Corsa agli armamenti in Unione Europea, il piano di von der Leyen per la Difesa
Più soldi da privati e pubblico per la Difesa europea è l'annuncio di Ursula von der Leyen, mentre la Nato continua a spingere per un aumento delle spese militari degli alleati oltre il 2% previsto dai trattati
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è tornata a parlare degli investimenti dell’Ue nella Difesa in occasione della sua visita in Polonia. Aumenteranno i fondi sia da parte degli Stati e della stessa Unione, sia da parte di investitori privati interessati allo sviluppo dell’industria europea delle armi.
La destabilizzazione dell’Ucraina portata dall’invasione della Russia e l’atteggiamento aggressivo degli Stati Uniti anche nei confronti di territori sotto la tutela di uno Stato europeo come la Groenlandia hanno dato nuovo impulso all’industria della Difesa. Von der Leyen ha però anche affermato di volere una maggiore ricaduta di questi investimenti sull’economia reale.
Von der Leyen rilancia la Difesa europea
Una maggiore integrazione dal punto di vista della Difesa sembra essere al centro del programma della nuova Commissione europea di Ursula von der Leyen. Un obiettivo da raggiungere non attraverso la formazione di un vero e proprio esercito europeo, ma tramite una maggiore collaborazione tra le società del settore degli armamenti del Vecchio Continente, spesso partecipate dagli Stati membri.
Un’intenzione ribadita anche durante la visita in Polonia della presidente della Commissione europea, in occasione della conferenza stampa inaugurale del semestre di presidenza polacco a Danzica: “Avremo bisogno di finanziamenti, sia pubblici sia privati, avremo bisogno di più cooperazione per una migliore interoperabilità e costi più bassi e una legislazione più semplice”, ha dichiarato von der Leyen.
“E infine, se continuiamo a spendere miliardi di euro dei contribuenti per la difesa, abbiamo bisogno di un ritorno sugli investimenti sotto forma di più know-how e posti di lavoro migliori qui in Europa, ci stiamo preparando come commissione di un libro bianco sul futuro della difesa europea e lo presenteremo entro metà marzo” ha poi continuato la presidente della Commissione.
La Nato e la spesa oltre il 2% del Pil
La necessità di un aumento della spesa in Difesa dei Paesi europei è stata sottolineata anche dal nuovo presidente degli Usa Donald Trump, che ha esortato gli alleati occidentali a superare il 2% di Pil di spesa militare annua. Gli Stati Uniti spendono più del 3,7% del proprio prodotto interno lordo in Difesa, un terzo delle spese militari globali.
“La guerra moderna richiede un coordinamento tecnologico su larga scala per raggiungere uno qualsiasi dei nostri stati membri, ma è qui che entra in gioco la cooperazione europea” ha sottolineato Ursula von der Leyen a Danzica. L’Italia è uno dei pochi Paesi Nato a non aver ancora raggiunto il 2% del Pil di spesa militare richiesto dai trattati. Nel frattempo l’Alleanza atlantica sembra essere sempre più indirizzata verso un ulteriore aumento della spesa, fino ad arrivare a percentuali vicine a quelle degli Stati Uniti.
“Oltre due terzi dei partner della Nato spendono ora più del 2% in armamenti, ma dobbiamo investire ancora di più e gli alleati decideranno nei prossimi mesi esattamente quanto, ma posso assicurarvi una cosa: sarà molto, molto, molto più del 2%” ha preannunciato in un’intervista a Bild il segretario generale della Nato Mark Rutte.