Bonus casa 2025: nuove regole, vecchi dubbi. Chi rischia di perdere gli sconti per ristrutturare

Con il 2025 arriva una revisione sostanziale delle detrazioni fiscali per chi deve ristrutturare casa. Le nuove regole, introdotte dalla legge di bilancio 2025, ridefiniscono i parametri per accedere al bonus del 50% sui lavori di riqualificazione. Ma chi ne ha diritto e chi, invece, rischia di rimanere escluso? Ecco i criteri per ottenere la […] L'articolo Bonus casa 2025: nuove regole, vecchi dubbi. Chi rischia di perdere gli sconti per ristrutturare proviene da Economy Magazine.

Jan 22, 2025 - 15:30
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Bonus casa 2025: nuove regole, vecchi dubbi. Chi rischia di perdere gli sconti per ristrutturare

Con il 2025 arriva una revisione sostanziale delle detrazioni fiscali per chi deve ristrutturare casa. Le nuove regole, introdotte dalla legge di bilancio 2025, ridefiniscono i parametri per accedere al bonus del 50% sui lavori di riqualificazione. Ma chi ne ha diritto e chi, invece, rischia di rimanere escluso?

Ecco i criteri per ottenere la detrazioni massime per ristrutturare casa nel 2025.

  1. Proprietà o diritto reale sull’immobile. Per beneficiare del 50%, è necessario essere titolari di un diritto reale (proprietà, usufrutto, diritto di abitazione, ecc.) e avere residenza nell’immobile.
  2. Reddito massimo di 75.000 euro. Chi supera questa soglia potrà accedere solo a detrazioni ridotte.
  3. Lavori esclusivamente sull’unità immobiliare principale. Gli interventi devono riguardare l’abitazione principale, escludendo le parti comuni.

Chi non risponde a tutti questi requisiti  vedrà ridotto il bonus al 36% o, peggio, potrebbe non avere diritto ad alcuna agevolazione.

La stretta sui redditi oltre i 75.000 euro

Per i contribuenti con un reddito compreso tra 75.001 e 100mila euro, il limite massimo di spesa detraibile è fissato a 14mila euro, che scende a 8mila euro per redditi superiori a 100.000 euro. Tuttavia, questo tetto è ulteriormente ridotto del 50% per chi non ha figli a carico, del 30% con un figlio, e del 15% con due figli. Solo chi ha tre o più figli, o un figlio con disabilità grave, mantiene il limite originale.

Per esempio, un contribuente senza figli, con un reddito di 76.000 euro, che investe 80.000 euro in ristrutturazioni, potrà detrarre solo 3.500 euro, anziché i 4.000 previsti in passato.

Chi sta comprando casa e i nodi delle parti comuni

Situazioni intricate emergono anche per chi sta acquistando casa. Se i lavori vengono effettuati prima del rogito, potrebbe essere difficile accedere al bonus pieno, a meno che il compromesso non sia stato trascritto.

Infine, restano dubbi sulle detrazioni per le parti comuni degli edifici e le pertinenze, come box auto o cantine. L’Agenzia delle Entrate dovrebbe chiarire se siano assimilabili all’abitazione principale o se siano soggette alla riduzione del 36%. Questa incertezza rischia di frenare le decisioni condominiali, portando a un calo drastico dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria.

Il rischio per le casse pubbliche

Con meno interventi regolarmente dichiarati, la stretta potrebbe rivelarsi controproducente per le finanze statali. La combinazione di regole più rigide e dubbi interpretativi potrebbe scoraggiare molti cittadini, incentivando invece il lavoro in nero.

Con l’anno nuovo arriva una revisione sostanziale delle detrazioni fiscali per la ristrutturazione delle abitazioni. Le nuove regole, introdotte dalla Legge di Bilancio 2025, ridefiniscono i parametri per accedere al bonus del 50% sui lavori di riqualificazione. Ma chi ne ha diritto e chi, invece, rischia di rimanere escluso?

Ecco i criteri per ottenere la detrazione massima:

  1. Proprietà o diritto reale sull’immobile. Per beneficiare del 50%, è necessario essere titolari di un diritto reale (proprietà, usufrutto, diritto di abitazione, ecc.) e avere residenza nell’immobile.
  2. Reddito massimo di 75mila euro. Chi supera questa soglia potrà accedere solo a detrazioni ridotte.
  3. Lavori esclusivamente sull’unità immobiliare principale. Gli interventi devono riguardare l’abitazione principale, escludendo le parti comuni.

Chi non risponde a tutti questi requisiti vedrà ridotto il bonus al 36% o, peggio, potrebbe non avere diritto ad alcuna agevolazione.

 

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