Cristina, Maestra del Té. Fa sold out al Metastasio. Ma sta per lasciare Prato

L’imprenditrice titolare di Zenté in via Respighi: "Volevo trasferirmi in centro ma gli affitti sono alti, c’è poca sicurezza. Aprirò a San Frediano, il giro è migliore". L’agenzia di viaggi, gli studi universitari, i visitatori da tutta Italia: ecco la sua storia. .

Feb 6, 2025 - 07:57
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Cristina, Maestra del Té. Fa sold out al Metastasio. Ma sta per lasciare Prato

Nel giro di poche ore ha fatto il tutto esaurito al Metastasio. Il suo però non sarà uno spettacolo come tutti gli altri. In scena teiere e tazzine, bollitori, un vassoio in bambù e altri utensili che sapientemente maneggerà domenica prossima. Qiuxiu Cristina Hua, la protagonista: è lei a portare dal 2017 la cultura del tè cinese in Italia e a Prato, grazie al marchio Zentè. E’ riuscita a ricreare un angolo di Oriente in città, aprendo una sala da tè accanto a un’agenzia di viaggi (sempre di sua proprietà) in via Respighi, che richiama visitatori da tutta Italia. Gli ultimi erano studenti di un liceo di Napoli, arrivati per l’anno del Serpente degustando ‘Anji Bai Cha’, tè al gelsomino e ‘Shou Mei’, tè bianco. Ne ha fatta di strada questa imprenditrice arrivata a Prato nel 2009, fra le eccellenze premiate nel 2023 da Azzurro Donna in occasione dell’8 marzo. Una strada che fra pochi mesi prenderà un’altra direzione, verso Firenze.

Perché ha deciso di lasciare Prato?
"L’attività della sala richiede una posizione più visibile. I prezzi del centro di Prato sono diventati troppo alti e e non c’è nemmeno tanta sicurezza".

Di questo è dispiaciuta?
"Si, sono molto legata a Prato, ma non la lascerò del tutto: l’obiettivo è insegnare i segreti del mestiere a una persona e poi magari riaprire una nuova sala qui più avanti, se ci saranno le condizioni".

Sa già dove si trasferirà?
"Andrò a San Frediano, in una zona di passaggio. In proporzione i vantaggi di Firenze rispetto a Prato sono maggiori: una dimensione più internazionale e la possibilità di lavorare con alberghi di lusso".

Racconti in poche parole la sua professione.
"Mai avrei immaginato di lavorare con il tè, da sempre nella mia vita. Arrivo dalla zona del Fujian: da noi si tratta di una cultura millenaria che affonda le radici nella dinastia Tang. Mi presento come un ‘Chayishi’, maestro di arte del tè. In Cina si dice ‘quanto ricco sei per il tè’...".

Tradotto: dimmi quanto tè bevi e ti dirò quanto sei ricco. Ricchezza spirituale o materiale?
"Non è casuale la scelta del nome Zentè per la sala, dove i tè in vendita rispondono a oltre 40 tipologie: rimanda alle filosofia buddista della meditazione. Il mio testo di riferimento è Il canone del tè del monaco Lu Yu".

Si studia per diventare maestro di cerimonia?
"Vivevo a Prato e avevo già l’agenzia viaggi, ma sentivo che dovevo fare qualcosa in questa città, creare un ponte per far incontrare italiani e cinesi attraverso la cultura. Così decisi di tornare in Cina, nel 2016, per studiare l’arte del tè all’università di Fuzhou. Da piccola vedevo i miei nonni compiere questo cerimoniale".

Missione compiuta?
"In questi otto anni ho avuto 500 studenti italiani. Ho organizzato tante degustazioni ed eventi dedicati: arrivano comitive anche dal Veneto e dal Friuli. Fra i pratesi vedo tanta curiosità verso la nostra cultura, ma ancora tanta tendenza a generalizzare sui cinesi..."

Chi ringrazia?
"La consigliera comunale Rita Pieri, per la sua vicinanza. E per l’aiuto che mi ha dato tutta la sua famiglia".

Maria Lardara