Bce pronta a 4 tagli dei tassi nel 2025: cosa cambia per famiglie e imprese
Il governatore della Bce, François Villeroy de Galhau, ha annunciato ieri a Davos che la Banca Centrale Europea potrebbe continuare a ridurre i tassi d’interesse per famiglie e imprese dello 0,25% ad ogni riunione, fino a raggiungere il livello neutrale di circa il 2% entro l’estate. Al momento, il tasso attuale è al 3%, ma […] L'articolo Bce pronta a 4 tagli dei tassi nel 2025: cosa cambia per famiglie e imprese proviene da Economy Magazine.
Il governatore della Bce, François Villeroy de Galhau, ha annunciato ieri a Davos che la Banca Centrale Europea potrebbe continuare a ridurre i tassi d’interesse per famiglie e imprese dello 0,25% ad ogni riunione, fino a raggiungere il livello neutrale di circa il 2% entro l’estate. Al momento, il tasso attuale è al 3%, ma l’obiettivo è di abbassarlo progressivamente durante il 2025, come confermato da Villeroy durante un’intervista con Bloomberg.
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Un approccio graduale della Bce sui tassi per famiglie e imprese
Secondo il governatore, la Bce intende proseguire con questa politica di tagli a ogni riunione, proprio come fatto a partire da settembre. Tuttavia, Villeroy ha escluso, almeno per il momento, riduzioni più ampie, come un taglio dello 0,5%. Il piano, ha aggiunto, si concentra su una discesa graduale dei tassi. “Se il nostro approccio sarà sufficientemente deciso, non ci sarà bisogno di accelerare il passo”, ha dichiarato il governatore. “Potrebbe trattarsi di una discussione per il futuro, ma non è una priorità immediata”.
Il 2% come tasso neutrale: le previsioni di Villeroy
Secondo le previsioni di Villeroy, il tasso di interesse della Bce dovrebbe scendere a circa il 2% entro l’estate, un livello che viene definito “neutrale”. Questo rappresenterebbe una stabilizzazione della politica monetaria dell’Eurozona, ma non esclude che, a quel punto, la Bce possa decidere di proseguire con altre riduzioni. “Valuteremo i dati a disposizione e decideremo se fermarci a quel livello o andare oltre”, ha aggiunto il governatore.
La Bce verso una strada più sicura rispetto ad altre banche centrali
La posizione della Bce sembra essere quella di seguire un percorso relativamente lineare, rispetto ad altre banche centrali che potrebbero dover affrontare una maggiore incertezza. Villeroy ha chiarito che, pur considerando la possibilità di ridurre ulteriormente i tassi, il focus al momento rimane sul raggiungimento del tasso neutrale.
Lagarde conferma il tasso neutrale tra l’1,75% e il 2,5%
Anche la presidente della Bce, Christine Lagarde, aveva indicato che il tasso neutrale si colloca tra l’1,75% e il 2,5%, suggerendo che la Bce potrebbe proseguire con ulteriori abbassamenti senza mettere in discussione la stabilità economica dell’Eurozona.
Villeroy e l’inflazione: nessuna preoccupazione immediata
Dal punto di vista dell’inflazione, Villeroy ha dichiarato di non essere preoccupato, nemmeno in considerazione delle politiche adottate in passato dall’amministrazione Trump negli Stati Uniti. Piuttosto, il governatore ha segnalato che l’inflazione dovrebbe scendere ulteriormente in Europa nei prossimi mesi, grazie a una combinazione di rallentamento dei prezzi dell’energia e un controllo maggiore sui costi.
Ottimismo anche dalla Bundesbank: inflazione sotto il 2% entro metà 2025
Anche Joachim Nagel, presidente della Bundesbank, si è detto ottimista sul futuro: “L’inflazione nell’Eurozona sarà probabilmente vicino al 2% entro la metà del 2025”, ha affermato. Nagel ha però evidenziato che l’inflazione nei servizi rimarrà persistente, anche se si prevede che questa sarà compensata dal calo dei costi delle materie prime. Il suo approccio è favorevole alla politica di tagli graduali, che la Bce ha avviato negli ultimi mesi.
Schnabel avverte: “Il percorso finale potrebbe essere difficile”
Tuttavia, non tutti sono così ottimisti: Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo della Bce, ha avvertito che la fase finale del ciclo di riduzioni potrebbe rivelarsi complessa. Nonostante ciò, ha escluso che ci siano rischi significativi che possano ostacolare il raggiungimento dell’obiettivo inflattivo del 2%.
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