A Verona torna la fiera delle armi, la protesta dei pacifisti in corteo: “Scandaloso ospitare chi produce strumenti di morte per le guerre”
Gli organizzatori hanno presentato il corteo che sabato 8 febbraio, a partire dalle 14.30, percorrerà le vie cittadine per protestare contro l'European Outdoor Show. Caccia, tiro sportivo, pesca, nautica, outdoor L'articolo A Verona torna la fiera delle armi, la protesta dei pacifisti in corteo: “Scandaloso ospitare chi produce strumenti di morte per le guerre” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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A Verona torna dall’8 al 10 febbraio l’appuntamento con la fiera delle armi Eos, un acronimo che sta per “European Outdoor Show. Caccia, tiro sportivo, pesca, nautica, outdoor”. Puntuali tornano le polemiche e la mobilitazione di associazioni pacifiste e anticapitaliste, che denunciano l’escalation nella produzione bellica, a sostegno delle guerre che si stanno combattendo nel mondo. Durante una conferenza di fronte al municipio scaligero, gli organizzatori hanno presentato il corteo che sabato 8 febbraio, a partire dalle 14.30, percorrerà le vie cittadine.
“Riteniamo inaccettabile e scandaloso che nell’attuale contesto nazionale e internazionale si possa tenere una fiera dedicata alle armi, a cui partecipano, direttamente o indirettamente, le più importanti aziende produttrici di strumenti di morte per gli eserciti, le polizie e gli apparati di sicurezza di tutto il mondo”. Le finalità sportive sarebbero soltanto uno specchietto per le allodole.
Un milione di vittime – tra morti e feriti – nel conflitto tra Ucraina e Russia, 70 mila quelle palestinesi a Gaza provocate da Israele dopo l’attentato del 7 ottobre 2023, una sessantina di conflitti in corso. Sono queste le cifre dell’escalation. Sono cinque le associazioni promotrici della manifestazione più il partito di Rifondazione Comunista: Mediterranea Saving Humans, Mediterranea Saving Humans Edt Verona, Circolo Pink, Laboratorio Autogestito Paratod@s, Osservatorio Migranti. Una ventina di atre sigle hanno dato la loro adesione. Denunciano: “È in atto una vera e propria corsa al riarmo. Le spese militari a livello mondiale hanno raggiunto nel 2023 il record storico di 2.400 miliardi di dollari, con il più grande incremento annuale dalla fine della Guerra Fredda in poi. Quella italiana, nel 2024, è stata di circa 28 miliardi di euro, 1.400 milioni in più rispetto al 2023. Una crescita derivante soprattutto dagli investimenti in nuovi sistemi d’arma a cui sono andati ben 10 miliardi di euro”.
Un quadro in cui si inserisce la richiesta del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ai paesi europei di aumentare la percentuale di spese belliche. “Con quale coraggio si può pensare di organizzare una fiera delle armi in questo contesto? Come si può restare indifferenti? Chiediamo all’amministrazione comunale di Verona di dissociarsi pubblicamente e di chiedere all’Ente Fiera di rescindere il contratto con gli organizzatori”.
I temi della protesta antibellica hanno altri contenuti, riferiti all’Italia. “La ‘diversità’ o ‘non conformità’ è trattata con un approccio poliziesco, repressivo, punitivo. Profughi richiedenti asilo, persone con problemi psichiatrici, detenuti, poveri, sono presi in considerazione sempre e solo nell’ottica della sicurezza e dell’ordine pubblico. Il nuovo disegno di legge sicurezza, in via di approvazione, darà piena legalità a questa tendenza securitaria, repressiva e militarista”. Ricordano poi come a Verona tre mesi fa un giovane del Mali sia stato ucciso da un colpo di pistola sparato da un poliziotto alla stazione Porta Nuova.
Le associazioni hanno preparato un dossier in cui documentano come alla fiera Eos 2025 molte aziende espositrici siano produttrici di armi da guerra. Dai siti di aziende israeliane, turche, cinesi, statunitensi e italiane emerge un campionario impressionante. Un’inchiesta di Altraeconomia punta il dito sulle vendite dirette verso Israele, anche se negate ufficialmente dal governo. Secondo un’analisi dell’Osservatorio sulle armi leggere (Opal) “gran parte delle esportazioni italiane riguarda armi ‘comuni’. Non sono progettate per uso militare, ma possono essere acquistate da chiunque abbia una licenza e in Israele ottenere una licenza è diventato più facile che prenotare un tavolo al ristorante”.
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