Pmi, fibra solo per il 49% Banca dati sulle coperture

Rappresentano una parte essenziale dell’ossatura dell’economia italiana. Ma quanto a infrastrutture digitali sono indietro. Tant’è che mentre il 59,6% delle famiglie italiane (dato al 31 dicembre 2023) è coperto dalla rete Ftth (Fiber to the home: la fibra fino alle case), solo il 49% delle Pmi beneficia di questa tecnologia.

Un lavoro congiunto di Agcom e Osservatorio Innovazione Digitale nelle Pmi della School of Management del Politecnico di Milano restituisce una fotografia sullo stato della connettività in Ftth delle Pmi in Italia. Il direttore Claudio Rorato e la ricercatrice Sara Lombini (per l’Osservatorio) e Mario Staderini (alla guida della Direzione Studi, Ricerche e Statistiche di Agcom) e Aldo Milan (Responsabile Broadband Map di Agcom) per l’Autorità hanno messo a punto un white paper che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare e che rappresenta il punto di partenza della nuova Broadband Map che da ora in poi sarà aggiornata includendo i dati relativi alla connettività delle Pmi italiane, attraverso mappe e infografiche dedicate.

I dati specifici sulle Pmi andranno, dunque, a integrare la banca dati di tutte le reti di accesso a Internet esistenti sul territorio nazionale, stabilita dall’articolo 22 del Codice delle comunicazioni elettroniche del 2014.

In questo modo il mondo delle imprese avrà elementi in più per programmare le proprie politiche d’investimento – direzionandole magari nelle aree più infrastrutturate anche dal punto di vista digitale – mentre Governo e Istituzioni potranno leggere quei dati dal punto di vista delle politiche necessarie allo sviluppo.

Del resto l’Ftth per le Pmi è cruciale per vari motivi: velocità che possono essere superiori a 1 Gbps, stabilità e latenza minima. E questo per le Pmi si traduce in maggiore efficienza nelle operazioni cloud, implementazione rapida di soluzioni basate su intelligenza artificiale e IoT, miglioramento delle attività di e-commerce e interazione con i clienti.

In questo quadro, però, la fotografia che traspare dai dati messi in fila da Agcom e Politecnico di Milano evidenzia sicuramente margini di miglioramento a livello generale, ma anche evidenti disparità territoriali. Che, va chiarito subito, non si traducono semplicisticamente in divari fra Nord e Sud. Le regioni in cui la percentuale di imprese raggiunte da rete Ftth è superiore alla media nazionale sono infatti distribuite fra Nord, Centro e Sud: Lombardia (61%), Molise (60%), Lazio (59%), Campania (58%), Liguria e Sicilia (55%). Ovviamente il “peso” del dato non è il medesimo fra queste regioni dal momento che Lombardia, Lazio e Campania risultano tra le prime sei regioni italiane per numero di piccole e medie imprese attive mentre Liguria e Molise, rispettivamente con circa il 2,2% e lo 0,4%, rappresentano casi di territori meno rilevanti di altri per presenza di Pmi. Basilicata, (29%), Valle D’Aosta (31%) e Marche (35%) chiudono dall’altra parte la classifica.

L’indagine evidenzia anche un altro dato: in ben 13 regioni su 20 la percentuale di imprese con velocità di connessione inferiore a 30 Mbit al secondo – o per le quali addirittura non sono disponibili dati – è superiore rispetto alla media nazionale (13%), come nel caso di Trentino-Alto Adige (33% delle Pmi), Valle d’Aosta (30%), Piemonte (22%), Friuli-Venezia Giulia (20%) e Abruzzo (20%). Quanto alle province è Prato a riempire la casella di prima della classe, con l’82% di Pmi raggiunte da connessione FTTH, seguita da Milano (76%), Genova e e Trieste (73%). All’estremo opposto Sud Sardegna (6,4%) e Oristano (16,9%), con Bolzano prima provincia per Pmi che navigano con velocità di connessione inferiore a 30 Mbit/s, seguita da Asti (38%) e Cuneo (37%) .

Al di là dei territori, c’è infine un’indicazione particolare Che si desume dal paper, riguardante la chiara correlazione tra la densità delle imprese e la disponibilità della connettività Ftth. Nelle aree dove è presente un’unica impresa, solo il 42% ha accesso alla connettività Ftth. Il dato sale progressivamente fino a un 83% di copertura nelle aree con oltre dieci imprese. I vantaggi dei distretti, del resto, si conoscono non da ora.

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