Gioco online: un’industria in costante crescita in Italia ma il 60% dei ricavi finisce all’estero

Secondo i dati ufficiali rilasciati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli il gioco online in Italia fa numeri davvero importanti: è settore che raccoglie oltre 80 miliardi di euro, pari al 7% del PIL, circa la metà degli oltre 160 miliardi che si spendono ogni anno nel nostro paese per il gaming in generale. In Italia sono 7 gli operatori a contendersi oltre il 70% delle quote di mercato nel settore del gioco online: Flutter Entertainment, Lottomatica, Stanleybet, Entain Group, Bet365 e William Hill. La cosa interessante è che soltanto una, Lottomatica, ha la sua sede principale in Italia. Le altre hanno il loro quartier generale all’estero, un elemento non di poco conto, in quanto modifica la redistribuzione della ricchezza prodotta dal comparto. Risultato? Il 60% dei ricavi del gioco online finisce all’estero. Di numeri, normative e tassazione abbiamo parlato con Federico Cremonesi, esperto di settore, con una profonda conoscenza di casinò online, siti di scommesse e slot online. Il gioco online in Italia vale oltre 80 miliardi di euro l’anno in quanto a raccolta. Un incasso importante per l’erario, non crede? «Certamente. Il gambling online vale oggi circa la metà dei 160 miliardi di raccolta dell’intero comparto del gioco. Parliamo di un settore che, a conti fatti, nel 2024 ha generato il 7% del PIL del nostro Paese. Gli ultimi report ufficiali in merito al gettito erariale sono del 2022, quando nelle casse dello Stato sono finiti più di 11 miliardi di euro. Non si tratta solo di cifre importanti, ma in costante crescita, come dimostrano i dati diffusi da ADM, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che in Italia è l’autorità competente in materia di gioco d’azzardo. Dal 2020 ad oggi, l’ammontare complessivo della raccolta è infatti incrementato quasi del 100%, passando da 88 miliardi alla cifra attuale. C’è da notare che tale incremento non è un’esclusiva italiana, ma riflette un trend comune in tutta Europa». Federico Cremonesi-esperto giochi (foto ufficio stampa) Chi gioca maggiormente nel nostro Paese e quali sono i giochi che vanno per la maggiore? «A livello territoriale il gioco online è diffuso da nord a sud della Penisola. Anche la community dei player italiani è piuttosto eterogenea. Le più recenti analisi demografiche indicano che circa il 70% dei giocatori adulti appartiene alla fascia d’età tra i 20 e i 65 anni.  Anche gli “over”, comunque, rappresentano una fetta di pubblico di tutto rispetto. Le regine incontrastate del gambling sono le slot online. Le macchinette a rullo in versione digitale sono responsabili di un gettito fiscale che supera i 5 miliardi di euro. Bene anche Lotto, Gratta & Vinci e i classici giochi come blackjack e roulette. Anche le scommesse sportive sono ben posizionate. In questo senso, è da rilevare un discreto aumento (+20% circa) del Betting Exchange, che sta diventando sempre più popolare». Cosa mi dice del gioco fisico? Anche questo settore fa numeri importanti? «Sì, giocare alle le slot machine presso i punti vendita fisici dei più importanti operatori o piazzare una scommessa in ricevitoria è ancora un’opzione scelta da molte persone.  Dal punto di vista della raccolta, il gioco fisico rappresenta ancora circa la metà del valore del settore aggirandosi, nell’ultimo anno fiscale, sugli 80 miliardi di euro. Si tratta – e questo è interessante – di una tendenza in rialzo, e le analisi di mercato indicano che sia stato proprio il gioco online a fare da traino per la ripresa del gioco fisico. C’è da dire, infatti, che negli ultimi anni il gioco fisico era stato protagonista di un’importante flessione. Da una parte, gli effetti della pandemia sono stati devastanti, indirizzando un gran numero di utenti verso l’online. Dall’altra, il progresso tecnologico e la ricchezza dell’offerta di casinò online e siti di betting sportivo sono cresciuti in modo esponenziale, garantendo un altissimo livello di intrattenimento sicuro e accessibile». Come ci poniamo rispetto al resto d’Europa ma anche del mondo? «Se guardiamo agli ultimi dati disponibili sui ricavi delle holding del settore in Europa, relativi al 2023, l’Italia al momento si posiziona al secondo posto dopo il Regno Unito e prima della Germania. Nel nostro Paese, infatti, la cifra dei guadagni di queste società si aggira sui 15 miliardi di euro. In UK, le revenue sono di quasi 20 miliardi, mentre per la nazione tedesca si parla di poco meno di 14 miliardi. Nel resto del mondo il peso del mercato è legato anche alla legalizzazione del gioco, che in alcuni continenti, come in Asia, è ancora limitata. Negli Stati Uniti, che ha comunque una buona fetta di market share mondiale, le scommesse sportive sono state legalizzate quasi ovunque, mentre i giochi da casinò online sono permessi solo in 7 Stati. Se si considerano il numero di giocatori attivi, anche Olanda, Canada, Australia e Canada sono in top 10». Ci sono diversi operatori riconosciuti in Italia ma solo Lottomatica di fatto ha sede nel Bel Paese. Cosa vuol dire

