Asset allocation: la view di Pictet Am per i prossimi mesi

“Guardando al 2025, pur tenendo sotto controllo i numerosi rischi che potrebbero turbare i mercati azionari nei primi mesi del 2025, continuiamo a sovrappesare le azioni e a sottopesare la liquidità, rimanendo neutrali sulle obbligazioni”. Parola degli esperti della Strategy Unit di Pictet AM, che di seguito spiegano nei particolari la view. Le condizioni economiche... Leggi tutto

Jan 22, 2025 - 15:11
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Asset allocation: la view di Pictet Am per i prossimi mesi

“Guardando al 2025, pur tenendo sotto controllo i numerosi rischi che potrebbero turbare i mercati azionari nei primi mesi del 2025, continuiamo a sovrappesare le azioni e a sottopesare la liquidità, rimanendo neutrali sulle obbligazioni”. Parola degli esperti della Strategy Unit di Pictet AM, che di seguito spiegano nei particolari la view.

Le condizioni economiche rimarranno favorevoli, sostenendo i profitti delle aziende nei prossimi mesi, secondo Pictet Am. E particolarmente incoraggiante è l’avvio del percorso di allentamento monetario da parte delle banche centrali, mentre gli indicatori economici anticipatori sono per lo più in territorio positivo visto anche che la combinazione di tassi in calo e crescita del PIL più alta si verifica solo il 10% delle volte ed è sempre positiva per il comparto azionario.

Un altro fattore incoraggiante a detta di Pictet AM è che l’economia statunitense sembra destinata a un atterraggio morbido, evitando il brusco rallentamento temuto da parecchi investitori: “Ci aspettiamo che nel corso del 2025 la crescita del PIL si ridurrà costantemente verso il tasso potenziale a lungo termine pari al 2% annuo. E un simile scenario prevederebbe una riduzione dei tassi d’interesse da parte della Fed meno aggressiva di quanto attualmente previsto dal mercato con un ulteriore taglio di almeno 25 punti base sembra improbabile”, proseguono gli esperti di Pictet AM.

Le condizioni economiche in Europa appaiono invece meno incoraggianti, secondo Pictet AM, anche perché gli sconvolgimenti politici in Germania e Francia stanno pesando sul sentiment di imprese e consumatori. A sostenere la crescita nella regione sarà però la riduzione dei tassi d’interesse: prevediamo, infatti, che la Banca Centrale Europea li porterà attorno all’1,75%, se non addirittura al di sotto, nei prossimi mesi.

“I nostri sistemi di misurazione della liquidità indicano ulteriori guadagni per le asset class più rischiose. L’impulso positivo, che tende a favorire un’espansione dei multipli degli utili azionari, riflette in gran parte il continuo allentamento monetario da parte delle banche centrali di tutto il mondo. Venti delle trenta principali banche centrali del mondo stanno tagliando i tassi; solo tre stanno procedendo in direzione opposta”.

Ancora: “Guardando al futuro, anche se riteniamo che i tassi d’interesse negli Stati Uniti non dovrebbero scendere ulteriormente, prevediamo che il recente cambiamento della politica monetaria cinese da “prudente” a “moderatamente allentata” dovrebbe contribuire a mantenere attivo il flusso creditizio nell’economia in generale”.

Attenzione però, avvertono da Pictet AM: “Nonostante siamo positivi sulle prospettive per le azioni, non possiamo ignorare il capitolo valutazioni. Con valutazioni pari a circa 22 volte gli utili a termine, il 15% in più rispetto alle nostre stime di fair value dell’intero ciclo, le azioni statunitensi appaiono particolarmente costose. Lo stesso vale per i titoli ciclici, soprattutto rispetto ai settori difensivi. Gli indicatori tecnici, invece, sono positivi per le asset class più rischiose. I sondaggi mostrano che il posizionamento degli investitori in merito ai titoli azionari nelle ultime settimane è diventato meno rialzista: le azioni non sono più ipercomprate, il che è considerato un segnale contrarian positivo. Allo stesso tempo, i flussi azionari rimangono forti, ed a livelli record nel mercato statunitense, e la stagionalità sostiene un’ulteriore allocazione all’asset class”.

Regioni e settori azionari: ulteriori guadagni per gli Stati Uniti

Con i titoli azionari che offrono un rendimento azionario del 18%, la dinamica di crescita degli utili societari che rimane solida, un’economia interna resiliente e un miglioramento del sentiment prima dell’insediamento di Trump, i segnali rimangono positivi secondo Pictet AM. Tuttavia, le valutazioni elevate suggeriscono che il margine di guadagno aggiuntivo sarà più basso in assenza di un’impennata della crescita economica statunitense, derivante da un aumento della produzione reale e della produttività. L’elevata concentrazione di guadagni in una manciata di titoli azionari è un motivo di preoccupazione ma, nel complesso, riteniamo che ci sia una probabile ed ulteriore possibilità di rialzo del 10% per il mercato USA prima che la prospettiva di una correzione significativa diventi una preoccupazione fondata.

