Omicidio Ciatti, il padre denuncia lo Stato: “Hanno lasciato libero il killer”
Il ceceno Rassoul Bissoultanov condannato per la morte del 22enne fiorentino è ancora latitante. Il papà Luigi: “È stato un danno immenso”
Firenze, 3 febbraio 2025 – “È l’unica strada che abbiamo per tentare di dare vera giustizia a mio figlio Niccolò”. Luigi Ciatti non intende arrendersi. Non lo farà mai. Niccolò Ciatti, 22 anni, fu ucciso il 12 agosto del 2017 a Lloret de Mar con un colpo da arti marziali dal lottatore ceceno Rassoul Bissoultanov (32 anni). Da sette anni e mezzo la famiglia Ciatti attende giustizia. E oggi, assistiti dagli avvocati Agnese Usai e Massimiliano Stiz, i due genitori hanno depositato un’azione civile contro lo Stato e in particolare contro la presidenza del consiglio dei ministri (organo individuato dalla norma responsabilità civile dei giudici).
Al centro dell’istanza c’è proprio la controversa decisione della Corte di assise di Roma del dicembre 2021, con cui il lottatore ceceno, Rassoul Bissoultanov, fu rimesso in libertà. Una decisione poi giudicata errata dalla Cassazione, ma che ha avuto conseguenze irreversibili: Bissoultanov è ricomparso in Spagna dove si fatto processare, salvo poi sparire nel nulla. È ancora latitante.
Bissoultanov è stato condannato a 23 anni di carcere con sentenza passata in giudicato in Italia (la Spagna è arrivata invece al secondo grado di giudizio con 15 anni). “Hanno lasciato libero il killer di mio figlio – continua papà Luigi –, si devono assumere le proprie responsabilità. Abbiamo fatto un esposto al Csm, che tuttavia non può intervenire. Quindi con questa citazione abbiamo fatto quello che la legge ci consente. Sperando che lo Stato poi si rivalga su questi giudici”.
Nella citazione i legali indicano una richiesta di circa mezzo milione di euro, 100 mila per il danno patrimoniale e 400 mila per quello non patrimoniale. Oltre all’accertamento delle responsabilità dei giudici che disposero la scarcerazione.
“È stato un danno immenso – aggiunge l’uomo –, perché Bissoultanov è latitante da quasi tre anni. In questo momento ci interessa che lui venga preso e messo in carcere. Non posso pensare che l’assassino di Niccolò se la possa cavare in questa maniera. Fa male perché non può funzionare così”.
Arrestato e poi uscito dal carcere dopo quattro anni per decorrenza dei termini, era stato arrestato in Germania ed estradato in Italia, salvo essere rimesso in libertà dalla Corte d’Assise di Roma. Ricomparso in Spagna per il processo, infine, era fuggito prima dell’udienza in cui si sarebbe dovuto decidere della sua carcerazione.
“È chiaro che qualcuno ha sbagliato – conclude il legale Usai –, lo ha sancito la Cassazione. La famiglia, poi, vorrebbe una risposta delle istituzioni per trovare questa persona, quello sarebbe il risarcimento più importante”.
P.m.