Osteoporosi, dalla Svizzera un nuovo possibile rimedio
Per Elena all’inizio non era altro che un leggero fastidio al ginocchio. Si ripresentava ogni tanto come un ospite poco gradito. Ma tra il lavoro, i figli e le lezioni di pilates non vi era tempo per pensarci. La vita continuava a scorrere come aveva sempre fatto. E poi era entrata da poco in menopausa. Su Internet aveva letto che qualche dolore era normale, quasi una routine a cui abituarsi. Un giorno, però, arrivarono le fitte al collo e ai polsi. E una frattura improvvisa al femore. Perché tutta questa sofferenza? Era difficile darsi una spiegazione chiara. Almeno fino al momento della diagnosi. Elena aveva l’osteoporosi. Un vero e proprio killer silenzioso, che solo in Italia colpisce più di dieci milioni di persone, senza distinzione tra donne e uomini. In termini scientifici viene definita come una malattia sistemica caratterizzata dalla riduzione della massa ossea e da un’alterazione della microarchitettura del tessuto scheletrico. Il risultato? Le ossa diventano più fragili e molto più esposte al rischio di fratture spontanee o traumi. Si tratta di un male silente, che non dà segnali immediati. Solo con il tempo il dolore diventa cronico, con accentuazione della cifosi dorsale e riduzione della statura. Un fenomeno ancora troppo sottovalutato secondo gli esperti. Anzi, spesso sono i trattamenti adeguati a mancare. E ciò la fa rientrare nel novero delle malattie incurabili. O la si previene o si può fare in modo di arrestarne la progressione. Eppure, c’è ancora luce in fondo al tunnel. La speranza arriva da un nuovo studio pubblicato sulla rivista Bone, l’associazione più prestigiosa nel campo della ricerca clinica sullo scheletro e sul metabolismo minerale. Un gruppo scientifico ha sviluppato un promettente idrogel che può essere iniettato direttamente nelle ossa indebolite dall’osteoporosi. Il team è guidato da Domenique Pioletti, responsabile del laboratorio di ortopedia biomeccanica all’ Ecole Polytechnique di Losanna, in Svizzera. Ma non vi sono solamente componenti del mondo accademico; un ruolo chiave lo svolge anche la startup Flowbone. L’obiettivo che si pongono è molto chiaro fin dal loro statuto: creare un mondo in cui gli anziani possano godere di un elevato livello di indipendenza e di una migliore qualità di vita. “Molte persone che hanno subito fratture osteoporotiche non si rendono conto di quanto possa essere grave la lesione”, ha affermato Pioletti. “I pazienti più fragili, inoltre, corrono il rischio di non guarire mai completamente e di vedere diminuita la loro aspettativa di vita”, ha aggiunto l’esperto. Così l’idea di un trattamento localizzato, lì dove si manifesta il danno, utilizzando un idrogel fatto di acido ialuronico e nanoparticelle di idrossiapatite, che insieme imitano i minerali naturali di un osso. Nelle prove di laboratorio il prodotto è stato iniettato nelle ossa di ratti effetti da osteoporosi. E i risultati si sono rivelati sorprendenti. In poche settimane la densità ossea locale è aumentata da due a tre volte. Ma non solo. I ricercatori hanno provato a combinare l’idrogel insieme allo Zoledronato, un noto farmaco anti-catabolico. E anche in questo caso gli esiti sono stati positivi: la densità ossea è aumentata fino a 4,8 volte in sole 2-4 settimane. Certamente non siamo di fronte alla panacea di tutti i mali, tuttavia lo studio disegna scenari interessanti. Pioletti e il suo team stanno aspettando l’approvazione per avviare le sperimentazioni sull’uomo. Il fine ultimo è quello di sviluppare terapie che possano prevenire l’osteoporosi. Un notevole passo in avanti insomma. Nell’attesa è bene adottare le giuste precauzioni: come ricorda l’Istituto Superiore di Sanità, “è una sfida che deve cominciare in età precoce, soprattutto nell’adolescenza, quando l’apporto di calcio attraverso gli alimenti viene assorbito dall’organismo e contribuisce al consolidarsi della densità ossea”. L’attività fisica, inoltre, rimane sempre una delle migliori soluzioni per prevenire danni futuri. Se fatta all’aria aperta ancora meglio, dato il ruolo chiave svolto dalla vitamina D. Piccole accortezze che possono tradursi in più salute per tutti.