“Di conseguenza, imanteniamo la nostra posizione di sovrappeso sui titoli azionari statunitensi, il che dovrebbe contribuire a sostenere anche i mercati azionari global. Esclusa la Cina, riteniamo inoltre che i titoli azionari dei mercati emergenti siano convenienti; questi hanno registrato una performance relativamente buona l’anno scorso, superando quella delle azioni europee e, a meno di misure protezionistiche estreme da parte di Trump, dovrebbero continuare ad andare bene”.

“Abbiamo alzato da neutrale a sovrappeso la nostra valutazione sui servizi di comunicazione, perché il settore sta assistendo ad una dinamica positiva degli utili anche se il resto del mercato sta registrando una flessione del sentiment e, nonostante l’esposizione a fattori di crescita strutturale come il boom dell’IA, le valutazioni non sono eccessive. Inoltre, siamo positivi sia su Alphabet (Google) che su Meta, che insieme costituiscono circa il 50% dell’indice settoriale globale. Entrambe le aziende vantano una comprovata e consolidata leadership nell’innovazione tecnologica. Rimaniamo positivi sul settore finanziario, che dovrebbe trarre grandi benefici dal cosiddetto “Trump trade”, anche se nei prossimi mesi si potrebbe prendere in considerazione una riduzione dell’esposizione in portafoglio. Siamo inoltre positivi sui servizi di pubblica utilità, nonostante la sottoperformance che il settore ha registrato lo scorso anno. La forte domanda di energia elettrica dovuta al progressivo abbandono dei combustibili fossili e all’espansione dell’IA potrebbe contribuire all’aumento del consumo di elettricità. Al contempo, il settore rappresenta una valida protezione contro la ciclicità del mercato azionario”.

Reddito fisso e valute: favorite le obbligazioni dei mercati emergenti

Nei mercati del reddito fisso preferiamo le obbligazioni dei mercati emergenti, sia per quel che riguarda il debito in valuta locale che il mercato del credito. “Il nostro indicatore anticipatore dell’attività commerciale nei Paesi emergenti è tornato in territorio positivo, sostenuto da una dinamica positiva del commercio globale. Prevediamo che il divario di crescita tra le economie emergenti e quelle sviluppate si amplierà, passando da 1,5 punti percentuali del 2024 a 1,7 previsto per il 2025. Le obbligazioni dei mercati emergenti al netto dell’inflazione sembrano particolarmente interessanti e con molta probabilità lo diventeranno sempre di più con gli ulteriori tagli dei tassi d’interesse nelle economie sviluppate, in particolare in Europa. Altrove, la ricerca di rendimento potrebbe favorire le sezioni ad alto rendimento del mercato del credito sviluppato. Preferiamo l’high yield europeo a quello statunitense, poiché le valutazioni sono più favorevoli e l’asset class dovrebbe beneficiare di quello che prevediamo sarà un ciclo di allentamento relativamente aggressivo e prolungato della BCE. Il tasso di riferimento terminale dell’Eurozona scontato dai mercati dovrebbe essere inferiore di circa 150 punti base rispetto a quello degli Stati Uniti, a fronte di un divario medio a lungo termine di circa 90 punti base”.

“Sottopesiamo le obbligazioni svizzere in considerazione delle loro valutazioni elevate e del fatto che i mercati stanno già scontando la probabilità di un calo dei tassi d’interesse al di sotto dello zero. Ciò limita la misura in cui i rendimenti delle obbligazioni a breve scadenza possono scendere rispetto ai livelli attuali. La nostra posizione sui Treasury USA è neutrale. Sebbene prevediamo che la crescita della più grande economia mondiale rallenterà fino all’1,9% nel 2025, rispetto al 2,7% dello scorso anno, è necessario prendere in considerazione i rischi associati ad una prosecuzione dello stallo del processo disinflattivo. Durante la sua ultima riunione del 2024, la Fed ha deluso le aspettative irrealistiche del mercato in merito alla profondità del ciclo di allentamento. A nostro avviso, ciò elimina il rischio di un allentamento eccessivo e di una dolorosa inversione di rotta”.

“Per il dollaro, le prospettive sono contrastanti. Sebbene la prospettiva di nuovi dazi commerciali da parte dell’amministrazione Trump possa rivelarsi favorevole, le valutazioni della valuta appaiono estremamente forzate ed il neo-insediato presidente ha già dimostrato di saperne ridimensionare le quotazioni. Pertanto, al momento rimaniamo neutrali”, conclude Pictet AM.

L’asset allocation di Pictet AM

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