A passeggio per il centro di Madrid con il regista Pedro Almodóvar
Madrid sta a Pedro Almodóvar come Manhattan a Woody Allen. Sono oltre 270 le location usate dal regista nella capitale per i suoi film. Come in Carne tremula (1997), dove il protagonista vede la luce su un autobus. “Guarda, Víctor: Madrid!”. La città prende subito forma, per il neonato e per lo spettatore, attraverso due L'articolo A passeggio per il centro di Madrid con il regista Pedro Almodóvar sembra essere il primo su Dove Viaggi.
![A passeggio per il centro di Madrid con il regista Pedro Almodóvar](https://static2-viaggi.corriereobjects.it/wp-content/uploads/2025/01/Gran-Via-Madrid-©-Getty-Images.jpg?v=1737457354)
Madrid sta a Pedro Almodóvar come Manhattan a Woody Allen. Sono oltre 270 le location usate dal regista nella capitale per i suoi film. Come in Carne tremula (1997), dove il protagonista vede la luce su un autobus. “Guarda, Víctor: Madrid!”. La città prende subito forma, per il neonato e per lo spettatore, attraverso due dei suoi monumenti più iconici: la neoclassica Puerta de Alcalá (1778), eretta a mo’ di arco di trionfo da Carlo III, e l’eclettico Edificio Metrópolis (1911), con la cupola di ardesia coronata dalla statua della Vittoria alata.
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Itinerario nella Madrid di Almodóvar
Sono gli anni della dittatura, le vie sono deserte, buie. Un netto contrasto con le luci che inondano Madrid in queste settimane di festa, disegnando arabeschi d’autore dal centro alle periferie. Si possono scoprire a bordo di Naviluz, il bus del Natale che in meno di un’ora raggiunge alcune delle installazioni più spettacolari.
Da Puerta de Alcalá fino a plaza Mayor
Comincia dunque da Puerta de Alcalá l’itinerario nella Madrid di Almodóvar, che sbarcò in città negli anni Sessanta e che dal 2018 ne è ufficialmente figlio adottivo. L’ itinerario è a spirale e percorre le vie del centro fino al cuore della capitale, plaza Mayor.
Prima tappa con vista spettacolare
Prima tappa lo splendido rooftop del Círculo de Bellas Artes (1880), prestigiosa istituzione artistica e culturale, per abbracciare dall’alto la strada cittadina più famosa, la Gran Vía, considerata la Broadway madrilena per l’alta concentrazione di teatri, nonché cuore dello shopping.
In primo piano, ancora l’Edificio Metrópolis e, sullo sfondo, un altro gioiello, stavolta Art Déco: l’Edificio Telefónica (1930), che con quella sua aria newyorchese è stato il primo grattacielo di Spagna e, per molti anni, il più alto.
È la vista che si gode dalla terrazza dell’attico di Pepa, indimenticabile protagonista di Donne sull’orlo di una crisi di nervi. In realtà si tratta di un fondale, perché la casa è altrove e le riprese furono effettuate in studio per problemi tecnici.
Il Círculo de Bellas Artes è di nuovo location in Kika (1993), dove Victoria Abril e Peter Coyote si incontrano nell’elegante ristorante-caffetteria La Pecera, e ne La pelle che abito (2011), con il mitico ballo in maschera di Carnevale, una delle feste più gettonate a Madrid.
Sorseggiare un cocktail in terrazza, bere un caffè tra quadri e affreschi d’epoca, vedere un’esposizione oppure un film nello storico Cine Estudio sono esperienze da non perdere.
A spasso per Madriles
Ma è tempo di andare per quartieri, anzi per Madriles. Di recente TimeOut ha inserito il Barrio de las Letras tra i luoghi più cool al mondo. È piacevole vagabondare tra le strade strette, i caffè storici, le gallerie, i concept store.