Per Elena all’inizio non era altro che un leggero fastidio al ginocchio. Si ripresentava ogni tanto come un ospite poco gradito. Ma tra il lavoro, i figli e le lezioni di pilates non vi era tempo per pensarci. La vita continuava a scorrere come aveva sempre fatto. E poi era entrata da poco in menopausa. Su Internet aveva letto che qualche dolore era normale, quasi una routine a cui abituarsi. Un giorno, però, arrivarono le fitte al collo e ai polsi. E una frattura improvvisa al femore. Perché tutta questa sofferenza? Era difficile darsi una spiegazione chiara. Almeno fino al momento della diagnosi. Elena aveva l’osteoporosi.
Un vero e proprio killer silenzioso, che solo in Italia colpisce più di dieci milioni di persone, senza distinzione tra donne e uomini. In termini scientifici viene definita come una malattia sistemica caratterizzata dalla riduzione della massa ossea e da un’alterazione della microarchitettura del tessuto scheletrico. Il risultato? Le ossa diventano più fragili e molto più esposte al rischio di fratture spontanee o traumi. Si tratta di un male silente, che non dà segnali immediati. Solo con il tempo il dolore diventa cronico, con accentuazione della cifosi dorsale e riduzione della statura. Un fenomeno ancora troppo sottovalutato secondo gli esperti. Anzi, spesso sono i trattamenti adeguati a mancare. E ciò la fa rientrare nel novero delle malattie incurabili. O la si previene o si può fare in modo di arrestarne la progressione.
Eppure, c’è ancora luce in fondo al tunnel. La speranza arriva da un nuovo studio pubblicato sulla rivista Bone, l’associazione più prestigiosa nel campo della ricerca clinica sullo scheletro e sul metabolismo minerale. Un gruppo scientifico ha sviluppato un promettente idrogel che può essere iniettato direttamente nelle ossa indebolite dall’osteoporosi. Il team è guidato da Domenique Pioletti, responsabile del laboratorio di ortopedia biomeccanica all’ Ecole Polytechnique di Losanna, in Svizzera. Ma non vi sono solamente componenti del mondo accademico; un ruolo chiave lo svolge anche la startup Flowbone. L’obiettivo che si pongono è molto chiaro fin dal loro statuto: creare un mondo in cui gli anziani possano godere di un elevato livello di indipendenza e di una migliore qualità di vita. “Molte persone che hanno subito fratture osteoporotiche non si rendono conto di quanto possa essere grave la lesione”, ha affermato Pioletti. “I pazienti più fragili, inoltre, corrono il rischio di non guarire mai completamente e di vedere diminuita la loro aspettativa di vita”, ha aggiunto l’esperto.
Così l’idea di un trattamento localizzato, lì dove si manifesta il danno, utilizzando un idrogel fatto di acido ialuronico e nanoparticelle di idrossiapatite, che insieme imitano i minerali naturali di un osso. Nelle prove di laboratorio il prodotto è stato iniettato nelle ossa di ratti effetti da osteoporosi. E i risultati si sono rivelati sorprendenti. In poche settimane la densità ossea locale è aumentata da due a tre volte. Ma non solo. I ricercatori hanno provato a combinare l’idrogel insieme allo Zoledronato, un noto farmaco anti-catabolico. E anche in questo caso gli esiti sono stati positivi: la densità ossea è aumentata fino a 4,8 volte in sole 2-4 settimane. Certamente non siamo di fronte alla panacea di tutti i mali, tuttavia lo studio disegna scenari interessanti. Pioletti e il suo team stanno aspettando l’approvazione per avviare le sperimentazioni sull’uomo.
Il fine ultimo è quello di sviluppare terapie che possano prevenire l’osteoporosi. Un notevole passo in avanti insomma. Nell’attesa è bene adottare le giuste precauzioni: come ricorda l’Istituto Superiore di Sanità, “è una sfida che deve cominciare in età precoce, soprattutto nell’adolescenza, quando l’apporto di calcio attraverso gli alimenti viene assorbito dall’organismo e contribuisce al consolidarsi della densità ossea”. L’attività fisica, inoltre, rimane sempre una delle migliori soluzioni per prevenire danni futuri. Se fatta all’aria aperta ancora meglio, dato il ruolo chiave svolto dalla vitamina D. Piccole accortezze che possono tradursi in più salute per tutti.