Confindustria fa i conti sull’energia: "Nucleare e rinnovabili: stessi costi"
Aurelio Regina, alla Camera, spinge per l’atomo di nuova generazione e annuncia uno studio ad hoc
Prima l’allarme sui costi dell’energia. Poi, la proposta per spingere il nostro paese sulla strada del nucleare di nuova generazione. Aurelio Regina, delegato del presidente di Confindustria per l’Energia, la anticipa durante un’audizione presso le commissioni Ambiente e Attività Produttive della Camera. Annunciando anche uno studio ad hoc, in collaborazione con l’Enea, sui costi dell’atomo e la costituzione di un osservatorio, all’interno di Confindustria per sostenere la filiera produttiva che ruota intorno al nucleare. Un tema, insomma, che sta molto a cuore al sistema produttivo. Per due motivi. Il primo è che entro il 2050 la nostra domanda di energia raddoppierà e 25 anni, in questo settore, trascorrono in un baleno. Il secondo, è che senza una politica energetica adeguata il nostro sistema produttivo è destinato a veder aumentare il gap di competitività con gli altri Paesi.
"Paghiamo l’energia in misura consistentemente maggiore rispetto a quella dei partner europei e internazionali – ha puntualizzato Aurelio Regina – A gennaio il costo dell’energia elettrica ha superato i centocinquanta euro a megawattora, quello del gas naturale ha sfondato quota cinquanta euro. Cifre sensibilmente maggiori rispetto a quelle degli altri paesi, un gap stanno minando la nostra competitività".
Ma ci sono altri due aspetti che dovrebbero spingere il nostro Paese a una seria riflessione sul nucleare di nuova generazione, quello a fissione, focalizzato sui reattori di piccola taglia e che è già sulla rampa di lancio in molti Paesi europei. Prima di tutto la sicurezza degli approvvigionamenti: le materie prime che servono per gli impianti fotovoltaici si trovano in Paesi non stabili dai punto di vista geopolitico, a differenza di quello che serve per i reattori, dove i principali fornitori sono l’Australia e il Canada. Poi, la sostenibilità e il rispetto dei vincoli fissati nei trattati di Parigi, sulle emissioni di Co2, obiettivi che si possono raggiungere solo con un mix energetico che comprende sia il nucleare sia l’energia da fonti rinnovabili.
Per quanto riguarda i costi, Regina ha ricordato che "per sostenere le rinnovabili negli anni abbiamo speso 200 miliardi di euro degli italiani e dovremo spendere in futuro altri 80 miliardi. Se investiamo qualche decina di miliardi di euro nel nucleare, ci assicuriamo una fonte di energia che garantisce sicurezza, prezzi bassi e decarbonizzazione". In ogni caso, i costi di produzione dell’energia nucleare sono allineati con quelli del fotovoltaico. Con una ulteriore nota. "Mentre in altri paesi, come la Spagna, anche per ragioni orografiche, sono possibilità di realizzare impianti di grandi taglie, in Italia ciò è per lo più impraticabile. Il nucleare – conclude Regina – offre opportunità per dare stabilità ai prezzi dell’energia e prospettive di crescita delle imprese".