ancora: “Psn ha acquisito contratti per circa 2,8 miliardi di euro traguardando nel secondo anno di vita il valore contrattuale previsto per l’intero arco di convenzione, al 2035, di 3 miliardi”. Questi dati spingono l’Ad a dire che alla fine del 2025 i ricavi saranno nell’ordine dei 300 milioni.
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