Google e YouTube sfidano l’Europa: niente controlli sui contenuti (bastano le segnalazioni degli utenti)

Google, ha ufficialmente dichiarato all’Unione Europea che non introdurrà il factchecking (ovvero il controllo dei contenuti e sulla loro correttezza) nei risultati del motore di ricerca, né nei video di YouTube. Inoltre il motore di ricerca più usato al mondo  – che appartiene ad Alphabet, a suo volta controllata da una combinazione di azionisti pubblici […] L'articolo Google e YouTube sfidano l’Europa: niente controlli sui contenuti (bastano le segnalazioni degli utenti) proviene da Economy Magazine.

Jan 17, 2025 - 11:20
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Google e YouTube sfidano l’Europa: niente controlli sui contenuti (bastano le segnalazioni degli utenti)

Google, ha ufficialmente dichiarato all’Unione Europea che non introdurrà il factchecking (ovvero il controllo dei contenuti e sulla loro correttezza) nei risultati del motore di ricerca, né nei video di YouTube. Inoltre il motore di ricerca più usato al mondo  – che appartiene ad Alphabet, a suo volta controllata da una combinazione di azionisti pubblici e privati – non implementerà sistemi per classificare o rimuovere contenuti. La notizia, riportata dall’agenzia Axios, emerge da un documento inviato dal gruppo di Mountain View alle autorità europee, confermando la decisione di seguire l’approccio americano, favorevole a una regolamentazione più morbida dei social media. Questo modello, già adottato da Elon Musk per X e in passato sostenuto da Donald Trump, si basa su un minor controllo dei contenuti diffusi online.

Anche Mark Zuckerberg, ceo di Meta, ha annunciato di recente l’abbandono del fact-checking indipendente per piattaforme come Facebook, Instagram e WhatsApp, allineandosi alla strategia di X.

I contenuti su Google e YouTube: una scelta contro le regole europee

Google non ha mai incluso il fact-checking tra le sue politiche di moderazione dei contenuti. In una lettera a Renate Nikolay, vicedirettrice generale per contenuti e tecnologia della Commissione Europea, Kent Walker, presidente degli affari globali di Google, ha dichiarato che integrare il fact-checking richiesto dal Digital Services Act (DSA) non sarebbe “né appropriato né efficace” per i servizi della piattaforma.

Il DSA, primo regolamento del suo genere a livello mondiale e applicabile dal febbraio 2024, imporrebbe a Google di incorporare verifiche sui contenuti sia nei risultati di ricerca sia nei video di YouTube. Secondo Walker, però, l’attuale approccio di Google alla moderazione è sufficiente, sottolineando che durante eventi complessi come le recenti elezioni globali, il sistema ha dimostrato la sua efficienza.

Walker ha inoltre evidenziato la funzione introdotta su YouTube, che permette agli utenti di aggiungere note contestuali ai video. Questo strumento, simile alle “Community Notes” di X, rappresenta la risposta di Google al problema della disinformazione.

Le tensioni con la Commissione Europea

La Commissione Europea aveva avviato un’indagine su X nel 2023 per verificare la diffusione di contenuti illegali e la trasparenza sui dati pubblicitari. Negli ultimi mesi, la stessa Commissione ha esortato le principali aziende tecnologiche a trasformare le loro misure volontarie in un codice di condotta conforme al DSA.

Google, però, ha chiarito che non rispetterà tali impegni e si ritirerà da ogni obbligo di fact-checking prima che il DSA diventi operativo. Questo rifiuto apre nuovi interrogativi sulla capacità dell’Unione Europea di imporre regole comuni ai giganti tecnologici, in un contesto dove le piattaforme sembrano privilegiare soluzioni indipendenti, come quelle proposte da Musk e Zuckerberg.

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