Jan 17, 2025 - 15:56
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Gioco online: un’industria in costante crescita in Italia ma il 60% dei ricavi finisce all’estero

Secondo i dati ufficiali rilasciati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli il gioco online in Italia fa numeri davvero importanti: è settore che raccoglie oltre 80 miliardi di euro, pari al 7% del PIL, circa la metà degli oltre 160 miliardi che si spendono ogni anno nel nostro paese per il gaming in generale.

In Italia sono 7 gli operatori a contendersi oltre il 70% delle quote di mercato nel settore del gioco online: Flutter Entertainment, Lottomatica, Stanleybet, Entain Group, Bet365 e William Hill. La cosa interessante è che soltanto una, Lottomatica, ha la sua sede principale in Italia. Le altre hanno il loro quartier generale all’estero, un elemento non di poco conto, in quanto modifica la redistribuzione della ricchezza prodotta dal comparto. Risultato? Il 60% dei ricavi del gioco online finisce all’estero.

Di numeri, normative e tassazione abbiamo parlato con Federico Cremonesi, esperto di settore, con una profonda conoscenza di casinò online, siti di scommesse e slot online.

Il gioco online in Italia vale oltre 80 miliardi di euro l’anno in quanto a raccolta. Un incasso importante per l’erario, non crede?

«Certamente. Il gambling online vale oggi circa la metà dei 160 miliardi di raccolta dell’intero comparto del gioco. Parliamo di un settore che, a conti fatti, nel 2024 ha generato il 7% del PIL del nostro Paese. Gli ultimi report ufficiali in merito al gettito erariale sono del 2022, quando nelle casse dello Stato sono finiti più di 11 miliardi di euro. Non si tratta solo di cifre importanti, ma in costante crescita, come dimostrano i dati diffusi da ADM, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che in Italia è l’autorità competente in materia di gioco d’azzardo. Dal 2020 ad oggi, l’ammontare complessivo della raccolta è infatti incrementato quasi del 100%, passando da 88 miliardi alla cifra attuale. C’è da notare che tale incremento non è un’esclusiva italiana, ma riflette un trend comune in tutta Europa».

Federico Cremonesi-esperto giochi (foto ufficio stampa)

Chi gioca maggiormente nel nostro Paese e quali sono i giochi che vanno per la maggiore?

«A livello territoriale il gioco online è diffuso da nord a sud della Penisola. Anche la community dei player italiani è piuttosto eterogenea. Le più recenti analisi demografiche indicano che circa il 70% dei giocatori adulti appartiene alla fascia d’età tra i 20 e i 65 anni.  Anche gli “over”, comunque, rappresentano una fetta di pubblico di tutto rispetto. Le regine incontrastate del gambling sono le slot online. Le macchinette a rullo in versione digitale sono responsabili di un gettito fiscale che supera i 5 miliardi di euro. Bene anche Lotto, Gratta & Vinci e i classici giochi come blackjack e roulette. Anche le scommesse sportive sono ben posizionate. In questo senso, è da rilevare un discreto aumento (+20% circa) del Betting Exchange, che sta diventando sempre più popolare».

Cosa mi dice del gioco fisico? Anche questo settore fa numeri importanti?

