Aipb: cresce la fiducia verso il private banking

L’evoluzione dei bisogni espressi dalla clientela e le prospettive dei mercati finanziari. Sono i due filoni approfonditi nel corso della 20esima edizione del Forum Aipb (Associazione Italiana Private Banking), che quest’anno ha scelto come titolo “Il Private Banking per la crescita”.   Soddisfazione al top “A distanza di vent’anni dalla nascita dell’Associazione, abbiamo deciso di dedicare... Leggi tutto

Jan 21, 2025 - 10:23
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Aipb: cresce la fiducia verso il private banking

L’evoluzione dei bisogni espressi dalla clientela e le prospettive dei mercati finanziari. Sono i due filoni approfonditi nel corso della 20esima edizione del Forum Aipb (Associazione Italiana Private Banking), che quest’anno ha scelto come titolo “Il Private Banking per la crescita”.

 

Soddisfazione al top

“A distanza di vent’anni dalla nascita dell’Associazione, abbiamo deciso di dedicare questo importante momento di confronto annuale ad un tema che riteniamo cruciale per il futuro del nostro paese e delle tante imprese familiari che hanno saputo creare ed esportare il made in Italy, generando una ricchezza privata tra le più diffuse e significative al mondo”, ha sottolineato Andrea Ragaini, presidente di Aipb. “Una ricchezza tramandata nel tempo dalle famiglie, tanto da essere oggi una risorsa preziosa per la crescita economica del Paese. Grazie ad un modello di servizio che ha conquistato nel tempo la fiducia dei clienti – la soddisfazione verso il servizio private nel 2024 è al suo massimo storico”.

 

Si fatica a creare nuova ricchezza

Le famiglie italiane, nel corso degli anni, hanno trasmesso alle generazioni future un patrimonio tra i più rilevanti a livello globale. Il valore di questa ricchezza finanziaria è quasi triplicato, passando da 1.975 miliardi di euro nel 1996 a 5.692 miliardi nel 2023. Questa ricchezza non solo va preservata, ma deve essere valorizzata e fatta crescere, considerando che il tasso di risparmio è in costante diminuzione, i flussi di risparmio si sono dimezzati negli ultimi dieci anni e lo stock di ricchezza ha registrato una crescita esclusivamente nominale, senza incrementi reali. In dettaglio, il tasso di risparmio delle famiglie è progressivamente diminuito, passando dal 28% negli anni Ottanta all’8,4% nel 2024, un livello che, secondo le previsioni, rimarrà invariato nel prossimo triennio. Questo calo, tuttavia, non si è tradotto in un aumento significativo dei consumi né in un impulso alla crescita economica.

La capacità delle famiglie di generare nuova ricchezza è diminuita significativamente, passando da flussi cumulati di 1.746 miliardi di euro tra il 1996 e il 2009 a soli 950 miliardi di euro negli anni successivi. Questi flussi, da soli, difficilmente saranno sufficienti a soddisfare gli obiettivi di vita delle famiglie, rendendo indispensabile una gestione più efficiente e produttiva anche degli stock di ricchezza esistenti.

 

Incremento degli aum

I leader del Private Banking individuano tre principali ambiti di ottimizzazione per stimolare la crescita della ricchezza delle famiglie, con percentuali simili di consenso: la riduzione della quota di liquidità (91%), una maggiore diversificazione degli investimenti (92%) e l’estensione dell’orizzonte temporale (88%). Le famiglie assistite dal private banking vantano già una diversificazione dei portafogli, nettamente superiore rispetto alle altre famiglie italiane.

 

Il peso della liquidità

La liquidità incide solo per il 12% del portafoglio, contro il 50% delle altre famiglie, mentre gli investimenti in azioni raggiungono il 29%, rispetto a un modesto 10% degli altri. Tuttavia, la presenza nei private markets rimane marginale. Per l’industria del Private Banking, una priorità chiave è aumentare gli investimenti in azioni e nei mercati privati nei prossimi mesi, così da cogliere opportunità non disponibili nei mercati quotati.

Questa strategia ha consentito infatti al Private Banking di registrare una crescita degli asset superiore a quella degli altri canali. Il 2024 si chiude con un ulteriore aumento delle masse gestite, che raggiungeranno i 1.242 miliardi di euro, segnando un +12,8% rispetto ai 1.101 miliardi del 2023, un risultato nettamente superiore all’incremento dell’1,3% registrato dagli altri operatori. I principali driver di questa crescita saranno la raccolta netta (58 miliardi) e l’effetto mercato (55 miliardi).

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