“La trave non poteva reggere”. Tre indagati per il crollo nel cantiere, emersi “errori macroscopici”

I tre professionisti sono accusati a vario titolo di concorso in crollo di costruzioni e concorso in omicidio colposo plurimo. Si tratta del tecnico che ha firmato il progetto della trave, il titolare della ditta e il professionista fiorentino che ha approvato il progetto

Feb 5, 2025 - 15:32
 0
“La trave non poteva reggere”. Tre indagati per il crollo nel cantiere, emersi “errori macroscopici”

Firenze, 5 febbraio 2025 – I tre professionisti sono accusati a vario titolo di concorso in crollo di costruzioni e concorso in omicidio colposo plurimo. Si tratta del tecnico che ha firmato il progetto della trave, il titolare della ditta e il professionista fiorentino che ha approvato il progetto.

Polizia e ispettori dell’Asl, coordinati dai pm titolari dell’inchiesta, Francesco Sottosanti e Alessandra Falcone, stanno perquisendo case e uffici. Gli inquirenti stanno inoltre ponendo sotto sequestro varie sedi della ditta che ha progettato la trave.

Un soccorritore calato nel cantiere Esselunga di via Mariti a Firenze (Foto Marco Mori / New Press Photo)
Marco Mori

Secondo quanto ricostruito, il disastro del 16 febbraio scorso è riconducibile alla falle negli elementi prefabbricati (la trave e il dente) e i progetti che sono stati realizzati male ed eseguiti frettolosamente. La trave, si legge negli atti, è stata armata con una quantità di ferro che non poteva reggere i pesi (neppure il peso della trave stessa).

Nei fogli di calcolo, secondo i consulenti, sarebbero emersi “errori macroscopici” che hanno infine causato il crollo.

Quando ai lavori in corso prima del crollo. Gli operai che stavano gettando il cemento si sono trovati a farlo senza sapere che le staffe dell’armatura del dente della trave erano in una posizione diversa - a troppa distanza - rispetto a quanto stabilito nei programmi di lavorazione.

I soccorritori sul luogo del crollo nel cantiere Esselunga a Firenze (Foto Germogli)
FOTOCRONACHE GERMOGLI

Infine la tempistica. Il progetto, sempre per gli inquirenti, fu eseguito in maniera sbrigativa. Emergerebbe infatti, da chat e mail passate al vaglio, che il committente, La Villata spa, e l’appaltatore, Attività Edilizie Pavesi, avrebbero più volte sollecitato la consegna.