Edilizia, la grana dei pagamenti in ritardo | L’analisi dell’Ance

Nonostante negli ultimi dieci anni si sia verificato un lieve miglioramento, il 2023 ha decretato un cambio di marcia per i ritardi nei pagamenti alle imprese edili da parte della pubblica amministrazione, annoso problema che riguarda le aziende del Paese. Secondo quanto rilevato da Ance in un recente sondaggio che ha coinvolto 278 imprese sul […] L'articolo Edilizia, la grana dei pagamenti in ritardo | L’analisi dell’Ance proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Jan 20, 2025 - 07:56
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Edilizia, la grana dei pagamenti in ritardo | L’analisi dell’Ance

Nonostante negli ultimi dieci anni si sia verificato un lieve miglioramento, il 2023 ha decretato un cambio di marcia per i ritardi nei pagamenti alle imprese edili da parte della pubblica amministrazione, annoso problema che riguarda le aziende del Paese.

Secondo quanto rilevato da Ance in un recente sondaggio che ha coinvolto 278 imprese sul territorio italiano, pubblicato a luglio 2024, in un contesto segnato dalla crescente pressione per rispettare gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), quasi il 60% delle società intervistate ha denunciato di non aver ricevuto entro i termini concordati i pagamenti dovuti.

A fronte dei 30 giorni previsti dalla normativa, infatti, il tempo medio impiegato ha oscillato tra 4 e 5 mesi di ritardo, con picchi di addirittura due anni nei casi più gravi, per un totale di fatture non pagate per 175 milioni di euro.

Meno della metà delle fatture (44%) è legata a contratti tradizionali, mentre il 41% è riconducibile principalmente a contratti in attesa dei fondi istituiti per rispondere al problema del caro materiali. Il restante 15%, infine, è imputabile al Pnrr.

Il problema che inevitabilmente ne consegue è che le aziende, in mancanza di liquidità per i mancati incassi, non sono in grado di pagare le proprie fatture o gli stipendi dei dipendenti in tempo, innescando un disastroso effetto a catena: aumento dei costi di produzione; tempistiche di consegna dilatate; malcontento tra fornitori e clienti; diminuzione generale della produttività delle aziende per via di forti ritardi o ordini cancellati.

Le imprese maggiormente colpite da questa dinamica sono quelle più piccole, spesso coinvolte in progetti immobiliari come subappaltatori.

Dato che le loro richieste di pagamenti sono soggette a revisione da parte dell’appaltatore, del cliente o dell’investitore, sono le parti che attendono più a lungo, con conseguenze sulla loro redditività che, in alcuni casi, può portare al fallimento.

In generale, il problema del ritardo nei pagamenti non riguarda solamente le imprese che lavorano per la pubblica amministrazione, ma tutto il settore delle costruzioni in generale:
secondo gli ultimi dati elaborati da Infocamere, oltre 11.000 imprese del comparto edilizio hanno dichiarato fallimento negli ultimi quattro anni a causa dello stop al Superbonus.

In un tale contesto di incertezze economiche e flussi di cassa compromessi, la gestione rigorosa dei progetti e la corretta documentazione diventano cruciali per limitare i danni derivanti dai ritardi nei pagamenti.

Non potendo infatti intervenire direttamente sui processi che regolano la pubblica amministrazione, le imprese devono assicurarsi di operare sempre con assoluta trasparenza e avere sotto controllo tutte le informazioni e i processi.

Un aiuto in questo senso consiste nell’adozione di strumenti digitali per la documentazione e la gestione centralizzata delle informazioni. In questo modo è possibile monitorare in tempo reale l’avanzamento lavori dei progetti e gestire subappaltatori e fornitori, assicurandosi una documentazione accurata e disponibile in qualunque momento per ogni fase di progetto.

Questo approccio potrebbe costituire una prima risposta alle imprese che hanno necessità di accorciare i tempi di pagamento da parte della pubblica amministrazione, contribuendo a generare un’inversione di rotta.

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