Una guerra commerciale senza precedenti | L’analisi di Stefano Folli
Un aspetto è chiaro, osserva Stefano Folli su Repubblica. La guerra commerciale come quella che si annuncia degli Stati Uniti contro l’Unione Europea non ha precedenti, per cui le conseguenze politiche da questa parte dell’Atlantico, e in particolare in Italia, sono insondabili. Trump chiede ai Paesi europei d’impegnarsi molto di più, in termini economici, in […] L'articolo Una guerra commerciale senza precedenti | L’analisi di Stefano Folli proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.
Un aspetto è chiaro, osserva Stefano Folli su Repubblica. La guerra commerciale come quella che si annuncia degli Stati Uniti contro l’Unione Europea non ha precedenti, per cui le conseguenze politiche da questa parte dell’Atlantico, e in particolare in Italia, sono insondabili.
Trump chiede ai Paesi europei d’impegnarsi molto di più, in termini economici, in vista di rafforzare, sì, le difese del vecchio continente, ma non più a spese quasi esclusive degli Stati Uniti.
Alcuni analisti ritengono che non tutto il male vien per nuocere. La pressione sui dazi potrebbe essere mitigata in cambio di un accordo sulle spese militari dell’alleanza.
Gli Usa vorrebbero portarle al 4 o 5 per cento del Pil, mentre oggi non siamo nemmeno alla metà. Si tratterebbe senza dubbio di uno shock abbastanza clamoroso, ma di segno diverso rispetto all’aumento dei dazi.
La partita tra Usa e Ue è senza dubbio ancora da giocare, ma la posizione dell’Italia in campo è tutt’altro che irrilevante. Si dovrà capire in primo luogo qual è il vero obiettivo di Trump, ma quello che non sembra verosimile è dipingere il governo di Roma come un “pontiere” fra le due sponde dell’Atlantico.
L’immagine del ponte presuppone una situazione abbastanza calma su entrambe le rive del mare. Questioni da risolvere senza fretta e un soggetto che gode della fiducia di americani ed europei.
Il rebus odierno è assai più complicato. Il voto in Germania rischia di essere esplosivo: se l’Unione ne fosse travolta, non servirebbe un pontiere bensì un condottiero.
Peraltro Giorgia Meloni, se ne è capace, può svolgere un ruolo volto a rendere la risposta europea ai dazi realistica e costruttiva, in sostanza non incendiaria.
E se il tema fosse invece l’aumento urgente della spesa militare, avrebbe argomenti che il segretario della Nato, Rutte, sarebbe in grado di apprezzare. Non pontiera, ma nemmeno banale pro-console di Trump in Europa.
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