Ritardi su asili nido: fondi Pnrr usati solo al 25%

La Commissione Ue elogia l’Italia sul Pnrr, ma il Piano sugli asili nido è un vero e proprio disastro: le ragioni

Feb 6, 2025 - 13:11
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Ritardi su asili nido: fondi Pnrr usati solo al 25%

Roma, 6 febbraio 2025 – L’Italia spera di risolvere i propri problemi legati agli asili nido con i fondi previsti dal Pnrr per questo tipo di intervento, ma i dati già disponibili sul tema sono davvero poco incoraggianti: solo il 25% dei fondi a disposizione è stato utilizzato, con il rischio concreto di dover rinunciare a 17.400 nuovi posti per i bambini. Così come riferito dall’Ufficio parlamentare di bilancio, il Piano asili nido e scuole dell’infanzia fa fatica a prendere il volo a causa delle difficoltà dei Comuni di assorbire risorse, con la situazione descritta che si aggrava soprattutto nel Mezzogiorno. Il tutto nel mentre l’Italia riceve un plauso dalla Commissione Ue per aver fin qui rispettato i tempi del proprio piano di rilancio e aver già fatto richiesta per la sesta e la settima rata.

Asilo - Crediti Pixabay

Italia in ritardo sul piano asili del Pnrr

Per comprendere il ritardo dell’Italia nel piano previsto dal Pnrr per gli asili nido e le scuole dell’infanzia è necessario guardare ai numeri. Inizialmente erano stati previsti nel piano originale 264.480 nuovi posti, poi scesi a 150.480 con la revisione del piano attuata alla fine del 2023. A cambiare era stato anche lo stanziamento di risorse, passate da 4,6 a 3,24 miliardi.
Il ridimensionamento non ha tuttavia agevolato il piano nella sua realizzazione, visto che entro la fine del 2024 sarebbero dovuti essere stati spesi 1,7 miliardi di euro, ma ci si è fermati a 816,7 milioni (il 25,2% del totale).

I motivi dei ritardi

Così come precisato dall’Ufficio parlamentare di bilancio, la bassa adesione dei Comuni, specie nel Sud d’Italia, deriva da carenze strutturali, tanto che “sono state necessarie più procedure di assegnazione dei fondi per esaurire tutte le risorse disponibili". E ancora, solo il 3% degli interventi avviati nel 2020 e nel 2021 può ritenersi concluso, con i ritardi che continuano a cumularsi anche per i progetti previsti dal Nuovo piano asili nido. Molte strutture non sono ancora presenti nella piattaforma ReGiS e più della metà di quelli censiti non si hanno informazioni.

Lo scenario peggiore si riscontra al Sud d’Italia, dove solo il 69% dei progetti è in esecuzione, mentre al Centro e al Nord la percentuale sale rispettivamente al 72,7% e al 70,9%. Quanto, invece, ai progetti in fase conclusiva, i dati migliori interessano le aree settentrionali del Paese che vantano una percentuale del 18%.

Allo stato attuale, dunque, appare molto difficile pensare che l’Italia possa rispettare i tempi previsti dal piano e chiudere tutti i lavori entro la fine di giugno 2026. Ne deriva che è altrettanto improbabile pensare che entro quella stessa data si possano essere creati 150.480 nuovi posti negli asili italiani.

Cosa aspettarsi per il futuro

Data l’attuale situazione, per l’Ufficio parlamentare di bilancio possono verificarsi quattro scenari che vanno dalla condizione migliore, basata sul raggiungimento di una distanza dal target di 500 posti, alla peggiore, con lo scarto che salirebbe a 26mila posti.

In qualsiasi dei traguardi raggiunti, “l’obiettivo indicato nel Pnrr non sarebbe pienamente raggiunto”, con il numero di nuovi posti aggiunti negli asili nido che oscillerebbe tra 93.239 e 110.831, di cui circa 82.300 finanziabili con i fondi Ue, e tra 31.063 e 39.175 nelle materne, di cui circa 26.900 validati con i fondi Ue.