Intervista a Rocco Hunt, in gara a Sanremo 2025 con “Mille vote ancora”

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Feb 3, 2025 - 07:52
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Intervista a Rocco Hunt, in gara a Sanremo 2025 con “Mille vote ancora”

Intervista a Rocco Hunt che torna in gara al Festival di Sanremo 2025 con “Mille vote ancora“, un brano che unisce urban e melodia, lingua italiana e napoletana, un testo di mancanze e denuncia sociale, con sonorità da rap mediterraneo. La produzione è firmata da Zef.

Rocco parla della nostalgia agrodolce che prova chi ha dovuto lasciare la propria terra, un luogo non semplice, pieno di difficoltà e contraddizioni ma dove si desidera tornare mille volte ancora.

L’artista torna sul palco dell’Ariston per la terza volta dopo aver trionfato nel 2014 nella sezione “Nuove proposte” con il brano “Nu juorno buono” – prima vittoria di un brano hip hop e di un brano in lingua napoletana nella storia delle “Nuove proposte” del Festival – e aver ottenuto la Top10 nel 2016 nella sezione Campioni con il brano “Wake Up“.

Intervista a Rocco Hunt, in gara a Sanremo 2025 con “Mille vote ancora”

Rocco Hunt, bentornato al Festival di Sanremo!
Grazie mille, sono felicissimo di esserci.

Torni con un brano molto particolare, che sembra quasi chiudere un cerchio iniziato con Nu juorno buono e proseguito Wake Up. È così?
Sì, in un certo senso è il sequel di Nu juorno buono. Molti hanno notato delle somiglianze con quel pezzo e questo mi rende felice, perché è stato un brano importante per me. Ho sempre detto che sarei tornato a Sanremo solo per un’occasione speciale, e penso che Mille vote ancora lo sia. Spero che venga compreso.

Il testo è ricco di immagini che evocano ricordi e nostalgie. Mi ha colpito in particolare quella del campetto abbandonato…
Sì, è un’immagine che mi distrugge dentro. Abbiamo fatto uno shooting a Salerno e siamo passati in vari campetti di periferia: l’erba alta, le reti rotte… Oggi è tutto diverso, i ragazzi stanno più sui telefonini che in strada. È come se si fosse perso quel senso di aggregazione, il citofonarsi per uscire dopo i compiti. È una canzone molto nostalgica, ma il ritmo serrato bilancia tutto.

Canti anche del profumo del caffè, un’immagine che sembra quasi farsi reale. È un pezzo molto sincero.
Sì, Mille vote ancora racconta la mia storia, i miei ricordi d’infanzia e di adolescenza. Il quartiere, la famiglia, il caffè: tutto ciò che mi lega alla mia terra. In questo pezzo ho messo in rima ciò che sono diventato oggi, come uomo, padre e artista.

Hai sempre detto che saresti tornato a Sanremo solo con un messaggio importante. Sarebbe stato più facile presentarti con sonorità da tormentone.
Sì, sarebbe stato più semplice, ma non è quello che volevo. Anche dal punto di vista musicale abbiamo fatto scelte precise: il ritornello arriva più avanti rispetto agli standard, e la struttura è particolare. C’è stata una grande ricerca, sia nel testo che nella produzione. È un pezzo con tanto pathos, che richiede più ascolti per essere assimilato.

La produzione è moderna, ma c’è anche il mandolino, un elemento che richiama la tradizione…
Esatto! Il mandolino richiama la musica mediterranea e partenopea, ma in una versione 2.0. Amo sperimentare, mantenendo sempre un legame con la tradizione.

In questo brano torni anche al rap, come ai tempi di Spiraglio di periferia, l’Ep che è stato ripubblicato dopo 13 anni. Che effetto ti fa riascoltarlo oggi?
Mi fa tenerezza rivedere quel Rocco coraggioso e ostinato. È un’epoca diversa per me, per la mia famiglia e per il rap in generale. Ma ringrazio quel Rocco, perché senza di lui non sarei qui oggi. Sono rimasto colpito da come il pubblico abbia accolto il disco, soprattutto i più giovani, che non lo conoscevano e l’hanno scoperto come se fosse un album nuovo.

A Sanremo 2025, nella serata delle cover, omaggerai Pino Daniele con Clementino. Come avete scelto il brano?
È stata una scelta naturale. Con Clemente ci siamo visti e ci siamo detti: dobbiamo omaggiare Pino Daniele. È stato un maestro per noi, un’ispirazione. Non ci illudiamo di essere all’altezza, ma vogliamo rendere omaggio alla sua musica con il nostro stile, mescolando rap e funky in Yes I Know My Way.

Tre anni fa sei stato ospite nella serata delle cover con Ana Mena. Ora torni in gara con un repertorio più impegnato…
Sì, con Ana Mena e i Boomdabash, nel 2019, è stato divertente, ma ora porto un brano più introspettivo e rappresentativo del mio percorso. È un processo di crescita che spero venga compreso dal pubblico.

Stai lavorando al nuovo album?
Sì, siamo nella fase finale. Dopo Sanremo arriverà l’annuncio ufficiale.

E per quanto riguarda i live? Il pubblico li aspetta!
Lo so! Manco dai palchi da qualche anno, ma dopo Sanremo annunceremo le date.

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