I primi 40 anni di Cristiano Ronaldo (e del suo ego): dalla svolta con Ferguson ai mille gol in carriera, i numeri di una macchina da calcio

Nato povero e poi diventato un brand di successo, il portoghese è un talento a 360 gradi. C'è chi gli preferisce Messi, più umano, ma nessuno ha vinto quanto Cr7 L'articolo I primi 40 anni di Cristiano Ronaldo (e del suo ego): dalla svolta con Ferguson ai mille gol in carriera, i numeri di una macchina da calcio proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 5, 2025 - 12:18
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I primi 40 anni di Cristiano Ronaldo (e del suo ego): dalla svolta con Ferguson ai mille gol in carriera, i numeri di una macchina da calcio

Per festeggiare i 40 anni che compie oggi, 5 febbraio 2025, Cristiano Ronaldo ha scelto uno slogan, lanciato nel corso di un’intervista rilasciata a La Sexta: “Sono il miglior giocatore della storia del calcio”. Con buona pace di Pelé, Maradona e dell’eterno rivale Leo Messi. Detto che Ancelotti sostiene la tesi del fuoriclasse portoghese (“ha segnato un’epoca e per me sì, è stato il migliore”), il dibattito resta aperto e, probabilmente, senza soluzione. Bisogna attenersi ai fatti e le cifre della carriera di Cristiano sono indubbiamente impressionanti. Professionista dal 2002, ha indossato cinque maglie: Sporting Lisbona (2002-2003), Manchester United (2003-2009), Real Madrid (2009-2018), Juventus (2018-2021), ancora Manchester United (2021-2022) e Al Nassr (dal 2023); ha giocato 1046 partite con i club e segnato 788 gol, mentre con il Portogallo siamo a quota 217 presenze e 135 reti. Se poi si tiene conto anche del curriculum delle nazionali giovanili, bisogna aggiungere altri 18 centri, per un totale complessivo di 941. Cifra mostruosa. Il suo obiettivo dichiarato è arrivare a quota 1.000. “Sono il miglior marcatore, il più completo – ha aggiunto nell’intervista rilasciata alla vigilia del compleanno -. Nel calcio faccio tutto. Sono bravo di testa, tiro bene le punizioni, tiro bene con il sinistro, sono veloce, sono forte. Una cosa è il gusto: ad alcuni piace di più Messi, Pelé o Maradona. Lo capisco e lo rispetto. Ma dire che Cristiano non è completo è una bugia. Io sono il più completo”. E il futuro? “Compio quarant’anni ancora da giocatore e me la godo. So che prima o poi dovrà finire, ma intanto vado avanti. Fare il dirigente? Meglio possedere una squadra per essere padroni della situazione”.

Egocentrismo a mille a parte – solo Ibrahimovic può tenere testa al portoghese in questo contesto -, sicuramente CR7 è il giocatore di calcio di maggior peso economico. Secondo uno studio condotto dall’Istituto portoghese di amministrazione e marketing (IPAM), il brand CR7 vale oggi 850 milioni di euro: nel 2011 era di “appena” 25 mln. Lo stesso report ha evidenziato la globalità del prodotto: Cristiano Ronaldo vanta un seguito di oltre un miliardo di follower sui social media, incassa 150 mln l’anno sul fronte pubblicitario e aggiungerà ai suoi cospicui guadagni un nuovo contratto da 200 mln. “Nel 2024 sono state generate nel mondo 22 milioni di notizie su CR7 – ha raccontato Daniel , direttore esecutivo di IPAM -. Il nome di Cristiano Ronaldo è stato cercato su Google più di 190 milioni di volte. Su Amazon sono in vendita oltre quattromila libri con riferimenti a Ronaldo. Esistono più di 60mila articoli scientifici su di lui provenienti da università di tutto il mondo. È l’atleta più in vista nell’intera storia dello sport, ma il suo successo non terminerà con la conclusione della carriera. Al contrario: è destinato ad aumentare ulteriormente. Il suo impero lascerà il segno in molti settori aziendali”.

