Il debito pubblico sfonda i 3mila miliardi. Ecco i punti critici secondo Bankitalia

Il debito pubblico italiano ha toccato una soglia senza precedenti, superando per la prima volta i 3mila miliardi di euro. I dati, diffusi nel dossier “Finanza pubblica: fabbisogno e debito” di Banca d’Italia, segnano un incremento di 23,9 miliardi nel mese di novembre, portando il totale a 3.005,2 miliardi. Le cause dell’aumento L’aumento del debito […] L'articolo Il debito pubblico sfonda i 3mila miliardi. Ecco i punti critici secondo Bankitalia proviene da Economy Magazine.

Jan 16, 2025 - 00:16
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Il debito pubblico sfonda i 3mila miliardi. Ecco i punti critici secondo Bankitalia

Il debito pubblico italiano ha toccato una soglia senza precedenti, superando per la prima volta i 3mila miliardi di euro. I dati, diffusi nel dossier “Finanza pubblica: fabbisogno e debito” di Banca d’Italia, segnano un incremento di 23,9 miliardi nel mese di novembre, portando il totale a 3.005,2 miliardi.

Le cause dell’aumento

L’aumento del debito è stato determinato principalmente da due fattori. In primo luogo, le disponibilità liquide del Tesoro hanno registrato un incremento significativo di 20,9 miliardi, raggiungendo un totale di 63,9 miliardi. In secondo luogo, il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 3,2 miliardi. A bilanciare parzialmente questi effetti ci sono stati i movimenti minimi derivanti dagli scarti e premi sui titoli, dalla rivalutazione degli strumenti indicizzati all’inflazione e dalle variazioni dei tassi di cambio, che hanno inciso per 0,2 miliardi.

Reazioni della Banca d’Italia

La Banca d’Italia non ha nascoso preoccupazione per l’andamento del debito, sottolineando come il superamento della soglia psicologica dei 3mila miliardi è un segnale d’allarme per la sostenibilità finanziaria del Paese. In particolare, l’istituto ha ribadito l’importanza di consolidare il bilancio pubblico e migliorare l’efficienza della spesa, evitando che il peso crescente del debito gravi ulteriormente sulle generazioni future.

In un comunicato successivo, la Banca d’Italia ha evidenziato che, sebbene la vita media residua del debito sia stabile a 7,8 anni, l’aumento della componente estera tra i detentori potrebbe esporre il Paese a maggiori rischi in caso di turbolenze finanziarie internazionali. Inoltre, la progressiva riduzione della quota detenuta dalla stessa Banca d’Italia (passata dal 22,1% al 21,8%) riflette l’uscita dalle misure straordinarie di politica monetaria, come il programma di acquisto di titoli pubblici.

L’istituto di via Nazionale ha anche ricordato che un incremento del debito potra maggiori costi di finanziamento per lo Stato, soprattutto in un contesto di tassi di interesse sotto sorveglianza speciale. Se i tassi d’interesse fissati dalla Bce dovessero tornare a crescere, il costo del debito potrebbe, infatti, diventare più oneroso, erodendo le risorse destinate a investimenti strategici e politiche sociali.

Chi detiene il debito?

L’analisi sulla distribuzione del debito evidenzia che la quota detenuta dagli investitori stranieri è aumentata al 30,5% a ottobre, rispetto al 30,2% del mese precedente. Questo incremento, se da un lato segnala fiducia da parte degli investitori esteri, dall’altro pone l’Italia in una posizione di vulnerabilità in caso di cambiamenti nelle dinamiche di mercato. La quota di debito detenuta da famiglie e imprese non finanziarie è leggermente calata, scendendo al 14,3% dal 14,4% di settembre.

 

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