Altro che fiction le storie vere del Settecento inglese

“Guida pettegola al Settecento inglese” di Francesca Sgorbati Bosi  letto da Tullio Fazzolari

Gen 26, 2025 - 15:12
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Altro che fiction le storie vere del Settecento inglese

“Guida pettegola al Settecento inglese” di Francesca Sgorbati Bosi  letto da Tullio Fazzolari

Fiction televisive di successo hanno raccontato negli ultimi anni Londra e l’Inghilterra dei secoli scorsi. Le scenografie erano stupende, i costumi sfarzosi, i gioielli preziosi. Ovviamente i protagonisti erano immaginari e in qualche caso poco credibili: neppure inchinandosi ai comandamenti del politicamente corretto riesce possibile immaginare che in quell’epoca ci fossero duchi e regine di colore. Ma le trame erano intriganti grazie a scandali, matrimoni, tradimenti e, soprattutto, una dose massiccia di gossip. Storie così però non c’era bisogno di inventarsele. Come spesso succede, la realtà è superiore all’immaginazione. Per rendersene conto basta leggere “Guida pettegola al Settecento inglese” di Francesca Sgorbati Bosi (Sellerio, 544 pagine, 14,99 euro) e si può garantire che le vicende raccontate con giusta ironia dall’autrice sono molto più divertenti di qualunque fiction.

Accade, per esempio, che nel 1717 una nobildonna faccia l’elogio del velo integrale sostenendo la singolare teoria che questo permette alle donne orientali una maggiore libertà sessuale. Intuita l’opportunità, a Londra si cerca di sfruttarla organizzando feste mascherate ma non mancano gli imprevisti: due coniugi divorziati si ritrovano felicemente insieme e nessuno dei due si accorge dell’identità dell’altro. Altri problemi di coppia derivavano dalla celebrazione dei cosiddetti matrimoni segreti: erano talmente riservati che poteva non restarne traccia e così un’ex moglie riuscì a convolare a nuove nozze senza essere accusata di bigamia. Meno fortunata invece lady Diana Spencer che nel 1757 decise di sposare il visconte Bolingbroke. Il marito era un libertino assatanato e il matrimonio fu una tragedia e chissà forse nell’omonimia c’era un presagio. 

Se qualcuno si meraviglia di scandali o pettegolezzi che in tempi recenti hanno coinvolto la famiglia reale si può replicare che forse sono ben poca cosa rispetto a quelli avvenuti nel Settecento. Nella dinastia degli Hannover è successo di più e di peggio. Re Giorgio III rimase sul trono anche quando tutti coloro che erano a contatto con lui avevano tristemente constatato che era diventato pazzo. Di carattere era sempre stato insicuro e instabile ma almeno aveva un forte senso del dovere. La sconfitta subita dall’Inghilterra nella guerra d’indipendenza americana lo aveva però traumatizzato e probabilmente questa era la causa della follia. Ma i possibili successori erano sicuramente peggio di lui. Le disavventure dei fratelli di Giorgio III erano tali da far sembrare un chierichetto l’attuale principe Andrea. Per evitare che il re venisse esautorato servì il colpo di genio di un grande politico, il primo ministro William Pitt, che riuscì a far approvare dal parlamento una risoluzione in cui si affermava che quella di Giorgio III era solo un’incapacità temporanea. “Guida pettegola al Settecento inglese” non si limita a personaggi storici. Dai maneggi dell’ambiente finanziari alle condizioni di vita dei poveri, dai giornali alle forze armate c’è una radiografia di tutta l’Inghilterra dell’epoca. Tanto documentata e veritiera da essere più appassionante di una serie televisiva.