Le citazioni letterarie che tappezzano il selciato ricordano che qui vissero i grandi della letteratura del Siglo de Oro: Cervantes, Lope de Vega, Quevedo, Góngora. E in anni più recenti anche García Lorca. A lui è dedicata una statua nella plaza de Santa Ana, tra le più animate della capitale.
Dalla finestra di casa la contempla Máximo Espejo in Legami! (1989). Su un angolo si trova il Room Mate Alicia che, prima di diventare hotel, era stato set di Parla con lei (2002).
Ma è la facciata di maioliche del Villa Rosa (1911), dove si esibisce Miguel Bosè en travesti in Tacchi a spillo (1991), che molti riconosceranno al n. 15. Da un paio d’anni il locale ha riaperto i battenti come Tablao Flamenco 1911. Godersi uno spettacolo è l’occasione per rivederne gli interni.
C’era una volta la Movida
Non si può lasciare la capitale senza aver conosciuto il Rastro, il tradizionale mercato delle pulci nel quartiere La Latina. Ogni domenica e festivi si scoprono antiquari e rigattieri in plaza Vara del Rey e nelle stradine adiacenti. I madrileni ci vanno presto. Presto ci andavano anche i protagonisti della Movida, dopo una notte di eccessi nei locali di Malasaña: molte scene di Labirinto di passioni (1982) catturano quella atmosfera irripetibile.
La Movida fu infatti il movimento controculturale di un Paese che usciva dalla dittatura. Madrid ne fu l’epicentro, il quartiere di Malasaña il cuore e Almodóvar uno dei protagonisti. La capitale cambiò volto, esplosero suoni e colori.
Tre i locali per un drink e un tuffo a ritroso nella notte madrilena, tra arredi, poster e musiche degli anni ’80: Madrid me mata (Corredera Alta de San Pablo 31), El Penta (La Palma 4) e La Vía Láctea (Valerde 18). Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio (1979) nasce proprio da queste parti.
Verso Plaza Mayor, cuore della capitale
Da quando la comunità arcobaleno vi si è trasferita in massa alla fine del secolo scorso, Chueca è diventata una delle zone più trendy della capitale. Gallerie d’arte, caffè alla moda, ristoranti gourmand, uno su tutti lo stellato DSTAgE: nulla ricorda i luoghi dello spaccio dove Ricky cercava calmanti per Marina in Légami!.
Tra le riconversioni più riuscite quella dell’antica sede della compagnia Papelera Española (1913) nel lussuoso Hotel Urso: in una delle sue raffinatissime suite Penélope Cruz concepisce la sua creatura in Madri parallele (2021).
Resiste invece alle trasformazioni del quartiere la centenaria Taberna de Ángel Sierra, che raccoglie le confidenze di Leo a Betty in Il fiore del mio segreto (1995). Vale la pena entrare almeno per un caffè o per il tipico vermú per assaporarne l’atmosfera d’antan.
Siamo a un passo dalla Gran Via e da due monumenti della vita notturna: il Bar-Museo Chicote (1931) e il Bar Cock (1921). Frequentati da vip dello spettacolo e della politica, sono una sosta obbligata per gli amanti dei cocktail. Almodóvar ne sceglie gli eleganti interni per ambientare due scene chiave di Gli abbracci spezzati (2009).
L’itinerario almodovariano non può che concludersi nella splendida plaza Mayor, cuore della Madrid asburgica, uno spazio quadrangolare chiuso e porticato. Ricostruita in stile neoclassico dopo un incendio, conserva i nordici tetti di ardesia che Filippo II aveva importato dai Paesi Bassi.
Almodóvar la trasforma nel teatro di una delle sue scene più romantiche in Il fiore del mio segreto: disinibito da qualche drink di troppo, Ángel si dichiara a Leo parafrasando Casablanca.
Come arrivare a Madrid
In aereo: si vola dalle principali città italiane con diverse compagnie tra cui Iberia, Vueling, Ryanair.
Foto: DELREY CARLOS/GETTY IMAGES, JJFARQUITECTOS/ISTOCK, CHUYN/ISTOCK
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