Il re dei ricchi eletto dai poveri, il paradosso americano che ritorna
C’è un paradosso dietro la vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti: un campione della plutocrazia, il dominus del denaro, viene eletto proprio dalle vittime di quel dominio del denaro, perché forse si rende conto che a renderlo possibile sono state soprattutto le ultime amministrazioni di segno democratico che si sono avvicendate alla Casa Bianca […] L'articolo Il re dei ricchi eletto dai poveri, il paradosso americano che ritorna proviene da Economy Magazine.
C’è un paradosso dietro la vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti: un campione della plutocrazia, il dominus del denaro, viene eletto proprio dalle vittime di quel dominio del denaro, perché forse si rende conto che a renderlo possibile sono state soprattutto le ultime amministrazioni di segno democratico che si sono avvicendate alla Casa Bianca alternandosi alle presidenze repubblicane.
Oggi la popolazione americana che ha fatto convergere i suoi voti su Trump, che ha raccolto il sostegno pazzoide di un plutocrate tra i primi come Musk, è una popolazione che cerca il riscatto da una condizione di minorità, si direbbe una massa di “underdog”, che è caduta addosso al brutale Tycoon di “The apprentice” (quello che licenziava in diretta tv i malcapitati che si prestavano al Colosseo dei reality!) per lo spostarsi del mantello del benessere lontano dalle loro spalle, a vantaggio di una casta ristrettissima di finanzieri e di imprenditori quotati in Borsa, che vedeva salire alle stelle i propri guadagni espropriando di una gran parte della redistribuzione del reddito le fasce medie e basse della popolazione.
Il tutto è avvenuto nella totale afasia, incomprensione e quasi demenza presenile dei democratici, punta arretrata del movimento della sinistra occidentale, o di quel che ne resta dopo il crollo dell’equivoco comunista sancito dalla caduta del muro di Berlino nell’89 e dopo l’evaporazione dell’utopia dell’uguaglianza.
La verità è che il denaro vince, e vince con una spudoratezza e una faccia tosta senza precedenti. Tanti anni fa era uno scandalo se l’amministratore delegato di un’azienda guadagnava più di 50 volte oltre il salario medio dei suoi dipendenti. Oggi chiunque facesse questo genere di calcoli sarebbe tacciato di deficienza.
Ma è quel che offende più di tutti la sensibilità delle persone. Vedere lo sfoggio arrogante del potere economico da parte di coloro che dovrebbero occuparsi e preoccuparsi di mantenere equilibri sostenibili nella società. L’apoteosi di questa schifosa ipocrisia della sinistra occidentale risiede proprio nella parabola dei valori della sostenibilità, sbandierati ipocritamente da una decina d’anni a questa parte per dar seguito alle lamentazioni ai pianistei di una minoranza ipersensibile e poi traditi alla prima curva con una disinvoltura che lascia sconcertati.
La sinistra americana non ha saputo ripensarsi dopo la fine dell’utopia marxista comunista declinata nella realtà in maniera dittatoriale, spesso sanguinaria, in Unione Sovietica, a Cuba e in pochi altri stati e non ha capito che il suo mandato morale profondo era e restava (o avrebbe dovuto restare) quello del socialismo europeo che predicava in modo sacrosanto anche se sterile le pari opportunità nelle attività lavorative, nella società, nei servizi pubblici, senza per questo precludere vantaggi al merito di chi sa fare di più.
Tutto questo appare oggi archiviato in un’orgia puerile ed esibizionista di forza pluto-muscolare, dentro la quale tuttavia si trovano elementi quasi simpatici appunto nella spudoratezza con cui si afferma il contrario del verbo dem, e viene in mente – in un fatale parallelo italiota – il generale Vannacci con il suo mondo al contrario che oggi Trump declina con assoluta padronanza dalla poltrona di potere più alta del mondo.
È ovvio che chiunque abbia sensibilità umana e un bricio di istruzione si rende conto che i generi saranno anche due, ma le varianti sono tante e vanno tutte rispettate. Ma dopo che per vent’anni la gnagnera perbenista della sinistra ha insistito per equiparare una sparuta minoranza alla maggioranza e per imporre ornamenti e “simulazioni di simmetria” in materie dove la statistica presenta numeri di chiarezza assoluta, oggi ci ritroviamo alle prese con un riflusso che potrebbe preludere a discriminazioni e a violenze.
Bisogna dire grazie alla sinistra, bisogna ricordarsi che la colpa è sua, che va rifondata, e che il riscatto deve essere il suo compito, non impossibile e neanche lontanissimo, visto la pochezza ideale intellettuale e morale di questa destra, ma che è tutto da costruire. E non se ne vedono per il momento i leader né negli Stati Uniti né in Europa e forse tanto meno in Italia.
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