«Sì, giocare alle le slot machine presso i punti vendita fisici dei più importanti operatori o piazzare una scommessa in ricevitoria è ancora un’opzione scelta da molte persone.  Dal punto di vista della raccolta, il gioco fisico rappresenta ancora circa la metà del valore del settore aggirandosi, nell’ultimo anno fiscale, sugli 80 miliardi di euro. Si tratta – e questo è interessante – di una tendenza in rialzo, e le analisi di mercato indicano che sia stato proprio il gioco online a fare da traino per la ripresa del gioco fisico. C’è da dire, infatti, che negli ultimi anni il gioco fisico era stato protagonista di un’importante flessione. Da una parte, gli effetti della pandemia sono stati devastanti, indirizzando un gran numero di utenti verso l’online. Dall’altra, il progresso tecnologico e la ricchezza dell’offerta di casinò online e siti di betting sportivo sono cresciuti in modo esponenziale, garantendo un altissimo livello di intrattenimento sicuro e accessibile».

Come ci poniamo rispetto al resto d’Europa ma anche del mondo?

«Se guardiamo agli ultimi dati disponibili sui ricavi delle holding del settore in Europa, relativi al 2023, l’Italia al momento si posiziona al secondo posto dopo il Regno Unito e prima della Germania. Nel nostro Paese, infatti, la cifra dei guadagni di queste società si aggira sui 15 miliardi di euro. In UK, le revenue sono di quasi 20 miliardi, mentre per la nazione tedesca si parla di poco meno di 14 miliardi. Nel resto del mondo il peso del mercato è legato anche alla legalizzazione del gioco, che in alcuni continenti, come in Asia, è ancora limitata. Negli Stati Uniti, che ha comunque una buona fetta di market share mondiale, le scommesse sportive sono state legalizzate quasi ovunque, mentre i giochi da casinò online sono permessi solo in 7 Stati. Se si considerano il numero di giocatori attivi, anche Olanda, Canada, Australia e Canada sono in top 10».

Ci sono diversi operatori riconosciuti in Italia ma solo Lottomatica di fatto ha sede nel Bel Paese. Cosa vuol dire questo in termini di normative e tasse soprattutto?

«Ci sono una serie di elementi molto importanti da tenere in considerazione quando si parla di tasse e aziende straniere. Di fatto gli operatori stranieri che operano legalmente in Italia, tramite le cosiddette sedi secondarie e con regolare licenza rilasciata da ADM, pagano in Italia tutte le tasse relative alle attività di gioco svolte sul territorio italiano, ma non sono considerate “fiscalmente italiane” per quanto concerne la tassazione sul reddito complessivo, che viene invece tassato nel paese in cui la società ha la sua sede operativa e amministrativa.  Per le società non residenti, sono tassati in Italia solo i redditi prodotti sul territorio italiano e non anche quelli prodotti all’estero. La normativa da tenere in considerazione in questo senso è l’articolo 73 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), introdotto con il D.P.R. n. 917 del 22 dicembre 1986. Secondo tali disposizioni, le società che «per la maggior parte del periodo di imposta hanno la sede legale o la sede dell’amministrazione o l’oggetto principale nel territorio dello Stato» si considerano residenti in Italia e sono soggette al regime fiscale italiano. Per fare un esempio chiaro legato al mondo delle scommesse online, il gruppo William Hill, che opera in Italia e in altri 170 paesi, ma ha la sua sede principale a Londra, paga al fisco italiano le tasse direttamente legate alle attività di gioco prodotte dalle sue piattaforme sul territorio italiano, mentre verserà invece nel Regno Unito, dove ha residenza fiscale, le tasse relative al reddito complessivo del gruppo. La residenza fiscale, insomma, individua il paese in cui assoggettare a tassazione i redditi ovunque prodotti da un soggetto residente in un determinato periodo di imposta, secondo il principio della “tassazione mondiale”».

Come si fa ad ottenere una licenza? Mi fa un quadro della normativa e della disciplina fiscale dei giochi?

