I tre principali rischi per i mercati secondo Decalia
“Sebbene il nostro scenario di atterraggio morbido rimanga intatto per il momento, una guerra commerciale globale porta con sé rischi significativi sia per l’inflazione al rialzo (soprattutto negli Stati Uniti) sia per la crescita globale al ribasso (soprattutto per il resto del mondo). Di conseguenza, resteremo in guardia sugli sviluppi in corso riguardanti queste tariffe... Leggi tutto
“Sebbene il nostro scenario di atterraggio morbido rimanga intatto per il momento, una guerra commerciale globale porta con sé rischi significativi sia per l’inflazione al rialzo (soprattutto negli Stati Uniti) sia per la crescita globale al ribasso (soprattutto per il resto del mondo). Di conseguenza, resteremo in guardia sugli sviluppi in corso riguardanti queste tariffe commerciali e i loro effetti a catena sui mercati finanziari (tassi, azioni e Forex)”. Ad affermarlo è Fabrizio Quirighetti, Cio e responsabile degli investimenti di Decalia, che di seguito spiega nei particolari la view.
I tre principali rischi per i mercati
Nel contesto attuale dei mercati globali, che si stanno trovando ad affrontare una serie di incognite legate alla crescita economica e alle politiche monetarie, l’analisi di **Quirighetti**, esperto di **Decalia**, offre uno spunto interessante sui principali fattori di rischio per i mercati finanziari. Quirighetti sottolinea che, nonostante uno scenario macroeconomico complessivamente favorevole, ci sono alcuni catalizzatori che potrebbero determinare una flessione azionaria. I principali rischi identificati dall’analista sono tre, ai quali si aggiungono anche eventi imprevisti che potrebbero accentuare tali minacce.
I tre rischi “noti”
Secondo Quirighetti, i principali fattori di rischio che potrebbero turbare il mercato sono:
1. Una recessione economica: Nonostante i segnali positivi per l’economia globale, una possibile recessione rimane una minaccia concreta, in particolare in caso di una discesa improvvisa della domanda o di una stagnazione prolungata.
2. Una riaccelerazione dell’inflazione: In un contesto di inflazione crescente, le politiche monetarie potrebbero dover essere più restrittive, portando a un rallentamento economico e a una maggiore volatilità sui mercati.
3. Un’implosione autoindotta: Quirighetti fa riferimento a eventi simili a quelli che hanno scatenato la crisi finanziaria globale del 2008 o lo scoppio della bolla TMT (Tecnologia, Media, Telecomunicazioni), suggerendo che un eccesso di leva finanziaria o una dislocazione dei mercati potrebbero generare un effetto domino destabilizzante.
Tuttavia, questi rischi potrebbero combinarsi in modi diversi, con tempistiche e intensità varie, creando un panorama complesso da interpretare. Quirighetti non esclude nemmeno l’eventualità di “incognite note o meno note”, come guerre, pandemie o disastri naturali, che potrebbero agire da scintilla per uno di questi eventi.
L’inflazione come “nemico pubblico numero 1”
Se dovesse classificare i rischi in base alla loro probabilità e pericolosità, Quirighetti mette l’inflazione al primo posto. Sebbene l’economia statunitense continui a mostrare segnali di resilienza, come testimoniato dall’ultimo dato sul PIL del quarto trimestre 2024 e dal basso livello di richieste di disoccupazione, la riaccelerazione dei prezzi potrebbe comunque scatenare una serie di dinamiche negative.
L’inflazione, infatti, potrebbe forzare la **Fed** (Federal Reserve) ad adottare politiche ancora più restrittive, con l’aumento dei tassi di interesse che rischia di destabilizzare i mercati, influenzando in particolare le valutazioni eccessive di alcuni asset come le criptovalute. Se, inoltre, l’inflazione dovesse rimanere elevata, la Fed potrebbe trovarsi costretta a innescare una recessione per controllare i prezzi, creando un circolo vizioso difficile da gestire.
La questione dei tassi di interesse e dei rischi sistemici
Un altro fattore che aumenta l’incertezza è l’impatto della politica monetaria sulla sostenibilità del debito globale. In uno scenario di tassi di interesse più elevati, le valutazioni di asset rischiosi, come le criptovalute, potrebbero subire una correzione, con un aumento del rischio di **deleverage** forzato. Un’eventuale crisi di liquidità potrebbe portare a una dislocazione dei mercati obbligazionari, con conseguenti effetti a catena anche sul mercato dei cambi (forex).
Quirighetti mette in guardia dal fatto che, se l’inflazione non dovesse essere contenuta in tempo, le ripercussioni sui mercati potrebbero essere devastanti. Inoltre, la crescente possibilità di **stagflazione**—un fenomeno in cui inflazione e stagnazione economica si verificano simultaneamente—rappresenta un rischio ancora maggiore, poiché potrebbe aggravare ulteriormente la situazione dei mercati finanziari.
La necessità di cautela
In questo contesto complesso e incerto, l’esperto di Decalia consiglia una strategia di cautela, almeno finché non ci sarà maggiore chiarezza sull’evoluzione della situazione globale. Gli scenari futuri sono difficili da prevedere, e le potenziali tensioni geopolitiche o economiche, come una guerra commerciale globale o nuove turbolenze nel sistema finanziario, potrebbero contribuire a innescare un’impennata dei rischi.
In sintesi, Quirighetti evidenzia che, purtroppo, i mercati sono più vulnerabili di quanto si possa immaginare, e la gestione del rischio rimane una priorità assoluta per gli investitori in questo periodo di incertezze.