Piantati due milioni di mangrovie: il progetto di riforestazione di un pescatore che ha salvato il suo villaggio

Un tempo rifugio di balene e pescatori, la Laguna di San Ignacio, situata all’interno della Riserva della Biosfera di El Vizcaíno, (nella Bassa California del Sud, uno dei 31 stati federati del Messico, nella parte nord-occidentale del Paese) si era trasformata in un territorio in declino, in cui le mangrovie, guardiane naturali delle coste, si...

Feb 3, 2025 - 08:05
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Piantati due milioni di mangrovie: il progetto di riforestazione di un pescatore che ha salvato il suo villaggio

Un tempo rifugio di balene e pescatori, la Laguna di San Ignacio, situata all’interno della Riserva della Biosfera di El Vizcaíno, (nella Bassa California del Sud, uno dei 31 stati federati del Messico, nella parte nord-occidentale del Paese) si era trasformata in un territorio in declino, in cui le mangrovie, guardiane naturali delle coste, si erano ritirate, lasciando il villaggio di El Delgadito esposto agli umori dell’oceano.
Fortunatamente, dove la natura arretrava, la fermezza di un uomo avanzava: David Borbón, pescatore senza titoli accademici ma persona tenace e con grande spirito d’osservazione, ha trovato un modo per ridare vita a un ecosistema che sembrava perduto.

Un paradiso minacciato

Quando Borbón arrivò a El Delgadito nel 1980, il villaggio era un vero e proprio eden. Il mare abbondava di pesci e crostacei, la costa era solida e protetta da fitte mangrovie, un paradiso terrestre che purtroppo non era destinato a durare in eterno. La pesca eccessiva e gli eventi meteorologici estremi hanno infatti alterato l’equilibrio, erodendo la terra e cancellando intere distese di alberi. Tra il 1990 e il 2005, la laguna ha perso oltre 2.500 ettari di mangrovie, lasciando le comunità locali prive di protezione e di risorse.
Le mangrovie sono alberi straordinari (ne abbiamo già parlato in questo articolo) che possono aiutare l’uomo sotto molteplici aspetti, e senza di loro l’ecosistema di El Delgadito rischiava di collassare.

La sfida della riforestazione

Borbón sapeva che ripristinare le mangrovie era essenziale, ma non esisteva un manuale per farlo. I primi tentativi, seguendo metodi tradizionali usati in altre regioni del Messico, fallirono. Le piante crescevano in vivaio ma morivano una volta trapiantate, perche il clima semidesertico di El Delgadito era troppo ostile per i metodi standard.
Dove la scienza non offriva risposte immediate, Borbón si affidò all’osservazione. Passò ore tra le mangrovie rimaste, studiando il loro comportamento. Capì che la chiave era la semina diretta: piantare i semi nel loro ambiente naturale, rispettando i ritmi della laguna. Con il supporto della moglie Ana María Peralta e della figlia, affinò il metodo, riuscendo ad ottenere dei risultati concreti.

Un successo oltre ogni aspettativa

Uno studio pubblicato su Nature nel 2018 ha confermato l’efficacia del metodo Borbón: in tre anni erano state piantate 30.000 nuove mangrovie con un tasso di sopravvivenza superiore al 90%. Oggi, il progetto ha piantato oltre 1,8 milioni di alberi, trasformando El Delgadito in un modello di riforestazione per tutto il Messico.
Marco Antonio Gonzalez Viscarra, direttore della Riserva della Biosfera di El Vizcaíno, ha riconosciuto l’importanza del progetto: “Ha contribuito alla mitigazione del cambiamento climatico e alla protezione della comunità”. Anche se la riserva ha fornito alcuni finanziamenti, il cuore del progetto resta il lavoro instancabile dei pescatori locali.

Sirene nelle mangrovie

Un tempo, i pescatori vedevano le mangrovie come un ostacolo: radici intrecciate, rami scomodi, un intralcio per le barche. Oggi, grazie alla determinazione di Borbón, hanno compreso il loro grandissimo valore e la trasformazione non è stata solo di tipo ambientale, ma culturale.
Borbon ama scherzare sulla sua ossessione per le mangrovie.

“Mia moglie dice che ho un’amante, che passo le notti con le sirene nelle mangrovie”, racconta ridendo. La verità è che ha dedicato la sua vita a queste piante, studiandole con un’attenzione quasi maniacale.
Il segreto del suo successo? Nessuna magia, solo grande rispetto per la natura. “Se cerchi di forzarla, fallisci. Devi ascoltarla, osservare e adattarti”, spiega. La sua metodologia, basata sull’esperienza diretta, ha mostrato al mondo che il ripristino ambientale non è sempre una scienza esatta, ma un’arte che richiede sensibilità e dedizione.

Un futuro radicato nella natura

Oggi, El Delgadito non è più solo un villaggio di pescatori, ma un simbolo di resistenza ed innovazione ecologica. La comunità ha dimostrato che, con pazienza e impegno, si possono invertire i danni causati dall’uomo e dal clima.
Il progetto di Borbón è una storia di successo ambientale, un esempio di come le soluzioni migliori spesso nascano dall’osservazione diretta e dall’amore per il proprio territorio. E chissà, magari anche dall’ascolto di qualche sirena nascosta tra le mangrovie.

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