Sofia Goggia spiega cosa è mancato per salire sul podio

Solo sei centesimi hanno diviso la campionessa bergamasca dalla terza posizione nel Super-G iridato di Saalbach.

Feb 6, 2025 - 15:57
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Sofia Goggia spiega cosa è mancato per salire sul podio

Sofia Goggia a soli sei centesimi dal podio

Classificarsi fra le cinque migliori al mondo non è certo un risultato da sottovalutare, ma Sofia Goggia non intende nascondere il suo rimpianto per una medaglia sfuggita per soli sei centesimi nel Super-G iridato di Saalbach. Le due medaglie di bronzo ex-aequo, la statunitense Lauren Macuga e la norvegese Kajsa Vickhoff Lie, hanno chiuso la loro prova in 1:20.71, mentre la bergamasca ha registrato un tempo di 1:20.77.

"Qualcuno deve essere ai piedi del podio e oggi è toccato a me - ha dichiarato Goggia, spiegando cosa è mancato per ottenere una medaglia -. Ho fatto una buona gara, qualche imperfezione qua e là, credo di essermi giocata tutto nel salto finale, troppo a destra. Anche nel Panorama Sprung ho saltato più lontano di quanto mi aspettassi e ho dovuto poi ritardare la successiva curva a sinistra".

"Mi spiace per quei centesimi - ha poi aggiunto, senza troppi giri di parole -: è esattamente quello che ho fatto a Schladming nel 2013 quando al mio primo mondiale ero stata quarta. Qualche imperfezione qua e là, insomma: ma da questa gara mi porto via la consapevolezza di essere competitiva".

La discesa libera offrirà la prossima occasione per ottenere un risultato importante: "La discesa sarà diversa da questo Super-G - ha detto la bergamasca -: oggi c’era una neve bella da spingere. In discesa ho tante cose da limare, da rivedere. Nelle prove non sono ancora riuscita ad azzeccare la linea e la sciata perfetta. In discesa c’è molto spazio per la scorrevolezza, serve massima sensibilità".

"Le favorite - ha spiegato ancora - saranno proprio tutte le ragazze che sanno far scorrere gli sci: la concorrenza sarà tanta, anche perchè sono pochi i punti in cui si riesce a fare la differenza. Sono molto contenta di essere qui oggi, nelle condizioni in cui sono: se ripenso a quello che c’è stato in questi dodici anni, mi dico che la Sofia del 2013 si era messa in gioco proprio per ottenere e vivere questa vita. Poi è chiaro che si vive sempre con lo sguardo puntato in avanti e la gara più importante è sempre la prossima".