Che CR7 non intenda scendere dal palcoscenico, una volta conclusa l’attività, è chiaro a tutti. Cristiano conserva la molla formidabile di chi è nato povero e, nel suo caso, ha dovuto fare i conti anche con il bullismo – quando dodicenne si trasferì a Lisbona per giocare nello Sporting veniva preso in giro per l’accento “madeirense “- e con la scomparsa precoce del padre, vittima dell’alcolismo. Chiamato Ronaldo per la venerazione che il papà nutriva nei confronti del presidente statunitense Reagan, cresciuto tra le ristrettezze – lui, il fratello Hugo e le sorelle Elma e Càtia condividevano un’unica stanza -, ha cercato in modo ossessivo lo status di campione e il successo. L’ego iniziò a manifestarsi quando lanciò una sedia contro un’insegnante “perché mi aveva mancato di rispetto”. Fu espulso dalla scuola e non andò oltre la sesta elementare, ma ormai era fissato con il calcio. “Se non avesse sfondato, avrebbe fatto il muratore”, la confessione della madre, Dolores Aveiro, in un’intervista rilasciata alla tv dello Sporting nel 2021.

La svolta della vita di CR7 fu l’incontro con Alex Ferguson nell’estate 2003. In un’amichevole Sporting-Manchester United, giocata il 6 agosto di quell’anno, il santone scozzese rimase impressionato dalle qualità del diciottenne portoghese. Appena sei giorni dopo, il 12 agosto, lo United prelevò CR7 dallo Sporting, pagandolo 12 milioni di sterline. Il club inglese gli affidò la maglia numero 7, quella dei campionissimi della storia Red Devils: George Best, Eric Cantona e David Beckham. Cristiano, che aveva chiesto il 28, non fece una piega. Accettò la sfida. La storia del campione giunto oggi a sognare la quota dei 1.000 gol iniziò nel grigio di Manchester. Il Real, dove approdò nel 2009 pagato 80 mln di sterline, è stato la consacrazione. Il miglior CR7 di sempre è quello di Madrid, con 450 gol, la conquista di 4 Champions e di 3 mondiali per club, 4 Palloni d’Oro – il primo dei 5 complessivi lo ricevette nel 2008, all’epoca dello United -, tre titoli di capocannoniere. Poi il triennio juventino (134 presenze e 101 gol), il ritorno in chiaroscuro allo United, infine l’Al Nassr, ambasciatore dell’emergente calcio saudita.

Nella sua formidabile cavalcata, ci sono state anche pagine scure. Nel 2018 fu condannato a due anni di carcere dalle autorità spagnole per evasione fiscale, con sospensione della pena, più una multa di 18,8 milioni di euro, successivamente ridotta a 16,8 mln. In due occasioni, ha dovuto fare i conti con accuse di stupro. La prima volta nel 2005, insieme a un amico, ma le denunce furono ritirate. Nel 2017 fu querelato da una donna che disse di essere stata violentata nel 2009. La vicenda è stata archiviata, ma restano le ombre di un caso segnato da battaglie legali e colpi di scena.

CR7 si è meritato la stima sportiva non solo per i gol, ma anche per l’alta professionalità mostrata nell’arco della sua carriera: cura maniacale della preparazione, alimentazione controllatissima – zero alcol – e dei minimi dettagli. Il fuoriclasse calcistico è fuori discussione. La personalità forte è un altro punto a favore, anche se, inevitabilmente, è diventato una figura ingombrante per gli allenatori, compreso Roberto Martinez, il ct della nazionale portoghese. Tra i tecnici non graditi spiccano due nomi: Rafa Benitez e l’olandese Ten Hag. Cristiano è in linea con i tempi: ha capito e sfrutta con intelligenza le leggi dello star system. Domina incontrastato sui social, dove spiccano i suoi muscoli addominali scolpiti e un fisico così perfetto da sembrare patinato. E’ il re di un Portogallo che abolì la monarchia il 5 ottobre 1910. Chi ama la bellezza e la poesia del calcio continua però a preferirgli Messi: meno autoritario, più “terreno” nella vita quotidiana, più creativo e letterario sul campo di gioco. Lui e Leo hanno segnato due decenni di calcio, ma non hanno mai raggiunto la dimensione di Diego Armando Maradona, l’uomo pieno di debolezze che parlava a Fidel Castro, sussurrava al popolo, aveva il culto di Che Guevara e sfidava i potenti.

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