Microsoft e LinkedIn denunciati per aver divulgato dati dei clienti per l’addestramento di modelli di AI

LinkedIn, di proprietà di Microsoft, è stata citata in giudizio da utenti Premium che accusano la piattaforma di aver condiviso senza consenso i loro messaggi privati con terze parti per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale generativa. La causa, presentata presso un tribunale federale della California, afferma che LinkedIn abbia introdotto una nuova impostazione sulla […] The post Microsoft e LinkedIn denunciati per aver divulgato dati dei clienti per l’addestramento di modelli di AI appeared first on Key4biz.

Jan 23, 2025 - 12:40
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Microsoft e LinkedIn denunciati per aver divulgato dati dei clienti per l’addestramento di modelli di AI

LinkedIn, di proprietà di Microsoft, è stata citata in giudizio da utenti Premium che accusano la piattaforma di aver condiviso senza consenso i loro messaggi privati con terze parti per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale generativa.

La causa, presentata presso un tribunale federale della California, afferma che LinkedIn abbia introdotto una nuova impostazione sulla privacy ad agosto 2024, permettendo agli utenti di scegliere se condividere o meno i propri dati personali.

Tuttavia, il 18 settembre 2024, LinkedIn avrebbe aggiornato silenziosamente la sua politica sulla privacy, dichiarando che i dati potevano essere usati per addestrare modelli di AI, specificando in una FAQ che l’opzione di disattivazione non avrebbe avuto effetto sui dati già utilizzati. Questa strategia, secondo i querelanti, dimostra che LinkedIn era pienamente consapevole delle potenziali violazioni della privacy, cercando di minimizzare le ripercussioni legali e il controllo pubblico.

La causa rappresenta milioni di utenti che hanno utilizzato il servizio InMail e i cui dati sarebbero stati condivisi prima dell’aggiornamento della politica sulla privacy. Gli attori richiedono risarcimenti per violazioni contrattuali e delle leggi sulla concorrenza sleale in California, oltre a un compenso di 1.000 dollari per persona in base allo Stored Communications Act federale.

Il caso è stato depositato poche ore dopo l’annuncio di un’importante collaborazione tra OpenAI, Oracle e SoftBank per un investimento di 500 miliardi di dollari in infrastrutture AI negli Stati Uniti. Microsoft non ha ancora rilasciato commenti ufficiali sull’accaduto.

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Le emissioni di carbonio generate dai data center potrebbero essere significativamente più alte

Le emissioni di carbonio generate dai data center potrebbero essere significativamente più alte di quanto riportato dai principali operatori cloud come Amazon Web Services (AWS), Google e Microsoft, secondo l’analista Elsa Nightingale di Canalys.

Gli attuali metodi di contabilizzazione delle emissioni, che includono certificati di energia rinnovabile per compensare l’impatto ambientale, nascondono dati reali, rendendo difficile valutare l’effettiva impronta di carbonio delle loro operazioni.

AWS è particolarmente criticata per non fornire dettagli specifici sulle emissioni dei suoi data center, lasciando i dati aggregati alle emissioni complessive dell’azienda. Al contrario, Google e Microsoft pubblicano rapporti di sostenibilità con dati relativi alle emissioni indirette (Scope 3), ma senza distinguere le emissioni legate ai data center. Questo crea sfide per le aziende europee che devono conformarsi alla direttiva CSRD dell’UE, la quale richiede una rendicontazione trasparente delle emissioni.

L’uso sempre maggiore di server ad alta potenza, guidati dalla crescita dell’AI generativa, ha ulteriormente aggravato il problema. Nonostante gli sforzi dichiarati di Amazon per migliorare l’efficienza energetica e l’uso di energie rinnovabili, il consumo globale di energia nei data center continua a crescere.

Le critiche si concentrano sulla mancanza di trasparenza e sull’inadeguatezza dei report di sostenibilità nel rappresentare il reale impatto ambientale, con conseguenze negative per clienti e legislatori.

Questa situazione evidenzia una contraddizione tra gli impegni verso la sostenibilità e l’espansione delle infrastrutture per soddisfare la crescente domanda di servizi basati sull’AI, mettendo in discussione la possibilità di raggiungere obiettivi di neutralità carbonica.

Le app di AI hanno superato 1 miliardo di dollari di spesa dei consumatori nel 2024

Nel 2024, la spesa globale dei consumatori in app ha raggiunto 150 miliardi di dollari, con un incremento del 13% rispetto all’anno precedente. Le applicazioni di AI hanno registrato una crescita esplosiva, superando il miliardo di dollari di spesa, con un aumento di oltre il 200% anno su anno. Secondo il rapporto annuale “State of Mobile” di Sensor Tower, applicazioni come ChatGPT, Gemini e Doubao di ByteDance hanno alimentato questa domanda crescente.

Questa categoria di app potrebbe entrare nella top 10 per spesa dei consumatori entro un anno, se il tasso di crescita verrà mantenuto.

Nel 2024, gli utenti hanno trascorso complessivamente 7,7 miliardi di ore utilizzando app con funzionalità di AI, e queste sono state scaricate 17 miliardi di volte. ChatGPT, in particolare, ha raggiunto 50 milioni di utenti attivi mensili più velocemente di servizi popolari come Disney+ e YouTube Music.

Altri settori in movimento nel 2024 includono il fintech, le criptovalute, e l’e-commerce, mentre lo streaming ha visto un calo nell’engagement nonostante l’aumento dei ricavi. Tra i successi del 2024, Sensor Tower ha identificato quattro giochi e un’app che hanno superato il miliardo di dollari di spesa dei consumatori, tra cui Last War e Brawl Stars.

Il rapporto sottolinea come la domanda di applicazioni basate su AI rimanga in forte ascesa, indicando un futuro promettente per questo segmento nel panorama globale delle app mobili.

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