Una nuova ipotesi sull'origine dell'Alzheimer

E se l'Alzheimer dipendesse da una massiccia distruzione dell'espressione genica? Uno studio indaga nel caos molecolare causato dalla malattia.

Feb 8, 2025 - 12:08
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Una nuova ipotesi sull'origine dell'Alzheimer
Qual è l'origine profonda della malattia di Alzheimer? Una ricerca appena pubblicata sulla rivista scientifica Alzheimer's & Dementia prova a rispondere con un'ipotesi che spiega sia le molteplici forme con cui la demenza si manifesta, sia la difficoltà nel contrastarla con i farmaci. . Trasporti difettosi. L'idea proposta nello studio è che i sintomi classici dell'Alzheimer come le placche amiloidi, i grovigli di proteina tau e l'infiammazione cellulare siano in realtà il risultato di un malfunzionamento del sistema di trasporto di molecole vitali come RNA e proteine dal nucleo delle cellule al loro citoplasma. Questo blocco finirebbe per provocare un'estesa alterazione dell'espressione genica, il processo attraverso il quale i geni producono proteine essenziali.. Uno spettro di disturbi. Poiché questa distruzione interesserebbe l'attività di oltre un migliaio di geni, la nuova teoria darebbe ragione della complessità e della varietà di manifestazioni dell'Alzheimer, nonché della difficile ricerca delle sue cause profonde. Il processo di alterazione dell'espressione genica andrebbe infatti a impattare sulla funzionalità delle sinapsi (le connessioni cerebrali), sul modo in cui vengono smaltite le proteine, sul metabolismo cellulare e sulla sopravvivenza delle cellule nervose.. Ingorghi da stress. Dopo aver condotto una revisione sistematica della letteratura sull'origine della malattia di Alzheimer e analisi su dati molecolari di cellule di cervelli con Alzheimer o altre malattie neurodegenerative, il team di neuroscienziati dell'Arizona State University ha individuato un possibile innesco del processo. Tutto avrebbe inizio dai cosiddetti granuli di stress, strutture che si formano nel citoplasma (cioè la parte della cellula all'interno della membrana cellulare, escluso il nucleo) in risposta allo stress cellulare. . Traffico bloccato. I granuli di stress, aggregati di RNA e proteine considerati precursori degli aggregati proteici patologici, sono in genere temporanei: proteggono le cellule nei momenti di stress per poi dissolversi. Ma, nella malattia di Alzheimer, persistono fino a diventare cronici. Standosene nel citoplasma in pianta stabile, ostacolano la strada sulla quale si muovono le molecole da e verso il nucleo, provocando un caos nelle comunicazioni intracellulari. Questa alterazione di segnale, che avviene in una fase molto precoce della malattia, pregiudica l'espressione genica causando, a cascata, i sintomi che ormai conosciamo.. Scintille iniziali. Vari fattori come la predisposizione genetica o influenze ambientali (infiammazione, esposizione a pesticidi, infezioni virali, inquinamento dell'aria) possono innescare lo stress cellulare che dà origine ai granuli descritti. Se il modello proposto fosse validato da altri studi, offrirebbe l'opportunità di intervenire ancora più a monte della comparsa dei primi sintomi dell'Alzheimer..