La seconda venuta di Callister a.D.: testamento in vita di Giorno Giovanna

Giorno Giovanna, Figlio di Dio Brando, è sì il protagonista dell’anime Le bizzarre avventure di Jojo, ma è anche – e soprattutto, per noi digiuni di tutto quel mondo – un’ispirazione fondamentale per Callister, fin dai tempi dei 13 Bastardi. Ispirazione primigenia, se una citazione è presente già nell’EP Troppo…, in Bionic Commando. Con questo disco – l’ultimo, a detta del rapper – questo strano personaggio si fonde con chi, nelle rime, gli ha dato nuova vita. La seconda venuta […] L'articolo La seconda venuta di Callister a.D.: testamento in vita di Giorno Giovanna proviene da Rapologia.it.

Feb 3, 2025 - 07:54
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La seconda venuta di Callister a.D.: testamento in vita di Giorno Giovanna

Giorno Giovanna, Figlio di Dio Brando, è sì il protagonista dell’anime Le bizzarre avventure di Jojo, ma è anche – e soprattutto, per noi digiuni di tutto quel mondo – un’ispirazione fondamentale per Callister, fin dai tempi dei 13 Bastardi. Ispirazione primigenia, se una citazione è presente già nell’EP Troppo…, in Bionic Commando.

Con questo disco – l’ultimo, a detta del rapper – questo strano personaggio si fonde con chi, nelle rime, gli ha dato nuova vita. La seconda venuta di Callister a.D. chiude un cerchio – un cypher – consegnando alle pagine del rap italiano l’ultima puntata della saga di uno dei rapper più particolari – e tecnicamente unici – del nostro panorama.

Giorno Giovanna vs Callister

Mi sia concessa una breve digressione personale. Questo pezzo sarebbe dovuto uscire almeno un mese fa. Ma la vita, ahi noi, cerca sempre di contrastare il naturale sviluppo dell’Arte (e dell’appassionata critica dell’Arte). Soprattutto del suo versante Underground.

Essendo auto-sufficiente, l’Underground trova le uniche motivazioni per esistere in sé stesso. E questo ovviamente, nei momenti bui, è un’arma a doppio taglio. Quando quelle motivazioni scemano, arriva il silenzio, e il rischio è che nessuno si accorgerà di quel silenzio. Perché questa società ci vuole tutti al passo.

Ma l’Underground segue i suoi ritmi. Non conosce pressioni algoritmiche, né pubblicitarie. L’Underground ha il suo ciclo naturale, e i suoi personaggi, strafatti di vita e naturalmente fuori da ogni logica. Callister ne è un emblema.

È passato ormai più di un mese dall’uscita di questo disco – un disco personale, sofferto; un disco intenso nelle intenzioni e spigoloso nei risultati – ed è giunto – finalmente – il momento di tirare le somme. Per questo lascito importante, abbiamo il dovere e la voglia di parlarne, e proporre degli spunti di riflessione, a latere.

In fondo, come diceva Sergio Citti in un’intervista alla Rai, “il critico è un po’ come un preservativo, che vuole parlare dell’atto sessuale”. Non vogliamo quindi aggiungere nulla in più al disco. La musica parla sempre per sé. Vogliamo solamente proporre la nostra chiave di lettura, e lasciare – come sempre – più spazio possibile alle suggestioni personali, che ogni opera reca in chi ne fruisce.

Nato per Sparare: ecco La Seconda Venuta di Callister

Per la sua seconda venuta, Callister/Giorno Giovanna si gioca tutte le sue carte. In un equilibrio sottile tra Follia e Poesia, tra Tecnica Ossessiva e ricordi personali, il suo stile è espresso in toto, mostrandone punti forti (e punti deboli).

La seconda venuta di Callister A.D. è un disco-testamento: nelle atmosfere, nelle liriche, fino al suo versante visivo. Già dalla copertina – kafkiana, quasi – siamo di fronte alla trasformazione di un uomo che, attraverso il rap, è diventato adulto, nonostante traumi e problemi.

Pezzi come Orario Illegale, Nato per sparare – il pezzo più riuscito, a nostro avviso -, Come il loto per il pantano, Una (il singolo) sono pezzi d’amore: amore tormentato per la vita che continua, anche quando l’unica motivazione che hai finisce in secondo piano.

Centrale, nel disco, è il tema della pistola: una pistola metaforica, certo, che spara a raffica ragioni e sensazioni, gravida di idee e progetti che nascono in uno studio di registrazione, davanti ad un microfono, sublimando la violenza, che ormai è ovunque. Non solo nel passato.

In linea di massima, i 9 pezzi del disco vanno ascoltati e apprezzati per il loro essere punti di un unico discorso, focus mirati, frame di uno scatto. Da La mia pistola ha partorito (pezzo strutturalmente interessante, con un beat incredibile – e i beat sono il vero punto di forza dell’album -) a Sotto la falce argentata c’è un unico, fisso discorso: la vita di un uomo messa in rima, e consegnata all’eternità.

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