Tim, incertezza su tempi cessione Sparkle e rimborso canone
Apre in rosso la settimana borsistica di Tim, che alle 13,00 cede l’1,83% a 0,26 euro. Pesa l’incertezza sulla cessione di Sparkle e la vicenda del rimborso di un miliardo relativo al canone non dovuto del 1998. Sparkle, serve ancora tempo per il finanziamento Reuters riferisce che la decisione sulla vendita di Sparkle alla cordata Tesoro […] The post Tim, incertezza su tempi cessione Sparkle e rimborso canone appeared first on Key4biz.
Apre in rosso la settimana borsistica di Tim, che alle 13,00 cede l’1,83% a 0,26 euro. Pesa l’incertezza sulla cessione di Sparkle e la vicenda del rimborso di un miliardo relativo al canone non dovuto del 1998.
Sparkle, serve ancora tempo per il finanziamento
Reuters riferisce che la decisione sulla vendita di Sparkle alla cordata Tesoro e Retelit (fondo Asterion) potrebbe non arrivare come previsto con il Cda del 22 gennaio: le banche al lavoro sul dossier potrebbero necessitare di qualche giorno in più per definire il finanziamento dell’operazione.
L’offerta di 700 milioni è valida fino al 27 gennaio, ma a questo punto non è chiaro se i tempi saranno rispettati e edi quanto potrebbe slittare la chiusura dell’operazione.
C’è quindi la possibilità che a febbraio, alla presentazione del nuovo piano industriale, l’ad Pietro Labriola debba mantenere Sparkle all’interno del perimetro aziendale.
Canone non dovuto, a quando il saldo?
Sul fronte del rimborso del canone 1998 non dovuto da parte dello Stato italiano, secondo quanto riportato da Radiocor, scade oggi il termine fissato dalla Corte d’Appello di Roma per un accordo transattivo tra Tim e il governo sul rimborso di oltre un miliardo relativo al canone concessorio indebitamente versato nel 1998.
Una somma su cui Tim fa affidamento per raddrizzare i conti in vista di un 2025 che si preannuncia sfidante per tutto il comparto delle Tlc. Se le parti in causa non troveranno un accordo, i giudici dovranno quindi decidere se accogliere la sospensiva richiesta dal Governo, rimandando l’incasso alla sentenza della Cassazione, attesa nel 2026, o consentire a Tim di agire immediatamente per recuperare la somma. In questo caso, Tim dovrà presentare una ingiunzione al Governo con il paradosso che una società partecipata dallo Stato con il 9,81% in mano a Cdp, controllata dal Tesoro, debba intraprendere una battaglia legale con il Governo. Ma in questo momento non sembra che ci siano i soldi per pagare.
Un eventuale mancato incasso sia dalla vendita di Sparkle sia sul fronte del canone, chiosano gli esperti di Intesa San Paolo, avrebbe “implicazioni negative dal punto di vista della liquidità più che da quello finanziario”. Tim perderebbe “il principale contributo a un potenziale utile netto 2025” e questo “ridurrebbe la possibilità di distribuzione di un dividendo”.
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