Asteroide 2024 YR4, aumentano le probabilità di impatto sulla Terra: dall’1% al 2,2%
Gli astrofisici continuano a monitorare l’asteroide che ha un diametro stimato fra i 40 e i 90 metri. Attivati i protocolli. Prima volta che vengono attivati i protocolli di sicurezza per un possibile impatto previsto, nel caso, il 22 dicembre 2032
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Roma, 8 febbraio 2025 – Mancano ancora sette anni prima che l'asteroide '2024 YR4' possa colpire la Terra, ma le agenzie spaziali hanno già attivato gruppi di reazione per determinare le sue dimensioni e la sua traiettoria. E, eventualmente, intervenire. Scoperto lo scorso 27 dicembre da un osservatorio in Cile nell'ambito del programma Atlas (Sistema di Ultima Allerta di Impatto Terrestre di Asteroidi), gli esperti non vogliono inviare un messaggio catastrofista, ma, data la sua dimensione e la possibilità di impatto, attualmente stimata al 2,2%, affermano che è necessaria una sorveglianza attiva.
Al momento si stima che abbia un diametro compreso tra 40 e 90 metri, e la collisione ipotetica, secondo i dati dell'Agenzia Spaziale Europea, è calcolata per il 22 dicembre 2032.
Proprio a causa delle sue dimensioni e con una probabilità di impatto superiore all'1% in qualsiasi momento entro i prossimi 50 anni, 2024 YR4 soddisfa appieno i criteri che hanno innescato due protocolli di reazione approvati dalle Nazioni Unite: l'International Asteroid Warning Network (Iawn) e lo Space Mission Planning Advisory Group (Smpag).
Per il coordinatore del servizio di informazione dell'Ufficio di Difesa Planetaria dell'Esa, Juan Luis Cano "è doveroso prestare particolare attenzione a questo asteroide". Da quando sono stati effettuati i primi calcoli, la possibilità di impatto è aumentata (dall'1% al 2,2%), ma l'Esa indica sul suo sito web che "è importante ricordare che la probabilità di impatto di un asteroide tendenzialmente aumenta all'inizio per poi scendere rapidamente a zero dopo ulteriori osservazioni".
"Le variazioni – secondo Josep Maria Trigo, ricercatore presso l'Istituto di Scienze Spaziali del Csic e l'Istituto di Studi Spaziali della Catalogna (Ieec) – sono dovute al fatto che "stiamo migliorando i parametri che definiscono l'orbita e, quindi, si riduce l'incertezza nel futuro passaggio dell'asteroide".
Sebbene la data fissata sia il 2032, Trigo ricorda che l'asteroide si avvicinerà alla Terra già nel 2028, quando "l'orbita sarà nuovamente migliorata e quindi, si potrà dedurre che questa probabilità sarà minore o addirittura nulla".
Per l'astrofisico, "l'importante è che sia stato rilevato con sette anni di margine e con il giusto tempo di studiarlo e poter, se necessario, agire".
I protocolli attivati per la prima volta – Smpag (presieduto dall'Esa e composto da agenzie spaziali) e Iawn (presieduto dalla Nasa) – sono stati creati un decennio fa, sebbene i loro protocolli di allerta siano stati applicati dal 2018 e questa è la prima volta che vengono attivati. Entrambi avevano già programmato un incontro questa settimana con l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico (Unoosa), a Vienna, il cui ordine del giorno includeva la segnalazione di questo asteroide.
Smpag ha indicato che "l'evoluzione continuerà a essere monitorata attivamente" ed è stato programmato un prossimo incontro quando l'attuale periodo di visibilità terminerà o prima, qualora l'evoluzione della minaccia lo giustificasse.
Attualmente, l'asteroide viene monitorato dalla Terra da centri come l'Instituto de Astrofisica de Canarias. Tuttavia, la sua visione da aprile non sarà più possibile e potrà essere visto solamente a partire da aprile 2028.
L'asteroide si sta allontanando dalla Terra in linea quasi retta, rendendo sempre più difficile determinare con precisione la sua orbita. Una volta fuori dalla portata dei telescopi terrestri, secondo il capo dell'Ufficio di Difesa Planetaria dell'Esa, Richard Moissl, sarà James Webb – il telescopio spaziale a raggi infrarossi – a monitorare il suo percorso. Moissl ha spiegato che, dopo l'incontro di Vienna, Webb permetterà di calcolare il diametro esatto dell'oggetto, un dato essenziale per valutarne il rischio, aggiungendo che ci sono "indizi" che suggeriscono che si tratta di un asteroide di composizione rocciosa.
Al momento resta ancora molto da sapere su '2024 YR4' e stabilire la zona di impatto è approssimativo, ma, qualora dovesse verificarsi, Iawn ha identificato come corridoi di rischio l'Oceano Pacifico orientale, il Sud America settentrionale, l'Oceano Atlantico, l'Africa, il Mar Arabico e l'Asia meridionale.
Per Cano l'asteroide è "relativamente piccolo", e un eventuale impatto sulla Terra, potrebbe causare un danno simile a quello causato nel 1908 da un meteorite a Tunguska in Siberia, quando devastò un'area simile, per dimensioni, all'area metropolitana di Milano. L'esperto dell'Esa ha inoltre sottolineato che se la roccia fosse al di sotto dei 50 metri di larghezza, Smpag raccomanderebbe l'evacuazione dalla zona di impatto, mentre se dovesse superare tale dimensione, verrebbero studiate anche altre opzioni.
Già nel 2022, la missione statunitense Dart dimostro', con l'impatto di una sonda contro il piccolo asteroide Dimorphos, che la tecnologia dell'impattatore cinetico è potenzialmente in grado di difendere la Terra dalla minaccia di un oggetto proveniente dallo spazio