«Per ottenere una licenza bisogna partecipare al bando di gara indetto dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Le aziende che partecipano, oltre a versare un deposito cauzionale e possedere i requisiti societari necessari, devono anche dimostrare di avvalersi di tutte le necessarie misure di cybersecurity per proteggere i dati degli utenti. Le piattaforme di gioco devono essere conformi, naturalmente, anche dal punto di vista tecnico e del funzionamento dei giochi. Questo è un momento molto “caldo” per le licenze di gioco. Ciò dipende dal fatto che la prossima gara è stata appena indetta e, a differenza di quanto accadeva in passato, il costo della licenza è lievitato in modo esponenziale: l’importo da pagare è infatti di 7 milioni di euro. Ciò potrebbe portare a una riduzione del numero di operatori attivi in Italia, anche se si tratta di un ostacolo non certo insormontabile per i grandi gruppi come Lottomatica o Flutter Entertainment. Dal punto di vista fiscale, le aziende devono pagare all’erario circa il 30% del ricavo lordo. Le percentuali di contributo variano a seconda della tipologia di gioco. Invece, coloro che vincono – ad esempio, giocando al Lotto o al Gratta & Vinci – una somma superiore a 500€ saranno soggetti a un’imposta dal 6% al 20%, a seconda dell’ammontare totale. Voglio sottolineare che le vincite presso i casinò online sono tassate a monte, quindi non devono essere inserite nella dichiarazione dei redditi».

Come evitare truffe quando gioco online?

«La regola d’oro è questa: bisogna affidarsi solo a casinò online e siti di scommesse autorizzati da ADM, che espongono il numero ufficiale della concessione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Solo così si possono avere tutte le garanzie di legalità e sicurezza che sono fondamentali quando si gioca online. Su queste piattaforme i giochi sono monitorati, le transazioni di denaro sono sicure e i dati degli utenti sono protetti. Sconsiglio vivamente chiunque di visitare siti illegali, cioè non approvati dall’autorità italiana. I rischi sono molteplici: in caso di vincite non pagate, non è possibile infatti risolvere le eventuali dispute con i gestori di questi siti. Lo stesso discorso vale per i dati sensibili: alcuni operatori privi di scrupoli potrebbero addirittura vendere le informazioni riservate degli utenti.  Inoltre, anche dal punto di vista fiscale si potrebbe creare una situazione da “catch 22”: le vincite sui casinò illegali andrebbero dichiarate. Tuttavia, una dichiarazione di questo tipo sarebbe un’ammissione di colpa da parte dell’utente. Infatti, la legge punisce sia gli operatori di gioco illegali che coloro che decidono di iscriversi a questi siti».

Non dimentichiamoci il risvolto drammatico del gioco: la ludopatia. Si può giocare per vizio, per divertirsi ma lo si controlla e si decide soprattutto consapevolmente quando farlo. Quando invece c’è una dipendenza non si sceglie. Si gioca e si sta male. Si gioca per diventare ricchi, per pagare i debiti o per compensare le perdite e, quando si entra in questo vortice, il gioco non è più puro e sano divertimento ma diventa patologico. Gli Stati Uniti d’America se ne sono accorti dal 1980, tanto che l’American psychiatric association aveva inserito il gioco d’azzardo nel secondo Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DsmII) e, una decina d’anni dopo, lo ha classificato come “disturbo del controllo dell’impulso”.

La ludopatia ruba il tempo alle relazioni sociali e rischia di mandare sul lastrico intere famiglie. Gli ultimi dati disponibili, provenienti da un’indagine svolta dall’Istituto superiore di sanità nel 2018, parlano di 1,5 milioni di italiani affetti da ludopatia, una delle dipendenze più diffuse inel nostro Paese. Il tempo “biologico” per l’insieme della popolazione giocatrice è cresciuto in modo sensibile: era di circa 90 milioni di giornate lavorative quattro anni fa e oggi è arrivato almeno 140 milioni. La spesa per le cure di queste persone può arrivare fino a dieci milioni, per non parlare poi dei tanti drammi familiari che il gioco d’azzardo patologico comporta.

Per contrastare tale fenomeno nella sua complessità, c’è il Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità che, grazie ad un’équipe multidisciplinare, realizza studi e dà indicazioni a chi è affetto da ludopatia. Ma il fenomeno è preoccupante e fa numeri che etichettano purtroppo la ludopatia come una vera e propria piaga sociale da combattere e contrastare quando il gioco va oltre.

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