Ecco come la Germania si scanna su immigrazione e sicurezza
Perché la campagna elettorale tedesca s'infiamma sui temi dell'immigrazione e della sicurezza interna.
Perché la campagna elettorale tedesca s’infiamma sui temi dell’immigrazione e della sicurezza interna
Dopo Magdeburgo, Aschaffenburg. L’ennesimo attacco violento da parte di un cittadino immigrato che è costato la vita a due persone (tra cui un bambino marocchino di due anni) scuote la campagna elettorale tedesca a un mese esatto dal voto. Le coltellate nel parco della piccola cittadina bavarese sferrate da un afghano già noto alla polizia per altri episodi di intolleranza hanno innescato una corsa a promettere misure più severe. Ormai è chiaro che, accanto e forse più delle preoccupazioni per la crisi economica, il tema della sicurezza è salito in cima alle inquietudini degli elettori. E sarà anche la credibilità delle risposte che i partiti daranno a determinare l’esito del voto.
La reazione dei partiti diventa tattica. Il leader della Cdu Friedrich Merz, che secondo i sondaggi al momento gode di un vantaggio ancora rassicurante, ha voluto giocare d’anticipo per spiazzare la candidata di AfD Alice Weidel (nella foto) e non consegnare all’estrema destra l’egemonia su questo tema delicato. E ha deciso di promuovere un’iniziativa di legge da presentare al Bundestag questa settimana, nell’ultima sessione dei lavori prima delle elezioni. Il gruppo Cdu/Csu proporrà un pacchetto legislativo che, tra le varie misure, consentirebbe alla polizia federale di ordinare la detenzione in attesa di espulsione senza dover coinvolgere la polizia di Stato o la procura. In un primo momento Merz aveva dichiarato di non avere pregiudizi riguardo all’appoggio parlamentare alle misure: chi vuole votarle può votarle, aveva detto, lasciando intendere di non voler rifiutare un probabile appoggio di AfD. Cosa che avrebbe significato la fine della conventio ad excludendum verso l’estrema destra e che ha scatenato feroci critiche da parte degli altri partiti. Il leader cristiano-democratico sa di camminare su un filo sottile nel rapporto con AfD, il cui sdoganamento almeno dal punto di vista mediatico prosegue grazie a Elon Musk, nuovamente intervenuto in video nel fine settimana al comizio di apertura della campagna elettorale di Alice Weidel. Non può lasciare ad AfD spazio propagandistico sul tema dell’immigrazione, ma deve evitare che l’elettorato centrista possa sospettare una qualche collaborazione perché, sempre secondo i sondaggi, una tale mossa non sarebbe gradita.
Così Merz ha corretto la propria posizione cercando la collaborazione parlamentare con i partiti tradizionali, cioè quelli che hanno dato vita al governo semaforo. Le proposte di Cdu/Csu sono infatti state inviate in anticipo a Spd, Fdp e Verdi, ma non ad AfD, con la speranza di raggiungere un accordo con questi partiti sull’inasprimento delle regole sulla migrazione. In un’intervista a un quotidiano regionale Merz ha sottolineato l’urgenza per i partiti democratici di affrontare i problemi del Paese per evitare un’ulteriore polarizzazione politica: “Non voglio che la Germania scivoli verso il populismo, sia di destra che di sinistra”, ha affermato.
Prima di decidere la mossa parlamentare, il candidato Cdu/Csu aveva presentato un piano in cinque punti per inasprire le politiche migratorie. Tra le proposte, oltre al divieto di ingresso, figura il diritto per la polizia federale di richiedere mandati di arresto, la detenzione obbligatoria per chi è soggetto a espulsione e viene intercettato, un maggiore impegno del governo per le espulsioni e la possibilità di trattenere indefinitamente i criminali obbligati a lasciare il Paese.
“Se sarò eletto cancelliere, il primo giorno del mio mandato ordinerò al ministero dell’Interno di emanare direttive per un controllo permanente dei confini nazionali”, aveva detto Merz in una conferenza stampa straordinaria giovedì 23 gennaio, “ogni tentativo di ingresso illegale dovrà essere respinto senza eccezioni. Le espulsioni e i rimpatri dovranno avvenire quotidianamente e con effetto immediato. Inoltre, il numero di espulsioni dovrà superare finalmente quello delle persone che entrano illegalmente nel Paese ogni giorno. Solo così si potrà affrontare il problema in modo efficace”. Merz ha anche legato il consenso ai cinque punti come condizione indispensabile per far parte di un governo a sua guida.
Nonostante qualche incertezza, Merz è comunque riuscito ad attirare su di sé i riflettori dei media e anche a vivacizzare una campagna elettorale che resta spenta e poco attraente. L’iniziativa del candidato cristiano-democratico ha per ora spiazzato soprattutto l’Spd dove la ministra dell’Interno Nancy Faeser si è limitata alle condoglianze d’ordinanza per le famiglie delle vittime. Da parte sua il cancelliere Olaf Scholz ha promesso che “il caso sarà rapidamente chiarito e verranno prese le misure necessarie”. Scholz ha definito l’episodio “un atto terroristico inimmaginabile”, lamentando che simili atti di violenza si ripetano regolarmente nel Paese, spesso commessi da persone arrivate in Germania per cercare protezione.
Secca la posizione di AfD. Alice Weidel, co-leader del partito e candidata alla cancelleria, ha scritto sui suoi profili social: “I miei pensieri vanno alle famiglie delle vittime e ai feriti. Remigrazione, subito!”. Il termine è già diventato lo slogan principale della campagna elettorale di AfD, ribadito ancora nel comizio di Halle sotto lo sguardo benevolo di Musk.
Aschaffenburg rappresenta uno dei tanti casi che seguono uno schema ormai ricorrente: un giovane proveniente da un Paese musulmano in crisi o in guerra, un coltello, feriti e, talvolta, vittime. Anche in questo caso, il sospettato era già noto per episodi di violenza e problemi psichici, una situazione purtroppo frequente.
Il ministro dell’Interno bavarese, Joachim Herrmann, ha annunciato che saranno riviste le regole per la gestione dei malati psichiatrici. “È sempre una decisione difficile valutare la situazione di una persona e decidere se debba essere collocata in una struttura chiusa”, ha detto Herrmann alla radio bavarese.
Pur aspettando i risultati delle indagini per valutare il caso specifico, è evidente che la migrazione incontrollata e costante di giovani uomini stia arrecando gravi danni alla Germania. Sebbene vi siano tanti esempi positivi di integrazione, troppo spesso questa fallisce drammaticamente, con motivazioni che spaziano dalla radicalizzazione islamista a disturbi psichici aggravati da un crescente disadattamento. Per le vittime il risultato è sempre lo stesso. Soluzioni immediate per affrontare il problema sono improbabili, tuttavia ora è essenziale prevenire un’ulteriore “brutalizzazione” degli spazi pubblici, riguadagnare ordine nelle troppe aree degradate delle città (parchi, quartieri a rischio, zone dominate da clan) e garantire sicurezza sia ai tedeschi che ai migranti regolari e rispettosi delle leggi. Come era la famiglia marocchina del bambino ucciso ad Aschaffenburg.