Quartiere ’sequestrato’: "Viviamo isolati tra degrado e spaccio". Il comitato non molla

Il cubo di cemento abbandonato da quel 16 febbraio 2024. Dopo il crollo la zona è precipitata: le richieste al Comune. "Più controllo, più pulizia e riapertura di via da Empoli".

Feb 6, 2025 - 07:57
 0
Quartiere ’sequestrato’: "Viviamo isolati tra degrado e spaccio". Il comitato non molla

Finestre e balconi con affaccio su un buco nero di 16mila metri quadrati. Un’enorme gru sulle teste e un blocco di cemento armato che porta gli evidenti segni di una tragedia, da un anno tengono sotto sequestro un intero quartiere. In via Mariti, a pochi giorni dall’anniversario dal crollo della trave nel cantiere Esselunga che ha travolto e portato con sé la vita di cinque operari, le novità dell’inchiesta (spiegate nelle pagine precedenti) hanno portato un barlume. "Speriamo che questo sia un primo passo verso un ritorno alla normalità, alla vivibilità e decoro alla zona. Oltre ovviamente a dare giustizia alle vittime", commenta Nicla Gelli, portavoce del comitato ex Panificio militare.

Lentamente, eppur qualcosa si muove. Da quella mattina del 16 febbraio, "non è stato fatto nessun passo avanti" dice sempre Gelli. La zona è diventata piazza di spaccio e degrado, difficile da vivere anche in termini di viabilità e parcheggi. A pagare il prezzo più grande sono stati "i reclusi" di via da Empoli, così li chiamano i vicini. "La strada è bloccata, i mezzi di soccorso non passano. Una signora si è sentita male poco tempo fa ed è stata portata in braccio dal portone fino in via Mariti - prosegue Gelli -. Per non parlare del degrado. Il passaggio pedonale è sempre sporco, non viene pulito. Anche i viali privati sono nelle mani degli spacciatori che entrano ed escono, nascondono roba, come se fossero i padroni, e se qualcuno si ’permette’ di guardarli, si rivolgono con fare minaccioso".

La fisiologica conseguenza è stata una svalutazione del quartiere e un mercato immobiliare fermo: "Vendere è diventato difficile. Chi comprerebbe una casa a queste condizioni?". Ecco, quindi, che nel silenzio assordante durato 24 mesi, il passo in avanti nelle indagini vengono accolte con un timido sorriso compiaciuto da chi si è sentito abbandonato. "Settimana scorsa abbiamo avuto un incontro con il gruppo Pd del Comune, per avanzare alcune proposte - continua la portavoce del comitato - ovviamente prima di sapere delle indagini".

Fra tutte: la riapertura della via Giovanni Da Empoli, appunto, dopo una perizia di stabilità statica o la costruzione di una struttura di protezione e contenimento, eventualmente da realizzare su suolo pubblico, quindi fuori dal perimetro sotto sequestro, in modo da garantire sicurezza e la riapertura alla viabilità carrabile. Poi la disinfestazione dell’area del cantiere, il dissequestro e lo smontaggio delle gru, che destano non poca preoccupazione per chi ci convive, alla luce del probabile deterioramento e dei fenomeni meteoreologici estremi registrati nell’ultimo periodo. Il comitato chiede anche azioni più immediate, come una maggiore cura nella pulizia del passaggio pedonale residuo sempre di via Da Empoli, con una presenza più corposa delle forze dell’ordine e maggiore illuminazione del marciapiede; così come l’attivazione dei nuovi cassonetti interrati in Via De Marignolli, così da poterci ricavare qualche posto auto in più. In attesa che qualcosa cambi, per tornare come prima, il 16 febbraio ci sarà una commemorazione per l’anniversario della strage.

Teresa Scarcella